19. Attimi.

2K 76 5
                                    

Vedo Alex staccarsi velocemente da me e tapparmi la bocca con una mano, prima di aiutarmi a scendere dal ripiano alto e spostarmi nell’angolo lontano dalla porta.
Con uno scatto veloce si sistema i capelli e apre un piccolo spiraglio di porta per poter parlare con colui che ha appena bussato.
“Che vuoi?” dice Alex seccato, facendo spuntare di poco la sua faccia.
“Ho interrotto qualcosa?” chiede Luigi, trattenendo una piccola risata.
No, Luigi, stavamo solo per scopare nel bagno, non hai interrotto nulla.
“Sì” afferma Alex e quasi non mi strozzo con la mia stessa saliva.
“Presumo che non state giocando più, allora” continua Luigi, beffardo.
Adesso esco e gli tiro un pugno in faccia se non la smette.
“Ciao Luigi” conclude il moro, prima di richiudere la porta alle sue spalle e sospirare.
“Volevamo dirvi che noi stiamo andando a dormire, comunque!” commenta ancora, prima di allontanarsi dalla porta ed uscire dalla camera.

Se potessi sparire in un istante, con uno schiocco di dita, lo farei in questo momento.
Non ho il coraggio di guardarlo negli occhi, non dopo quello che è appena successo. Non so come comportarmi, cosa dirgli, che cosa fare e neanche dove andare.
Vorrei uscire da qua dentro, cambiarmi e mettermi a letto, ma non riesco a muovere neanche un muscolo, sono come paralizzata sul posto e nella mia testa continuano a passare le scene di qualche secondo fa.
La sua figura si avvicina sempre di più alla mia, finchè non lo sento ridacchiare. Ma che ha da ridere?

“Hai intenzione di restare così fino a domattina?” mi domanda, ma io continuo a tenere lo sguardo rivolto verso il basso. Si fa scappare un’altra piccola risata, prima di rivolgermi ancora la parola. “Eppure non mi sembrava ti mancasse la voce fino a qualche istante fa-”
“Possiamo evitare commenti tecnici?” lo fermo all’istante alzando lo sguardo verso di lui, prima che possa dire qualsiasi altra cosa che possa mettermi ulteriormente in imbarazzo.
“Quindi la voce c’è ancora” sorride, incrociando le braccia al petto.
“Senti, mi dispiace” comincio, ma vedo il suo sguardo stranirsi alle mie parole.
“Ti dispiace per cosa?”
“Per quello che è successo, Alex.”
“A me no.”
Il mio cuore prende a battere di nuovo velocemente, lo sento fare mille capriole, quasi non riesco a credere a quello che mi ha appena detto. Pensavo fosse più pentito di me… non che io lo sia, ecco.
“No?” chiedo, mordendomi nervosamente l’interno guancia non sapendo che risposta aspettarmi da lui.
“No, Liv. Non scherzavo quando ti ho detto che ti desideravo da tutta la sera” commenta, prima di avvicinarsi ancora di più a me per accarezzarmi leggermente il braccio scoperto.
Una scia di brividi prende possesso del mio corpo al suo tocco così delicato quanto ardente. Ha un potere su di me che non riesco a controllare.
Porta la sua mano sul mio viso facendo scontrare i nostri sguardi per un tempo che a me sembra davvero infinito.
“Andiamo a dormire?” cerco di dire con voce spezzata, mettendo fine a questa situazione imbarazzante che si è creata.
Mi accarezza con il pollice la guancia e sorride lievemente.
“Solo se dormi con me” sussurra lui.
“Secondo me stai avendo questo privilegio un po’ troppo spesso” scherzo, dandogli un pizzicotto sul fianco che lo fa ridere leggermente.
“Cosa? Il privilegio di dormire con te?”
“Mhmh” affermo convinta.
“Al massimo il privilegio è tuo” dice, indicandomi con l’indice e facendomi ridere.
“Non penso proprio” ribatto.
Poi, lo vedo prendere la sua giacca di jeans che ormai faceva compagnia al pavimento già da un po’, prima di ritornare in camera per metterla all’interno del suo armadio.
Esco dal bagno anch’io, constatando che in camera non ci fosse nessuno, e sciolgo i capelli che sono ancora legati in maniera disordinata sulla mia testa.
“Dove sono gli altri?” domando non vedendo né Luigi né Luca in camera.
“Non lo so, Luigi ha detto che andavano a letto” risponde Alex scrollando le spalle.
“Allora vado a mettere il pigiama” dico, prima di aprire la porta della sua camera.
“Poi torni?” chiede e potrei giurare di sentire un briciolo di speranza nella sua voce.
“Poi torno.”

Ammirare tutto - Alex Wyse Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora