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• Ripensamenti •


Pokko concluse il concerto con l'accordo in Maggiore della Sinfonia n.9 di Beethoven e il pubblico scoppiò in un sonoro e clamoroso ultimo applauso che duro diversi minuti,nessuno ebbe il coraggio di fermarlo quindi si propago per la stanza.


Tutti i pianisti vennero chiamati in mezzo al palco quindi da dietro le quinte ragiungemmo Pokko, gli presi la mano e quella di Hicth lei a sua volta prese quella di Thomas e così via e tutti ci inchinammo davanti al pubblico mentre la professoressa Nanaba diceva i nostri nomi
< un grande applauso anche all'orchestra;
agli archi
ai fiati
e alle chitarre
spero che questo spettacolo vi sia piaciuto e buonanotte> si chiuse il sipario e la prima cosa che feci fu andare a cercare mio padre, tra il pubblico, per sentire una suo opinione.
Lo cercavo fra la folla finché non lo scorsi accanto ad una figura maschile, capelli color C/c mossi come i miei, non c'erano dubbi lui era...Gabriel!

< hei sorellina come va?> mi abbraccio accoglientemente
< bene ma cosa ci fai qui?> lo guardai e un velo di tristezza nei suoi occhi calo.
< andiamo fuori e ti spiego> uscimmo fuori, l'aria gelida della notte faceva accapponare la pelle ma quello che mi disse mio fratello mi raffreddo l'anima
< papà sta peggiorando, e la vecchiaia inizia a farsi sentire, tranquilla il mio è solo un supporto, per questa sera resto io con lui ma per favore abbi più riguardo nei suoi confronti>

< in questo ultimo periodo sei così presa>

Quelle parole veritiere mi colpirono al cuore, con tutto quello che era successo avevo completamente trascurato mio padre.
Colui che mi aveva cresciuta, amata,supportata, donato momenti indimenticabili, mi sentivo una merda.
< credo che rimarrò qui per un paio di mesi però tu dovresti concentrarti sui tuoi obbiettivi, lo so che hai una "relazione" con il chitarrista della band, ma la cosa fondamentale ora è dare gli esami e laurearti> le sue parole mi diedero una svegliata, aveva ragione dovevo focalizzarmi su altro, avevo 20 anni ero un'universitaria non una liceale che va dietro al belloccio della scuola perché è la sua prima cotta, da oggi sarei tornata quella di un tempo!

< comunque è una fortuna che tu sia arrivato ora> esclamai
< perché?> mi chiese
< domani partirò perché parteciperò al platinum microphone quindi sintonizzati per vedermi in TV> sul suo viso espressivamente severo comparve un velo di gioia
< ma è fantastico, allora questa cosa ha protato cose positive anche, piccola peste> e mi scompiglio I capelli.
Tornammo dentro al calduccio e corsi subito ad abbracciare papà
< sei stata fantastica principessa > era comosso la voce rotta e tremante lo rivelava
< pensare che fino a pochi anni fa a mala pena sapevi suonare una basilare scala di Do e guardati ora> era ufficiale anch'io ero sull'orlo di scoppiare a piangere, un po per il dispiacere per quello che mi aveva comunicato Gabriel un po perché le sue parole riuscivano sempre a darmi emozioni indescrivibili.
Lo strinsi a me e lui mi stampo un bacio tra I capelli.
< papi è ora di andare è già tardi per te> interuppe il tono responsabile di mio fratello
Papà si avvio all'esterno e Gabriel mi strinse un'ultima volta per salutarmi
< mi raccomando rifletti su quello che ti ho detto> mi guardo negli occhi
< e buona fortuna per domani, spacca e fai il culo a strisce a tutti>
< ci puoi scomettere> gli feci un occhiolino.

Mi raggiunsero i miei amici e mi fecero i complimenti per la mia esibizione e io feci lo stesso
< ragazzi andiamo a prenderci qualcosa al bar?> chiese Connie.
In questo ultimo periodo avevo pensato molto a me e poco ai miei obbiettivi non ebbi il coraggio di accettare dopo le parole di Gabriel.
I ragazzi trovarono una soluzione per il trasporto quindi fui libera di tornare a casa tranquillamente.

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