9. Donut

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Me lo sentivo nelle vene scorrere lentamente, il dolore di Em.

Riuscivo a sentire ciò che provava in ogni sua lacrima versata, forse non allo stesso livello perché era la sua vita e non la mia, ma ad ogni suo singhiozzo sentivo una forte fitta al petto colpirmi, e faceva male, tanto.

Nonostante tutto il peso che io mi portassi addosso da anni ormai, non mi sarei mai ritratta nel strappare via le urla implicite di sofferenza di chi amavo. Era proprio quello che volevo fare in quel preciso momento, appropriarmi io delle lacrime della mia amica.

Continuammo a cullarci Emily tra le braccia per svariato tempo, percepivamo solamente i suoi piccoli respiri che erano immediatamente seguiti dai nostri in totale sincronizzazione.

Teneva gli occhi chiusi e mi parve di sentire che piano piano il suo corpo si stesse ammorbidendo sotto le nostre carezze, come se davvero attraverso quei piccoli tocchi stessimo riuscendo a scacciarle via parte delle sue numerose angosce.

"Em..." dissi sottovoce con il viso poggiato sulla sua spalla.

"Mmm..." mugolò stando bene attenta a mantenere gli occhi chiusi.

"Puzzi..." le sussurrai all'orecchio, riuscendo a farle aprire gli occhi che automaticamente si rivolsero verso i miei per guardarmi confusa.

"Tanto?" chiese in modo così innocente che mi fece venire voglia di abbracciarla ancora più forte.

"Sì, di cane bagnato." continuai, rimanendo il più seria possibile e mimando un'espressione quasi di disgusto.

"Dai Chloe smettila! Bel, puzzo davvero?" chiese rivolgendo il suo sguardo verso Bel in cerca di conforto.

"Non si può dire che profumi di rose, ma ci vai bene anche così!" rispose accarezzandole la guancia ancora bagnata per le lacrime.

"Non illuderla bugiarda che non sei altro! Ti sta mentendo Em, nessuna di noi vuole starti accanto se emani quest'odoraccio nell'aria, perciò sei pregata di alzarti per porre rimedio a questa catastrofe.
Possibilmente cerca di non sventolarti troppo mentre ti muovi altrimenti credo che potrei morire intossicata." dissi tappandomi il naso e guardandola con aria apprensiva.

Ovviamente stavo esasperando la situazione come spesso facevo, l'unica cosa che volevo fare in quel momento era strapparle un sorriso perché vederla in quello stato mi distruggeva.

Non ero mai stata più di tanto brava con le parole, solitamente adoperavo sempre la carta del pagliaccio per poter far star meglio chi avevo accanto ed in quel momento, mi sembrava essere la tecnica migliore per cambiare un minimo l'umore di Emily.

Entrambe mi guardarono esattamente come erano abituati a fare due genitori dopo l'ennesima marachella del figlio, ed effettivamente mi rivedevo molto in quel ruolo.

Nonostante ciò, notai comunque un cambiamento di espressione sul volto di Em, che dopo la mia uscita molto divertente, almeno per me, aveva deciso di mettere finalmente fuori il muso dalle coperte sostituendo la sua posizione a riccio con quella tipica da letto d'ospedale, ma era pur sempre un miglioramento.

"Che sta succedendo in quella testolina?" chiese Bel delicatamente, facendo un piccolo cenno con il capo verso Em, che non riuscì a reggere il suo sguardo.

Era proprio vero, in ogni gruppo di amiche ciascun membro ricopriva un ruolo particolare, e se io ero il clown di turno, Bel era decisamente quella che rimetteva insieme i pezzi di tutte noi senza troppa difficoltà; era la nostra colonna portante, sia io che Em senza di lei saremmo crollate, ed il dolore sarebbe stato talmente forte che la nostra caduta avrebbe causato sicuramente un rumore non indifferente.

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