13. "E poi? Come farai?"

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Nathan's pov

"Stai giocando con il fuoco, Nate." mi disse Max guardandomi con fare un po' giudicante, anche se sapevo benissimo non fosse quello il suo intento primario.

"Max, è complicato. Per favore non renderla più difficile di quello che è." risposi duramente, probabilmente perché sapevo bene che in fondo non aveva tutti torti, ma non volevo accettarlo.

"Sei tu che la stai complicando Nate, lo sai bene anche tu che stai facendo ben oltre quello che invece dovresti fare, e se continui così farai del male a molte persone, sopratutto a Chloe. Lei la distruggerai completamente."

La distruggerai completamente.

Quelle parole furono come una lama dritta nel petto, il vociare delle altre persone intorno a noi sedute nelle varie zone del parco divennero pressoché inesistenti, riuscivo a percepire solamente le parole dure del mio amico Max.

Mi sentivo costantemente in equilibrio su un filo sottilissimo, con un vento fortissimo che rendeva la probabilità di cadere giù e creare un grande disastro sempre più alta.

Ma era più forte di me, non riuscivo a starle lontano, come invece avrei dovuto fare senza esitazioni.

"Stai esagerando Max, cosa sto facendo di male? Lo sai che tutto questo serve a me in prima persona. Non succederà niente non ti preoccupare, andrà tutto bene e a tempo debito si risolverà tutto." risposi, un po' titubante delle mie stesse parole.

Doveva andare bene, non potevo permettere che andasse diversamente.

La verità era che sapevo bene che stavo correndo un rischio più grande di quello che potevo prendermi, ma quegli occhi verdi che mi perseguitavano costantemente in ogni notte costretto insonne, mi rendevano impossibile di allontanarmi.

Mi odiavo per questo, perché sapevo bene che il mio sembrava essere il gesto più egoistico della storia, e forse lo era, ma dopo tutto il patimento che avevo trascorso e che per forza di cose, stavo continuando a vivere, i piccoli attimi che trascorrevo con Chloe erano gli unici che non mi facevano sentire quel dolore incessante nelle ossa.

"E poi? Come farai?" mi chiese Max dando un freno alla mia fuga di pensieri e guardandomi dritto negli occhi, facendomi quasi intenerire per la preoccupazione che mi era possibile scorgere nel suo sguardo.

"Non lo so Max, spero solamente che tutto ciò che succederà non faccia troppo rumore." risposi.

"Tu ti sei completamente rincoglionito con questa storia! Come pensi che non faccia rumore? Ti sei forse dimenticato che tu sei..."

"Chiudi la bocca cazzo, sei fuori di testa? Ti sei forse reso conto che siamo in un parco circondati da altre persone?" risposi minaccioso ma mantenendo comunque il volume della voce basso per cercare di distogliere l'attenzione che inevitabilmente, avevamo un pochino catturato.

"Ma di che ti preoccupi? È tutto talmente tanto assurdo che non ci crederebbe nessuno, fatico ancora io a crederci, figuriamoci un paio di persone sconosciute al parco!" rispose Max con un velo di agitazione.

"Scusami, sono solo preoccupato. Questa situazione è assurda e non voglio che nessuno si faccia male. Ti chiedo solamente di fare attenzione e di ponderare bene qualsiasi tua azione Nate, perché qualsiasi cosa tu faccia avrà delle conseguenze molto forti, e questo tu lo sai bene." disse poi in un fiato, mantenendo la sua mano sulla mia spalla come a darmi tutto il conforto di cui sapeva benissimo che avevo bisogno.

Per questo era il mio migliore amico ed era la prima persona a cui mi ero rivolto anni addietro. Sapevo che di lui mi potevo fidare ciecamente.

Non risposi alle sue raccomandazioni, mi limitai solamente a guardarlo negli occhi per poi abbassare la testa verso il basso confuso e rammaricato.

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