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• Il concerto di primavera •


La sveglia suono sul mio comodino ma per non so quale grazia divina io ero già alzata, la spensi in fretta.


Quella notte l'avevo passata con Eren, come ormai d'abitudine il venerdì sera, ma quella mattina era speciale; in prima serata ci sarebbe stato il concerto di primavera, infatti il tanto agoniato 20 marzo era arrivato.

Mi alzai dal letto e cercai in un cumulo di vestiti il mio intimo quando una voce assonata e implorante sbraitava un:
< T/nnnn,dai coraggio torna a letto, torna a letto!> quelle parole un po smorzate dal cuscino mi fecero sorridere mi adagiai lentamente di fronte al castano.

< così va meglio> sorrise come un bimbo soddisfatto di se quindi gli stampai un bacio sulla fronte
< sei proprio scemo, un bimbo mongoloide>
< sai che è razzista sia nei miei confronti sia nei confronti di chi vive in Mongolia!>
< owww...bimbo speciale va meglio?> proposi un nuovo gnominiolo
< si dai questo mi piasce di più > disse sbiascico la frase.

Lo abbracciai cingendoli le braccia al bacino e posizionai la testa sul suo petto nudo.
< stasera c'è il concerto di primavera > ansimo dopo un po
< già, hai scelto l'abito?> gli chiesi, lui annuì con la testa senza smettere di fissare un punto indefinito di fronte a lui nella stanza.
< si, anche se, visto che non voglio sembrare un canarino, ho scelto uno smoking classico nero> continuo ad annuire ma si vedeva lontano un kilometro che non c'era con la testa
< ah si?>
< già, odio gli uccelli> quell'affermazione mi fece ridacchiare
< e ora che c'è che ho detto di male?>
< nooooo niente ho solo pensato non male di più> a quelle mie parole il povero ragazzo divenne rosso pomodoro e nascose la faccia sotto al cuscino.
< va bene"Mr mi scopo chi voglio ma appena si parla di minchia mi imbarazzo" che vogliamo fare?> chiesi
< da quando sei diventata così volgare?>
< non lo so, credo alle medie quando imparai la Divina Commedia,almeno la prima parte a memoria> iniziai a ridere della mia battuta mentre intanto citavo i primi versi, anche quelli più celebri, di Dante
< nel bel mez di cammin di nostra vita mi ritrovai in una selva oscura che la diritta via era smarrita>
< uccidetemi vi prego Dei dell'Olimpo> sussuro lui
< vuoi che ti reciti Leopardi?>
< noooooo quel depresso no!> esclamo
< non era depresso ma realista> gonfiai le guance
< Manzoni?>
< no!>
< Pascoli?>
< no!>
< D'Annunzio>
< datemi una lametta!> scoppiammo a ridere come era nostro solito fare.

Mi sposto alcune ciocche di capelli dietro l'orecchio
< sei bellissima, non capisco come una ragazza come te possa essersi innamorata di uno come me>
< Eren tu sei perfetto, nei tuoi pregi e difetti, e va be con te mi sento protetta>
< si? vai avanti; come ti faccio sentire piccola?>
< desiderata, amata, protetta, al sicuro>

< cosa ami di me dimmelo> sussuro
< gli occhi, io fisico,i capelli, il fatto che quando ti arrabbi sei così protettivo,la tua gelosia, il fatto che con gli altri sei uno stronzo ma con me sei dolce> fini
< cos'è hai bisogno di un innalzamento dell'autostima per caso?> chiesi ridacchiando
< no semplicemente amo guardarti mentre parli di me, ti brillano gli occhi e mi fai impazzire> si strinse di più a me
< Ti amo da impazzire T/n>
< anch'io ti amo Eren> e ci baciamo dolcemente.

Ci alzammo entrambi verso l'ora di pranzo e decidemmo di andare a pranzare in un bar sotto casa.

Il locale era delizioso, classico ma decorato in ogni dove con portavasi pensili e lampadine che calavano dal soffitto, l'effetto che donavano era così rilassante. Tutto basato sui toni del marmo dalle sedie ai tavoli al bancone.

Non fa per te /Erenxreader/Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora