6. Insieme.

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"Dorme ancora?" sento dire da qualcuno, ma non ci faccio troppo caso, girando la testa dall'altra parte sistemandomi meglio. Il calore che ho addosso è troppo bello per poterlo lasciare andare.
"Sì, non si è mossa da questa posizione per tutta la notte" risponde qualcuno, ma la voce arriva troppo ovattata alle mie orecchie per capire chi sta parlando.
"Tra un po' svegliala che ha lezione."
"D'accordo."

Un bacio sulla mia testa è tutto ciò che percepisco, seguito da una forte presa sulla mia schiena. Apro leggermente gli occhi e faccio per richiuderli, finché mi rendo conto di non essere nel mio letto.
Apro di nuovo gli occhi e mi volto di lato quando incontro gli occhi di Alex.

"Bentornata nel mondo reale" mi sorride dolcemente.
"Alex?" domando confusa, poi mi ricordo della sera precedente. "Oddio scusami" continuo mettendomi seduta e sfregando le mani sul viso. "Non volevo passare la notte qui, dovevo andare in camera mia, io non-"
"Lidya, è tutto okay" ridacchia, guardandomi.
"Ti avrò dato sicuramente fastidio, avrai dormito malissimo, mi dispiace" provo a dire, ma mi blocca ancora.
"Va tutto bene, sul serio. Ti sei addormentata e non volevo svegliarti per riportarti in camera, quindi mi sono semplicemente sistemato meglio sotto le coperte e mi sono addormentato anch'io" dice sincero, osservandomi.

Sento il viso andare a fuoco.
Alex qui, mezzo assonnato che mi guarda ed io che ho dormito tra le sue braccia, nel suo letto.
Non dovrei essere neanche qui.

"Non dovrei essere qui, io..."
"Liv."
"I-io, io devo andare" dico, uscendo velocemente.

Corro in stanza e guardo l'orario.
Quando mi rendo conto di avere mezz'ora di tempo, corro a farmi una doccia veloce.
Indosso tutto il necessario per la lezione di classico di oggi e mi dirigo verso la porta d'uscita, notando solamente Alex ed Elena in cucina.
"Ma dove sei finita stanotte?" chiede quest'ultima, ma la liquido velocemente.
"Dopo ti racconto, sono in ritardo!" urlo, facendoli ridere entrambi.
"Non me la racconti giusta" è l'ultima cosa che riesco a sentire, prima di correre in sala dalla maestra.

Comincio ad allenarmi sotto osservazione della Celentano, mentre di tanto in tanto urla qualche correzione.
"Dritta quella schiena!" ripete, mentre mi sistemo meglio.
"Più veloce, più veloce" continua, facendo riferimento ai miei salti con le punte.

Una volta terminati gli esercizi di riscaldamento, la maestra mi richiama verso il pezzo di plexiglass che ci divide.
"Allora, Lidya" comincia indossando gli occhiali.
"So che stai preparando già una coreografia di classico, ma mi piacerebbe che tu affrontassi anche un passo a due con Christian" dice, guardandomi.
Annuisco, mentre un po' d'ansia comincia ad impossessarsi di me al pensiero che la puntata è tra soli due giorni.
Quasi come se volesse leggermi nel pensiero, la Celentano riprende il suo discorso.
"Lo so che la puntata è vicina, ma proprio per questo motivo il passo a due sarà esclusivamente hip-hop" afferma, mentre mi sento un secondo più sollevata.
"Ne ho già parlato con il maestro Todaro ed anche lui è d'accordo. Ho bisogno di vedere come ve la cavate nel vostro stile, in coppia. Voglio vedere complicità, energia, passione. Ho bisogno di vedere che quello che fate vi piace realmente" dice, fissandomi attentamente.
"Va bene, maestra" rispondo, seria.
"Oggi pomeriggio, Christian ha lezione con Elena e Giulia, vai anche tu. Vi mostreranno la coreografia che hanno preparato per voi ed inizierete così a provarla. Ovviamente, nel frattempo, continuerai anche quella di classico che varrà come riconferma della maglia" conclude, avvicinandosi allo stereo.

Comincio a ballare la coreografia classica assegnatami più e più volte e continuo a provarla anche quando la maestra va via, salutandomi cordialmente.
La testa mi esplode, il pianto della sera precedente mi ha destabilizzata e non aver cenato mi ha ammazzata completamente.
È un brutto vizio che ho: quando sto male, mi si chiude lo stomaco e mi rifiuto anche solo di sentire l'odore del cibo.
Continuo a ripetere, ancora ed ancora, ma mi fermo quando mi rendo conto che la testa ormai fa troppo male.
Raccatto tutto ciò che c'è di mio nella stanza e mi dirigo in sala relax per prendere giubbotto e borsone.
Il rumore della porta lascia intendere che qualcuno è appena entrato e quando mi giro, noto Alex guardarmi attentamente.

Ammirare tutto - Alex Wyse Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora