“È la vigilia, sveglia!” urla Carola, ma io infilo la testa sotto il cuscino per poter continuare a dormire.
“Vattene via” provo a dirle, ma non funziona. Sento le sue mani scuotermi da sopra le coperte e comincio a lamentarmi. “Non voglio, oggi resto qui… e anche domani, ciao.”
“Lidya alza il culo da questo letto perché ti giuro che ti faccio uscire a modo mio” continua e scoppio a ridere. Caccio per un momento la testa fuori dal guscio e la vedo con le mani sui fianchi mentre aspetta qualche mio segno di vita.
“Non penso proprio, adesso lasciami dormire.”
Appena mi rimetto sotto le coperte, sento dei passi farsi sempre più lontani e quindi tiro un sospiro di sollievo all’idea che abbia lasciato perdere.Come ho già detto, il Natale e tutte le feste che si porta dietro io lo odio e non voglio festeggiarlo. Mi mette troppa tristezza addosso, un’angoscia inspiegabile che mi fa solo star male.
Faccio per riaddormentarmi, ma una folata di aria fredda attraversa il mio corpo a causa delle coperte che sono ormai finite sul pavimento.
“Carola, ho detto-”
“Non sono Carola” risponde Alex, prendendomi in braccio con una mano sotto le mie gambe ed una sotto la schiena, a mo’ di principessa.
“Alex mettimi giù subito!” protesto ed una volta varcata la soglia della cucina, mi mette effettivamente giù. “Ti odio… e anche a te” dico alla ballerina classica, puntandole un dito contro.Mi trascino pesantemente verso il bancone per fare colazione ed Alex prende posto accanto a me.
“Vuoi del latte?”
“Mh mh” mugugno, poggiando la testa sulla mano.
Lo osservo versare il liquido bianco all’interno di una tazza, seguito da qualche cucchiaio abbondante di polvere di cacao. Sorrido a quel gesto, si è ricordato quanto mi piaccia abbondare con il cioccolato la mattina, altrimenti proprio non riesco ad affrontare la giornata.
Mette tutto all’interno del microonde ed attende pazientemente un minuto, prima di posare la tazza fumante davanti i miei occhi.
“Grazie” gli sorrido sinceramente e lui mi scompiglia i capelli, prima di sedersi accanto a me.Anche Luigi ed Albe raggiungono la cucina, sedendosi proprio di fronte a noi.
“Come stai?” mi chiede il cantante di Rudy Zerbi ed io semplicemente alzo le spalle.
“Sto che vorrei dormire, ma qualcuno non me l’ha permesso” rispondo muovendo la testa nella direzione del moro.
“Non lamentarti che ti ho anche preparato la colazione” punzecchia.
“Non te l’ho mica chiesto” asserisco e lui, con un gesto veloce, ruba la tazza mezza piena dalle mie mani.
“Allora questo finisco di berlo io, tu puoi fartene un altro” dice, facendo ridere i due ragazzi che stanno assistendo a questo mini teatrino.
“Dai Alex” sbuffo allungandomi verso di lui, ma mi spinge via con un braccio.
“Chiedi scusa.”
“Non lo farò” incrocio le braccia al petto.
“Allora questa la bevo io.”
Lo osservo portarsi la bevanda vicino le labbra, prima di scusarmi sinceramente (o quasi) con lui.
“Okay, okay, scusami!”
Alza un sopracciglio e comincia a ridere guardandomi.
“Mi dai il mio latte o no?”
“Ecco a lei, signorina.”
“Idiota” borbotto e lui di rimando mi fa il dito medio.Sono stesa sul letto di Carola mentre lei gira per la stanza al telefono con la sua famiglia.
Sono tutti impegnati in una conversazione con i loro cari, tutti tranne me.
Onestamente, non ho avuto neanche il coraggio di accendere il telefono: è l’unico rimasto nella sua scatola. In questi due giorni di festa, non abbiamo limite per poterlo utilizzare, il problema è che io, invece, non ho motivo di utilizzarlo e forse ho anche un po’ paura di ritrovarci telefonate indesiderate.
“Dov’è Lidya?” sento dire da qualcuno in lontananza.
“L’ho vista con Carola prima, credo sia ancora con lei” risponde un altro.
Questa è l’ultima cosa che sento prima di vedere Luigi entrare in stanza.
“Che stai facendo?” chiede venendosi a sedere sul letto accanto a me.
“Aspetto che Carola finisca di parlare con le sue galline” ridacchio, contagiando poi anche lui.
“Non hai acceso il telefono?”
“No.”
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Ammirare tutto - Alex Wyse
RomanceÈ stato forse quando ha raccolto da terra i mille pezzi di me che ho capito davvero cosa fosse l'amore: l'esatto contrario di quello che avevo assimilato durante tutta la mia vita, durante gli ultimi tre anni, facendomi del male. Capirsi, accettarsi...