23. Spero un giorno di rubare anche il tuo.

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La domenica mattina è ovviamente la giornata che preferisco di più: non ci si sveglia presto per andare a lezione, la mia testa è leggermente più tranquilla per essersi riposata più a lungo e durante il resto della giornata ci si può rilassare tranquillamente, senza essere richiamati da nessuno. L’unica preoccupazione sono i turni delle pulizie che bisogna rispettare se non si vuole arrivare ad un altro provvedimento, ma siamo già abbastanza pieni di questa situazione.
Verso le dieci di mattina siamo quasi tutti operativi tra chi sta facendo colazione e chi è impegnato a chiacchierare sulle gradinate. Io, non appena finisco di sistemarmi per stare il più comoda possibile, raggiungo la camera di Alex, Luca e Luigi proprio alla ricerca di quest’ultimo per chiedergli un favore.
“Si può?” chiedo, facendo sbucare la mia testa per scrutare all’interno della stanza, non trovandoci nessuno.
Noto però la porta del bagno aprirsi, rivelando Luca intento a farsi la barba e questa scena mi fa ridere un po’.
“Che c’è?” chiede lui, notando il mio volto divertito.
“Nulla, sei buffo” commento, indicando la schiuma bianca sparsa sulla sua faccia.
Lui alza gli occhi al cielo ormai rassegnato ai miei soliti commenti.
“Cerchi qualcuno in particolare?” domanda poi rientrando in bagno e continuando la sua opera, concentrandosi davanti lo specchio.
“In realtà cercavo Luigi, ma non credo sia qui” rispondo, alzando le spalle.
“Complimenti, Sherlock” mi sfotte ed io gli faccio una linguaccia che spero colga, nonostante non mi stia guardando. “Non so dove sia, comunque.”
“Vabè, prendo in prestito la sua chitarra, non credo gli dispiaccia ma nel caso tu lo vedessi prima di me diglielo, okay?” lo avviso, avvicinandomi poi all’oggetto in questione posto proprio vicino al suo letto che prendo delicatamente.
Non faccio caso alla sua risposta perché sono praticamente già fuori dalla stanza, pronta a raggiungere le gradinate, sedendomi sulla parte più alta e più larga per stare comoda.

Comincio a suonare qualcosa a caso, qualche canzone che ricordo abbastanza bene e che mi risulta facile, accompagnandomi di tanto in tanto con la voce, senza però farmi sentire da nessuno.
È una cosa che mi ha sempre rilassata e che ho sempre trovato bella fin da bambina. Solitamente mi ritrovavo a suonare e canticchiare in cameretta, sul letto accanto la finestra mentre osservavo il mondo fuori. Era ed è tutt’ora un modo per svagare un po’ con la testa, con i mille pensieri, cullandomi semplicemente dal suono dolce delle corde.
Ricordo che una delle prime canzoni che imparai a suonare fu ‘Amnesia’ dei 5 Seconds of Summer e mi divertivo a registrarmi con il telefono tanto per perdere un po’ di tempo.
Chiudo gli occhi mentre pizzico con le dita i vari accordi, estraniandomi completamente dalla realtà circostante.
Mi blocco subito appena sento delle risate poco distanti da me, notando Alex ridere con Alice, la nuova ballerina.
Sono seduti sul divanetto blu infondo e riesco a scorgere a stento le loro figure, ma quanto basta per vedere loro due divertirsi e scherzare.
Quasi mi si stringe lo stomaco a vederli così vicini, a vedere lui così felice e sorridente con qualcun’altra, ma cerco di non pensarci troppo, non può infastidirmi vederlo così con un’amica, non ha alcun senso.

