4. Bianco come il latte

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"Giuro che potrei stare qui tutto il giorno" dissi a Emily mostrandole i miei occhi ammaliati alla presenza di tanti M&M's tutti insieme.

Non era la prima volta che andavo al M&M's world, ma tutte le volte che mi ritrovavo davanti a i tubi giganti stracolmi di quei dolcetti fantastici, tutti messi l'uno accanto all'altro come a rappresentare una grande cascata, mi emozionavo.

Rimanevo affascinata al pensiero che delle persone avessero potuto creare un posto così grande, fantasioso, pieno di colori, che spaziava nell'inventiva, sulla base di palline colorate ripiene di cioccolato. Io probabilmente non ci sarei mai arrivata e mi sarei limitata nel creare un negozietto, con qualche semplice M&M's qua e là, che potesse accogliere almeno 4 gatti, ma in fin dei conti la mia miglior qualità non era assolutamente l'ingegno.

"Chloe guarda qua, ci sono i brownies, non impazzire però, ti prego."

Mi voltai verso di lei e corsi in direzione dello scaffale che stava indicando.

"Mettersi a piangere per l'emozione vale come "non impazzimento?"

Si mise a ridere vedendomi eccitata in quel modo per così poco, e forse effettivamente risultavo un po' ridicola, ma non potevo fare a meno di sentirmi estasiata di fronte a tante cose che avessero come comune denominatore il cioccolato.

Continuammo nel nostro giro turistico per ancora un po' tra una risata e l'altra e quando ci ritenemmo soddisfatte dei nostri acquisiti, iniziammo a recarci verso la cassa per andare finalmente a deliziare ogni cosa che avevamo comprato.

Inutile dire che io avevo preso il doppio delle cose che invece aveva acquistato Em, ma non riuscivo a resistere a tutte quelle tentazioni sebbene sapessi alla perfezione che me ne sarei pentita una volta che mi si fossero presentate costellazioni di brufoli sul volto: le avrei considerate come ferite di guerra di cui andare fiera, perché niente avrebbe potuto annullare le sensazioni meravigliose che una bella scorpacciata di cioccolata era in grado di darmi, in qualsiasi forma essa si presentasse.

"Ciao, persona che mi ha rubato il portafoglio pur di farmi tornare nel suo bar per rivedermi."

A sentire quella frase balzai quasi in aria, facendo cadere una serie di tavolette di cioccolato, che erano appositamente disposte su un cubo di grandi dimensioni in mezzo alla grande sala.

Capii subito di chi si trattasse, come dimenticare la brutta persona che aveva fatto un colpo di stato al mio naso la mattina precedente.

Era proprio dietro di me, con dei jeans scuri ed una felpa nera addosso, completamente in contrasto con la sua pelle bianca come il latte. Mi domandai come facesse a stare senza giacca con un freddo così tagliente come quello che c'era in quel periodo invernale a Londra, ma poco me ne importava.

"Oh e andiamo! È uno scherzo? Sei una specie di pazzo maniaco che mi sta seguendo in qualsiasi posto io stia andando? No perché se è così dimmelo subito, almeno ho una scusa buona per barricarmi in casa senza muovermi nemmeno se pregata, e non mi parrebbe il vero." dissi, guardandolo dritto negli occhi con non poche difficoltà visto l'imbarazzo che mi incuteva il suo sguardo per non so quale strano motivo.

Forse perché non la smetteva di piombare all'improvviso nelle mie giornate, il che mi rendeva decisamente impreparata, e non avere le situazioni sotto controllo mi aveva da sempre messa in una condizione di forte disagio.

"Per la cronaca, ho pensato la stessa cosa di te vedendoti proprio qui, non mi sarei stupito se dopo il nostro incontro ti fossi innamorata a prima vista."

Emily era in mezzo a noi due, ci guardava come se fossimo due fuori di testa, non stava minimamente capendo che diavolo stesse succedendo, e tra l'altro nemmeno io dato che non mi capacitavo del perché quel tizio avesse deciso di darmi fastidio come hobby giornaliero.

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