CAPITOLO 41

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POV ALESSANDRO
Il rumore di uno sparo attira la mia attenzione .
Noto che diversi uomini armati entrano dall'ingresso del mio night club .
Sono tutti camuffati , nascosti da diverse stoffe nere per non farsi riconoscere .

Con uno gesto agile prendo la mia pistola dal retro del mio pantalone ,la posiziono davanti a me per cercare di difendermi dall'orda di uomini che si sono intrufolati .

Cerco di nascondermi dietro al bancone del bar per poter prendere del tempo in più per gestire le mie mosse al meglio siccome mi ritrovo da solo .

Avvisto gli uomini raggiungermi , utilizzo il bancone come scudo per difendermi al meglio ma per quanto possa essere a mio vantaggio mi ritrovo da solo a combattere con una trentina di uomini .

Sono sempre stato addestrato per la mia difesa ma adesso è abbastanza difficile , impossibile .

Senti gli spari delle pistole raggiungermi ma adesso penso solo ad una cosa . La mia Rose , la mia piccola.

Un dolore lancinante si espande sulla mia spalla ma ciò non mi ferma .

Punto la pistola sulle sagome degli uomini cercando di farne fuori il più possibile ma la mia pistola mi abbandona e non ho più proiettili .

Un'altro sparo mi raggiunge colpendomi questa volta sul fianco .
La mia camice si colora di un rosso fuoco, non sento alcun dolore poiché l'immagine di Rose persiste nella mia testa come un tormentone .

Mi stendo a terra privo di sensi non sentendo più nulla , neanche la forza di sopravvivere .

POV ROSE
Mi concentro alla pulizia della nostra casa così da dare ad Alessandro la massima attenzione così da dedicarci un po' alla nostra intimità .

Lo squillo del mio telefono attira la mia attenzione in un lampo infatti mi affretto a rispondere .

<<Pronto>> affermo in ansia per chi mi possa aver chiamato visto che il numero che è apparso è sconosciuto .
<<Pronto Signora , sono Marco una guardia di Alessandro , mi dispiace avvisarla che oggi nel Night Club c'è stato un attentato e che purtroppo il Signor Alessandro si trovava da solo >>
Nella mia testa rimbombano solo tua parola ATTENTATO - SOLO.

Sento l'ansia superare ogni mia fibra e che orami non ragiono più .

<< In che senso solo?Sta bene?>>
Chiedo preoccupata per mio marito.

<<Purtroppo no signora , l'abbiamo portato in ospedale il prima possibile , adesso si trova in sala operatoria per un intervento urgente>> Sento dell'altra parte del telefono tutto ciò che avevo più paura che potesse capitare.
<<Sala Operatoria?>>chiedo scioccata .

<< Si signora una macchina la sta venendo a prendere così da poterlo ragioniere deve firmare alcuni documenti >> .

QUALCHE ORA DOPO;

Mi ritrovo in sala d'attesa in ospedale sperando che il mio Alessandro possa passare al meglio l'operazione è soprattutto che riesca a superarla .
Sono ore che i medici mi dicono di aspettare che l'operazione sarà lunga ed anche l'attesa .
L'ansia non mi permette di essere rilassata e di fare nulla .
Ho dei sensi di vomito che persistono e non hanno intenzione di cessare .

Devo sedermi sento di svenire .
Non ho neanche il tempo di pensarlo che mi ritrovo a terra con tutto che gira , ciò che vedo non è altro che dei medici che mi circondano e cercano di farmi riprendere .

<<Signora tutto bene ?>> sento una voce sconosciuta ma non ho la forza di parlare mi limito solo ad annuire .

NON È FINITO CI SARÀ UNA PARTE DUE SPERO CHE VI PIACCIA PIÙ DI QUELLO PRECEDENTE.

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