5. Succo di mela

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Erano quasi le 18 del venerdì, ormai fuori era buio e l'atmosfera esterna era come inghiottita dalla nebbia, risultava faticoso capire che cosa accadesse fuori dal locale data la poca visuale.

Nel bar c'era un continuo via vai di persone, coppie di fidanzati che venivano a ripararsi dal gelo con una cioccolata calda, genitori che venivano a portare i proprio figli a fare merenda, ma anche donne e uomini sole che perlopiù si mettevano al bancone o nei posti più lontani da occhi indiscreti.

Erano loro quelli che preferivo osservare; prediligevo coloro che stavano in silenzio nei loro pensieri, piuttosto che chi tra questi amava intrattenersi in conversazioni urlanti al telefono, anche se a dirla tutta a volte mi divertivo ad ascoltare le conversazioni altrui.

Avevo però una particolare simpatia per chi mi lasciasse l'opportunità di immaginare che tipo di persona fossero, dandomi la possibilità di indovinare dal modo di mangiare o da come erano posizionati sulla sedia, da cosa avevano ordinato o da come si guardavano intorno.

Ogni venerdì c'era sempre una vecchia signora seduta al solito posto che ormai, per automatismo, era diventato di sua proprietà.

Stava sempre in silenzio e raramente diceva qualcosa in più se non per ordinare di continuo il succo di mela: finiva un bicchiere e ne richiedeva subito un altro. Non avevo mai capito il motivo di quel gesto e per un sacco di tempo avevo cercato di studiarla per arrivare ad una soluzione.

Era come se per lei ci fosse solo ed esclusivamente la sua persona nel bar, non faceva caso a niente e nessuno, probabilmente se fosse entrato qualcuno per una rapina lei non avrebbe battuto ciglio e avrebbe continuato a bere il suo succo.
Dopo diverso tempo in cui mi impegnai nell'analisi di quella signora, un uomo anziano che la conosceva bene dato il loro passato comune a causa delle amicizie che un tempo condividevano, mi spiegò quello che sapeva a riguardo.

La signora si chiamava Lidia ed era sposata con un uomo che purtroppo pochi anni prima l'aveva lasciata a causa di un infarto improvviso dovuto all'età.

Lui amava il succo di mela, ne andava proprio matto fin da quando era bambino, lo preferiva di gran lunga alla classica bottiglia di vino in tavola per cena. Prima che il bar diventasse di mia proprietà, i due avevano l'abitudine di recarsi nel locale precedente, per l'appunto ogni venerdì della settimana, in modo da dedicare ancora del tempo per loro per cercare di non lasciarsi spegnere dall'età, e l'uomo non faceva altro che ordinare succhi su succhi sotto l'occhio divertito della moglie.

Così, una volta rimasta sola, la vecchia signora aveva deciso di mantenere vivo il ricordo di suo marito in quel modo ed infatti puntualmente ogni venerdì era lì, al solito tavolo, con il succo di mela davanti.

Mi si stringeva il cuore a guardarla, chiunque le passasse accanto poteva pensare che fosse una normale donna a cui piaceva spendere un po' di tempo da sola probabilmente per scappare un po' dal caos di casa, in realtà dentro di lei c'era una storia ben più articolata visibile solamente per chi aveva l'occhio più attento.

Da quando avevo saputo la verità, ogni giovedì mi preoccupavo di accertarmi che ci fosse abbastanza succo di mela per la signora che sarebbe venuta il giorno dopo, perché non avrei mai voluto spezzare il suo momento di avvicinamento con l'uomo che amava, non me lo sarei perdonata, sapevo benissimo quanto per lei potesse essere importante un momento del genere.

"Chloe, la stai fissando." intervenne Bel, dando un freno ai miei pensieri.

"Oh... si nota tanto? È che davvero quella donna mi spezza il cuore."

"Lo so, ma se la guardi così insistentemente non cambierà qualcosa."

"Forse riesco ad assorbire un po' del suo dispiacere, lasciami stare è un processo impegnativo e non posso essere distratta!" dissi guardandola con l'aria di chi aveva una missione da compiere.

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