10. Prezzemolo

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"Ti avevo detto che sarei venuto a trovarti, dovevi solamente portare pazienza e aspettare che arrivasse il momento fatidico, invece di aggredire la nostra macchina per la disperazione." disse Nathan uscendo dall'auto nera che ci aveva aggredite e venendomi incontro, insieme all'ignoto che occupava il posto del guidatore.

"È colpa vostra, siete sbucati dal nulla, ti sembra una cosa normale mettere la macchina sul culo della mia in questa maniera?" urlai tenendo ben fisso il mio sguardo sui suoi occhi glaciali.

"Ah certo, adesso è diventato illegale parcheggiare la macchina nelle apposite strisce. Scusami davvero, stasera andrò a letto senza cena per punirmi." rispose a tono lasciandosi scappare il solito sorriso divertito, come se in mia presenza avesse la strana percezione di essere davanti ad un film comico.

Bel nel frattempo mi raggiunse e mi posò la mano sulla spalla, cercando probabilmente di dare un freno alla mia rabbia con quel piccolo gesto.

Cercai di ignorare completamente il tizio dietro Nathan che sembrava godersi la scena di gusto, altrimenti me la sarei presa anche con lui e non mi pareva il caso essendo per me un perfetto sconosciuto.

Decisi di non rispondere alla provocazione di Nathan, gli lanciai solamente un'occhiata omicida e gli passai accanto sfiorandolo appena per andare a vedere quale danno orribile avesse subito la mia bambina.

Per fortuna, nessuna delle due macchine sembrava aver ferite importanti. Sapevo bene di essere in torto seppur non lo volessi ammettere esplicitamente, e l'idea di dover ripagare il danno a quel prezzemolo vivente non mi faceva impazzire.

"Chloe, allora? Tutto bene?" chiese Bel, avvicinandosi verso di me.

"Sì, sembra non ci sia niente di grave nonostante la botta." risposi avviandomi nuovamente verso il posto del guidatore per scappare via da quella situazione.

Sentivo gli occhi di Nathan addosso, era fermo in silenzio che studiava i miei movimenti. Cercai di non dargli troppo peso e di ignorarlo quanto possibile, era l'unico modo che avevo per non far emergere la mia soggezione sotto al suo sguardo.

Non riuscii però a non notare la sua piccola fossetta sulla guancia sinistra, l'avevo già individuata nel nostro primo incontro e come allora, mi sembrò che quel piccolo tocco desse ancora più armonia al suo volto che, ahimè, continuava a risultarmi del tutto perfetto.

La sua pelle sembrava risplendere sotto il sole che continuava ad essere padrone in quella giornata. Sembrava essere fatto di piccoli cristalli, ma probabilmente faceva quell'effetto solamente perché la sua carnagione era esageratamente chiara ed in realtà, tutta quella grande idealizzazione che mi stavo creando nella testa era frutto della mia eccessiva voglia di dormire.

"Aspetta prima di partire, preferirei levare la macchina in modo da evitare altri disguidi." disse il ragazzo moro, burlandosi della mia guida.

Notai un piccolo ghigno provenire dalla bocca di Bel e la cosa mi innervosii parecchio, non le era concesso ridere alle pseudo battute delle fazioni opposte alla mia.

Non appena vide il mio sguardo di disappunto si ricompose nell'immediato, come se l'avessi appena beccata con le mani nel sacco, e speravo vivamente che il contenuto di quest'ultimo non fosse proprio il moro di fronte a noi.

Conoscevo bene i gusti di Bel, e quel ragazzo li rispecchiava alla perfezione: era alto, aveva sia gli occhi che i capelli molto scuri ed aveva qualche neo sparso qua e là per il viso. In più, indossava una tuta abbinata e sapevo bene che la mia amica aveva un debole per i ragazzi che usavano vestirsi in quel modo.

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