“Ti sei incantata?” dice qualcuno alle mie spalle, facendomi sobbalzare.
Luigi, che si è appena seduto al mio fianco, ride per la mia reazione prendendo subito dopo la chitarra dalle mie mani.
“Mi hai spaventata” dico, facendo una faccia contrariata.
“E tu hai preso la mia chitarra.”
“Volevo chiedertelo, ma non eri in camera” mi giustifico, alzando le spalle.
“Sto scherzando” risponde sorridendo. “Che stavi guardando?” continua poi.
“Nulla, mi sono solo incantata” mento, sperando possa bersi questa scusa.
“Sono solo amici.”
“Di che parli?” faccio la finta tonta, ma ormai lo conosco bene e so che non smetterà finchè non avrà ricevuto le risposte che cerca.
“Della tua gelosia” ride, suonando qualcosa a caso.
“Non sono gelosa” sbuffo. “E poi stavo suonando.”
“Sì, finchè non hai notato loro e hai smesso, quindi ora suono io, mi sembri impegnata ad osservare altro.”
“Mi sono solo distratta perché ho sentito delle voci, Lu” incrocio le braccia al petto facendo una faccia imbronciata.
“Vuoi parlarne?” mi chiede ed io non capisco a cosa vuole arrivare di preciso.
Lui è una delle persone con le quali ho legato di più da quando sono entrata, forse perché mi è stato vicino sin dall’inizio, da quando ho cominciato ad avere i miei primi problemi e non mi ha mai giudicata, restandomi accanto ed ascoltandomi sempre, cercando ogni volta le parole più giuste da dirmi. E lo apprezzo tanto, non ho mai ricevuto così tanto affetto in tutta la mia vita.
“Non c’è niente di cui parlare” rispondo, poggiando poi la mia testa sulla sua spalla.
“Non c’è niente di male ad ammettere i propri sentimenti” commenta e quasi mi strozzo ad ascoltare le sue parole.
Sentimenti? Ma quali sentimenti?
Lui ride per la mia reazione improvvisa ed io lo colpisco leggermente per farlo smettere.
“Dai, Lidya. Si vede da un miglio che ti piace” continua, facendomi alzare lo sguardo verso di lui per poterlo osservare meglio.
“Non mi piace, Lu” mi difendo, ma inconsciamente sento che nelle mie parole c’è qualcosa di sbagliato e che ostino a reprimere con tutta me stessa. “Mi sono appena lasciata” continuo, provando a mettere in chiaro le cose.
“E quindi? Non ci trovo niente di strano, onestamente.”
“Certo, come potrei farmi piacere qualcuno che conosco da poco più di un mese e che ho conosciuto da fidanzata?”
“Non ci trovo nulla di sbagliato, sembra quasi tu ti voglia giustificare con te stessa.”
Strofino ripetutamente le mani sul mio viso e sospiro.
La verità è che non lo so neanche io cosa mi prende da quando sono qui e non so cosa succede tra me ed Alex. Di quella sera, di quello che è successo in quel bagno, non ne ho parlato con nessuno, né con Carola, né con Elena e né con lui e non so se lui abbia fatto lo stesso.
È una situazione che mi manda in confusione e non so come gestirla perché sembra semplicemente una cosa più grande di me.
Lo guardo di nuovo e abbasso subito lo sguardo mentre cerco di formulare una frase sensata.
“Lui… mi ha detto che gli piaccio, ieri” mormoro, cercando di non farmi sentire da nessun altro se non dal cantante di fronte a me che pare invece sorridere dolcemente a questa confessione.
Lo guardo interrogativa.
“Me l’ha detto” dice, piegando la testa leggermente per potermi guardare meglio.
“Quando?” chiedo quasi stupita. Non immaginavo gliene avesse parlato, per un momento ho creduto lo avesse detto tanto per.
“Stanotte. Non voglio parlarne, onestamente. Non so cosa è successo tra di voi e non so se lui voglia che te ne parli, però mi ha detto che ti ha detto questa cosa, ieri” commenta, guardando di tanto in tanto alle mie spalle il moro con la ballerina, intenti ancora a ridere e scherzare.
Non so neanche cosa rispondergli.
Non mi è mai capitata una situazione così incasinata, non ho mai pensato di provare qualcosa per qualcuno al di fuori di Matteo e né ho mai pensato di piacere a qualcuno al di fuori di Matteo.
Mi sento quasi estranea a questa realtà che mi circonda e non so come affrontarla, penso sempre di sbagliare qualcosa e di non riuscire poi a risolvere e mettere a posto le cose.
“Come ti fa stare?” mi risveglia dai pensieri Luigi, facendomi voltare nuovamente verso di lui. “Questa sua confessione, intendo.”
“Non… non lo so.”
“Non lo sai o hai paura di ammettere qualsiasi cosa tu stia pensando?”
Mordo il labbro inferiore dal nervoso piegando la testa all’indietro.
“Io sto bene, quando sto con lui” confesso, continuando a guardare il soffitto sopra di me. “E mi fa sentire meglio la sua presenza e non so perché mi dia così fastidio vederlo con Alice adesso” dico poi, dando di nuovo una veloce occhiata ai due prima di strizzare gli occhi e tornare nella posizione precedente.
“Perché forse piace anche a te” prova a spiegare, ma scuoto la testa come a dirgli di no.
Non è così, è impossibile.
“No, gli voglio bene e mi piace che lui faccia parte della mia vita, tutto qui.”
“Quindi ti piace” ridacchia ed io lo fulmino con lo sguardo.
“Perché ti interessa così tanto saperlo?” domando poi a Luigi che si è appena alzato in piedi.
“Perché questa nuova te è più felice, diversa e siccome ti voglio bene” dice, porgendomi la chitarra che mi aveva sottratto prima e che afferro saldamente, “vorrei che tu fossi sempre così, soprattutto se è per opera di qualcuno” termina il suo discorso facendomi un occhiolino e raggiungendo la cucina, lasciandomi da sola lì sopra con mille interrogativi e più dubbi di quanti non ne avessi già prima.
La verità è che forse la mia concezione d’amore è contaminata da tutte le esperienze che in qualche modo hanno fatto parte della mia vita e che mi hanno fatto credere che quando una persona ti da tutto l’affetto di cui hai bisogno, poi, ti trascina giù con lei, costringendoti a starle accanto quasi come a ricambiare le loro iniziali attenzioni e a prenderti cura di loro perché alla fine te ne innamori perdutamente e non riesci ad accettare il fatto che quell’amore iniziale non esista più.
La verità è che forse Alex mi piace davvero, mi piace la sua compagnia, i nostri discorsi, i nostri silenzi e non vorrei mai che tutto questo tramutasse improvvisamente perché farebbe forse più male del solito. Lo sento, percepisco quanto questa volta sia diverso, è per questo che mi fa così paura.

Ammirare tutto - Alex Wyse Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora