20. Incomprensioni.

1.7K 95 7
                                    

Sono sul divano grande accanto alla cucina con Mattia.
Oggi è particolarmente giù di morale ed io, con Christian e Carola, sto cercando di farlo sentire un po’ meglio, almeno quanto posso.
Prima si sono messi a raccontare di alcuni momenti, quando io ancora non ero nella scuola di Amici, che hanno passato tutti insieme e che non hanno mai trasmesso nei daytime, come ad esempio alcuni compleanni dei ragazzi.
Mi hanno raccontato di quando, al compleanno di Nicol, mentre festeggiavano tutti insieme improvvisamente hanno cominciato a lanciarsi la panna della torta ovunque, facendola finire pure sui muri beccandosi una piccola sgridata da parte di Maria.
Penso a quanto mi sarebbe piaciuto essere qui dentro fin dal primo istante, con loro e con chi ha abbandonato la scuola prima di me.
Mi hanno parlato di Guido, il ballerino che è stato sostituito al posto di Cristiano, e mi hanno raccontato quanto fossero legati a lui, alla bella persona che era. Che ogni tanto lo sentono sempre, gli mandano un sacco di messaggi e, quando possono, si videochiamano sempre.
“Dobbiamo fartelo conoscere” commenta Carola stesa accanto a Mattia, mentre gli accarezza leggermente i capelli.
“Vero, secondo me voi due sareste diventati proprio migliori amici” dice Christian, seduto dall’altra parte, vicino a Mattia.
“Dai, magari poi fuori da qui organizziamo qualcosa” dico, guardandoli tutti e tre.
“Assolutamente, una volta fuori da qui dobbiamo organizzare tantissime cose, non potrei accettare il fatto di non vedervi più” afferma Christian.
Comincio per un attimo a pensare alla mia vita fuori da questo programma: vorrei trovarci qualcosa di bello, di positivo, uno slancio verso il mio futuro, per la mia carriera, ma in realtà questo pensiero mi mette solo tanta ansia e frustrazione.
Pensare che lì fuori non ho più nessuno su cui contare, una casa dove stare.
Cosa farò una volta fuori da qui? Dove andrò?
Non posso certo cercarmi una camera di un albergo e starci per sempre.
Dovrò cercarmi una casa innanzitutto, ma prima ancora un lavoro per potermi mantenere decentemente e tutto questo mi preoccupa tanto.
Mi spaventa il fatto che questo nuovo anno sarà letale per la mia salute mentale, non voglio caderci di nuovo, non più.

“A che pensi?” mi chiede Carola, vedendomi persa a giocherellare con gli anelli che ho sulla mano, in particolare, con quello di Alex che non ho mai tolto, neanche per un secondo.
“A quando uscirò da qui” ammetto sincera, girando poi la testa nella sua direzione.
“Cosa ti preoccupa?”
“Non sapere dove andare o cosa fare” dico, abbassando lo sguardo.
In realtà anche parlarne mi mette a disagio, sapere che sono l’unica in queste condizioni e non sapere cosa fare mi fa sentire un po’ fuori posto.
“Lidya, lo sai che se non hai dove andare puoi stare da me quanto vuoi, non ti lascerei mai nei casini da sola” dice.
“Non potrei mai chiederti una cosa del genere. Ti ringrazio, ma devo cavarmela da sola, prima o poi dovrò comunque farlo, quindi tanto vale iniziare subito” rispondo secca alla mia compagna di ballo.
Se mi aggrappassi a qualcuno, mi illuderei solo di stare in un posto sicuro che però non è il mio e, prima o poi, dovrò comunque affrontare il mondo lì fuori. Farebbe solo più male.
“Certo e ti capisco bene, ma all’inizio avrai sicuramente bisogno almeno di un appoggio per cominciare a cercare qualcosa e sappi che io ci sono, sempre.”
“Ci sono anch’io” si intromette Christian che nel frattempo aveva ascoltato tutto il nostro discorso in silenzio.
Faccio per rispondergli, ma veniamo improvvisamente interrotti da un vociare sempre più forte alle nostre spalle.
Mi giro per vedere cosa sta succedendo e noto tutti i ragazzi riuniti in cucina a discutere di non so cosa.
Mi alzo velocemente dal divano e raggiungo la stanza in questione, andandomi ad appoggiare sul piano in marmo al centro, vicino a Cristiano e Serena.

“Che succede?” chiedo un po’ a tutti, in realtà.
Vedo Luigi è seduto sul tavolo della cucina che ascolta con sguardo accigliato che mi indica con il dito il casino che c’è sul ripiano dove io mi sono appena poggiata.
“Di quello” risponde lui, facendomi voltare verso l’infinità di cose sparse alle mie spalle che Alex sta cercando di sistemare al proprio posto.
“Secondo me a volte serve puntare il dito, perché sennò parliamo sempre in generale” interviene lui, guardandoci per una frazione di secondo.
Io, Luigi, Cristiano e Serena cominciamo ad aiutare il moro a sistemare quello che qualcun altro ha lasciato sparso per la cucina, anche se non lo trovo giusto.
Sono sempre le stesse persone che puntualmente cercano di ordinare le cose per non arrivare, di nuovo, ad un provvedimento disciplinare, ma a quanto pare sembra sia sempre l’unica soluzione per fargli capire che devono fare qualcosa ogni tanto e non stare sempre a girarsi i pollici mentre gli altri puliscono casa.
“Dovremmo metterci a tavolino e spiegare queste cose” interviene Cristiano mentre chiude meglio qualche pacco di biscotti.
“No, non funziona così” controbatte Alex.
“Ma sono cose talmente elementari queste” continua Cristiano, ma viene nuovamente interrotto dal cantante.
“No, fidati, fidati. Le cose elementari non si faranno mai qua, puoi dirlo anche un’infinità di volte” ribatte secco, cominciando a gesticolare.
“E che vuoi fare?” chiede a questo punto Cristiano, guardandolo.
“Ti incazzi” sputa fuori Alex, alzando le spalle. Come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

Ammirare tutto - Alex Wyse Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora