3. Solo un piccolo respiro

351 26 6
                                    

Non riuscivo bene a capire dove fossi, riconoscevo la mia vecchia cameretta ma aveva un qualcosa di diverso, anche se facevo fatica a capire cosa dato che tutto sembrava essere come annebbiato.
Sul muro c'erano tutte le foto che avevo accumulato negli anni, tra cui anche quelle con mamma e papà, ma sui loro volti c'era come un ombra ad oscurarli.
L'aria sembrava essere improvvisamente più pesante, la pressione nella stanza era come aumentata, mi sembrava che il soffitto mi stesse per incombere addosso, non riuscivo a respirare.

"Chloe..."

Mi voltai di scatto in direzione di quella voce che avrei riconosciuto tra mille.
Era la mamma. Era in piedi nella camera di fronte a me insieme a papà.
Entrambi mi guardavano con un'aria triste, delusa, avevano gli occhi rossi come se avessero pianto per giorni interi senza sosta.

"Mamma, papà, come è possibile... che ci fate qui.. voi siete..."
Senza nemmeno accorgermene avevo le guance rigate dalle lacrime che continuavano a colare senza sosta, non riuscivo a fermarle, piangevo in silenzio, le urla disperate le sentivo solo dentro di me.

"Morti Chloe, sì siamo morti, non ci hai salvati." disse mio padre, guardandomi con gli occhi pieni di dolore, e a quelle parole mi sentii lacerare dentro.

"Come non vi ho salvati, papà perché mi dici questo, ti prego non farlo, mi fai male..."

Non riuscivo a respirare, continuavano entrambi a guardarmi come se fossi  io l'artefice di tutto lo schifo che ci era capitato, ma non ne ero nemmeno stupita, perché mi sentivo colpevole ogni giorno della mia vita da quel momento fatidico.

"Perché ti dico questo? Chloe è colpa tua, se solo tu non ti fossi comportata da ragazzina quel giorno, se tu fossi uscita con noi e non avessi cambiato ogni programma, noi saremmo ancora vivi e potremmo ancora gioire di ciò che la vita ci avrebbe regalato. Se solo tu avessi risposto alle ripetute chiamate prima che partissimo dal ristorante, probabilmente non saremmo usciti di fretta e furia preoccupati per te. E' colpa tua Chloe, tu ci hai fatto questo, e non potrai mai essere perdonata per tutto questo male."

Rimasi ferma, immobile, in silenzio a guardarli, fino a che non li vidi entrambi iniziare a urlare, urlavano dal dolore come non mai, erano urli disperati, ed io ogni volta che aprivano bocca, sentivo una parte di me sgretolarsi.

"Scusatemi vi prego, avete ragione è tutta colpa mia, ma vi prego di perdonarmi.
Vi scongiuro, non potevo immaginare una fine del genere, lo sapete che vi amo e farei di tutto per avervi ancora qua. Mi mangio le mani ogni fottuto attimo dal giorno dell'incidente... Io non riesco a reggere se mi dite così... giuro non riesco."

Urlavano, non smettevano, continuavano senza sosta, come se ciò che stavo dicendo non avesse minimamente importanza.
Mi buttai a terra tappandomi le orecchie per la disperazione e iniziai ad urlare anche io, per far uscire tutto il dolore che sentivo rimbombarmi nel petto, ma non sentivo sollievo, avevo solo voglia di urlare e urlare ancora fino a spegnermi definitivamente.

"Chloe ti prego svegliati, ti supplico. Smettila di urlare Chloe, non è reale, ci sono qui io, non ti lascio."

Sentivo una voce che mi implorava di calmarmi, ma facevo una fatica immensa a liberarmi del peso che sentivo addosso. L'unica cosa che riuscivo a fare era piangere e urlare per la disperazione.

"Chloe per l'amor del cielo ti prego, fermati. Sono io, sono Bel."

Riuscii ad aprire appena gli occhi finalmente, e vidi davanti a me il volto di Bel con gli occhi colmi di lacrime che mi guardava in modo sollevato. Le sue mani erano appoggiate su di me, probabilmente perché aveva cercato di svegliarmi in tutte le maniere, strattonandomi come poteva.

Guardian AngelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora