Ammirare tutto - Alex Wyse

5. Amiamo quello che fa male.

Sono seduta in giardino a fumare una sigaretta, quando la voce di Alex mi distoglie dai pensieri.

“Liv?” mi chiama.
“Sì?”
“Dobbiamo pulire” dice, facendomi un mezzo sorriso.
“Arrivo” rispondo, facendo un ultimo tiro e gettando la sigaretta nell’apposito contenitore.

Lo raggiungo dentro, poso il giubbotto e vado in camera per prendere le cuffie e l’mp3.
Inizio a spolverare il soggiorno e la cucina, mentre Alex si occupa delle camere da letto di tutti.

“Perché amiamo quello che fa male, ciò che fa bene lo lasciamo andare” canticchio, intenta a togliere la polvere dal pianoforte nero.
“Non sapevo sapessi cantare” dice qualcuno, facendomi sussultare.
“Mi hai spaventata” dico ad Alex che è appena entrato nella stanza, portandomi una mano sul petto.
“Scusa, non volevo” ride divertito.
“E comunque non so cantare” affermo, alzando le spalle.
“Secondo me sì” dice guardandomi. “Ma non quanto me” continua, con fare orgoglioso.
“Quello mai” sorrido, sinceramente.
“Però almeno canti le canzoni giuste” risponde ed io mi acciglio.

So a cosa si riferisce.
‘Amiamo quello che fa male.’
Faccio per pensarci su, poi mi giro a guardarlo, mentre passa una pezza bagnata sul pavimento.

“O forse, accettiamo l’amore che crediamo di meritare” dico, facendo riferimento ad una frase di uno dei miei film preferiti in assoluto.
“E tu credi di meritare questo ‘amore’?” dice, marcando la parola amore facendo le virgolette con le dita.
“Forse… ma non voglio parlarne. Ti stai distraendo” lo rimprovero, facendo riferimento al fatto che sta passando sullo stesso punto da due minuti.
“Colpa tua” sorride beffardo.

Sento le guance andare a fuoco.
Odio l’effetto che mi fa questo ragazzo senza neanche sapere il perché.
Non voglio sentirmi così, non è giusto.

“Non è colpa mia” dico offesa, cominciando a riposizionare le sedie al proprio posto dove il pavimento è ormai asciutto.
“Aspetta, ti do una mano” dice, vedendomi in difficoltà.
“Ce la faccio, Alex” sbuffo contrariata.
“Scusami se volevo essere gentile.”
“Figurati” rispondo ironicamente.

Sono ormai passati tre giorni da quando ho litigato col mio ragazzo e di lui, non c’è stata traccia alcuna.
Non ha risposto al mio messaggio, non ha risposto alle mie chiamate, non ha risposto neanche agli altri mille messaggi che gli ho mandato.
Sbuffo, pensando a quanto se la fosse presa per uno stupido video dove non è successo assolutamente niente.
Io ed Alex siamo soltanto amici, forse neanche così tanto.
Non ci parliamo spesso, o meglio, non ci parliamo come parlo con tutti gli altri. Come con Luigi, ad esempio.
Con lui ho stretto un legame fortissimo, gli voglio già un gran bene e so di potermi fidare di lui, di poter contare sempre su di lui.
Quasi come se l’universo volesse darmi un segno, vedo il cantante di Zerbi fare rientro dopo le prove.

“Hey” mi saluta, lasciandomi un piccolo bacio sulla guancia, prima di dirigersi in camera.
Lo seguo, mentre gli chiedo come sia andata la giornata.
“Bene, tutto sommato. Sono solo molto stanco” dice, prima di buttarsi a peso morto sul letto. “Chi ha pulito?” domanda, notando tutti i suoi vestiti in ordine rispetto alla mattina precedente.
“Io ed Alex” rispondo, sedendomi sul bordo del letto azzurro.
“Tu ed Alex, eh?” dice, con un ghigno sul volto.
“Non ti ci mettere anche tu” sbuffo, alzando gli occhi al cielo.
“Se non sono solo io a pensarlo, forse qualcosa di vero c’è” continua, sorridendo.
“Non c’è niente, Lu. Vi siete solo tutti fatti condizionare da uno stupido video mandato in onda. Sono fidanzata ed amo il mio ragazzo. Stop” dico convinta.
“Ancora per poco” dice contrariato.
“Come, scusa?”
“Ancora per poco, Lidya. Lo dico per te… e lo sai anche tu.”
“Non è ancora per poco” rispondo, incrociando le braccia al petto.
“Ti ha richiamata?”
“No.”
“Ti ha risposto ai messaggi?”
“No.”
“Ti ha chiesto scusa?”
“No…”