27. Trust us

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Inizia a scrivere la tua storia

Camminavo silenziosamente dietro Nate ignara di dove stessimo andando, mentre lui invece sembrava avere le idee ben precise, a giudicare dal suo passo svelto che mi rendeva difficile stargli dietro, e deciso.

Continuavo a fissarlo, prestando attenzione nel non farmi scoprire, ben intenta a capire quale fosse la sua reale natura, quale fosse la ragione per cui dominasse i miei pensieri da quando lo avevo incontrato per la prima volta.

Dal succo di frutta rovesciato, e dalla nascita di nasino.

"Nate, ho detto che volevo un hamburger, non intendevo che dovevamo andare noi direttamente a procurarci le materie prime. Non ucciderò una mucca, sappilo." dissi improvvisamente, spezzando il silenzio e dicendo la prima cosa che mi era venuta in mente, come sempre.

"Quando stai in silenzio, ogni tanto ho la malsana idea che tu stia pensando qualcosa di sensato, ma tutte le volte credimi, mi stupisci enormemente nasino." rispose, continuando a camminare e scuotendo la testa divertito, probabilmente per anche solo immaginare me, mentre rincorro una mucca impazzita.

"Sei sempre stato così, Nate?" chiesi alzando gli occhi al cielo, e continuando ad impegnarmi più che potevo per stare al suo passo felpato.

Era difficile smettere di pensare a quello che era capitato con Bel pochi attimi prima, ma la maratona serale, le luci che illuminavano le strade caotiche della città, e l'uomo irritante che mi stava trascinando in una fattoria a sacrificare mucche, stavano riuscendo in qualche modo a distrarmi e ad alleggerirmi dal peso delle parole della mia amica.

Guardavo la gente che passava accanto a noi, e non smettevo di pensare a quanto fosse strano che ognuna di queste persone avesse una storia, dei problemi propri, di cui nessuno era a conoscenza.

Scrutavo i loro volti, per cercare di capire come fosse stata la loro giornata; c'era chi parlava al telefono ridendo, chi in compagnia del proprio compagno, chi sembrava aver appena concluso un importante riunione di lavoro da cui ne era uscito esausto, o chi da solo che guardava solamente la strada di fronte a sé in silenzio, con gli occhi svuotati.

Centinaia di vite che per piccoli frammenti di secondi, si incrociavano, si sfioravano, senza però intrecciarsi mai veramente.

Ed era strano però pensare, che ci potesse essere qualcuno dall'alto a divertirsi con tutti noi, e che ogni tanto decidesse deliberatamente di prendere due persone tra le centinaia a percorrere le strade affollate, incrociando le loro vite per un motivo conosciuto solo a lui.

Mi chiedevo però, quale fosse la ragione che lo avesse spinto a farmi scontrare con Nathan, forse per sano divertimento, il che poteva essere comprensibile dato che anche un essere onnipotente aveva il diritto di annoiarsi e di porvi dunque rimedio, o per errore, essendosi magari confuso tra i vari fili intrecciati delle miliardi di marionette che possedeva di ogni essere umano.

Ma dentro di me ero sicura che in realtà, ci fosse una motivazione ben precisa, e che lo stregone che ci guardava sapeva bene che cosa stesse facendo con noi.

"Affascinante? Carismatico? Spiegati Chloe, ho troppe qualità per indovinare quale sia quella a cui tu stai pensando!" rispose Nathan, facendomi abbandonare i miei pensieri sulle marionette, per tornare alla realtà.

Dannatamente magnetico? Bello da paralizzare? Rassicurante? Che sa di... casa?

"Repulsivo? Sgradevole? Inquietante? Fammi pensare... che sa di... tugurio con ragni e pipistrelli?" risposi, tirando fuori la parte più acida di me, quella che destreggiavo meglio e a cui facevo prendere il controllo, quando strani pensieri mi balenavano per la testa.

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