26. Deserto

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Bel's pov

Ero terrorizzata dalle risposte che avrei potuto ricevere quel pomeriggio, e d'un tratto ogni mia paura si era tramutata in realtà, senza che ebbi nemmeno il tempo di rendermi davvero conto di quello che stava accadendo.

Dentro di me avevo il deserto.

Arido, secco, soffocante.

Come lo avrei detto ai miei genitori?

Alle mie amiche?

Come avrei potuto comunicare una cosa del genere a Chloe?

Non riuscivo a smettere di torturarmi la mente senza sosta, chiedendomi di continuo quale fosse la ragione per cui il mio corpo avesse smesso di funzionare nella maniera corretta.

Cosa non andava in me?

Che cosa avevo sbagliato?

Mi trovavo in mezzo alla strada, appena fuori dallo studio medico dentro la quale, solo pochi attimi prima, vi ero entrata dentro con così tanta speranza ed illusione, da aver reso il boccone ancora più amaro di quanto lo sarebbe stato già di per sé.

Non sapevo dove andare, né tantomeno chi chiamare, mi sentivo completamente spaesata e non ero in grado di prendere l'auto per tornare a casa, non ero abbastanza lucida.

Non era possibile, doveva essere solo un brutto incubo.

Agguantai tremolante il telefono in mano che avevo disperso nella mia borsa caotica, e digitai il numero della prima persona che mi venne in mente per venire ad aiutarmi.

"Ciao...scusami se ti disturbo... ma ho bisogno... puoi raggiungermi?" chiesi, con estrema difficoltà a parlare per il peso allo stomaco che sentivo in quel momento.

"Sono fuori dallo studio medico della dottoressa Hill... vicino il nuovo Starbucks... mi troverai sulla strada." continuai, per poi ringraziare con le poche forze che avevo, e riattaccare il telefono.

Mi presi la testa tra le mani, e mi lasciai cadere a peso morto sul muro che accoglieva lo studio, e che probabilmente mi avrebbe sporcato tutti gli abiti che avevo indosso, ma in quel momento non me ne importava un bel niente.

Perché a me?

Non riuscivo a smettere di chiedermelo.

In testa avevo unicamente l'immagine dei miei genitori con il viso devastato nell'apprendere una notizia di quel tipo, e gli occhi di Chloe, la mia Chloe.

Avevo il terrore di come avrebbe potuto prenderla, non sapevo minimamente come avrei potuto trovare il coraggio per dirglielo.

Forse era meglio nasconderlo a tutti, aspettando e sperando che il problema si risolvesse?

Avrei evitato che le persone attorno a me soffrissero, così che nessuno aggiungesse un nuovo problema alle loro vite.

Ma sarei riuscita ad affrontare tutto, da sola?

Avevo troppa paura.

Ma non era una paura normale, era una di quelle che ti paralizzava, che non ti permetteva di muovere alcun passo senza l'appoggio di qualcuno.

"Bel... che succede?" sentii dire improvvisamente, quando alzai la testa e lo vidi di fronte a me con gli occhi preoccupati.

"Max..." dissi, per poi corrergli incontro e scoppiare a piangere sul suo petto.

"Sono qui Bel, non me ne vado... io sono qui." disse, mentre delicatamente mi accarezzava la testa lasciando che io sfogassi tutta la mia angoscia tra le sue braccia.

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