10. Rotture.

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“Bravissima, così. Le punte, stendi meglio quel piede!”
Queste sono le parole che rimbombano alle otto del mattino in sala con la Celentano.
Non essendo arrivata ancora alcuna assegnazione in particolare, sto preparando una coreografia di classico per tenermi allenata.
“Va bene, Lidya. Devi solo stare più attenta con quelle punte, te lo dico sempre” mi rimprovera togliendosi gli occhiali e poggiandoli sulla testa.
Annuisco e riprovo la coreografia, tenendo a mente le correzioni.

A lezione terminata, raggiungo la sala relax totalmente vuota, se non fosse per la presenza di Alex seduto a fissare il nulla più totale.
“Ciao” lo saluto, attirando la sua attenzione.
“Ciao” ricambia, spostando lo sguardo su di me.
“Hai finito o ancora devi iniziare?” gli chiedo mentre infilo i pantaloni della tuta grigi sotto il suo sguardo.
Mi sento estremamente in imbarazzo con i suoi occhi puntati addosso.
“Ho appena finito.”
“E come mai sei ancora qui?” chiedo, curiosa.
“Ti aspettavo” continua, facendo spallucce.
Mi giro di scatto verso di lui, sorpresa da questa affermazione. Da quando Alex conosce i miei orari?
“Ho semplicemente notato il tuo borsone ed ho pensato avessi quasi finito” continua, come a leggermi nel pensiero.
Faccio l’ultimo nodo alle mie AirForce bianche prima di alzarmi e scontrarmi con lui. Non mi sono neanche resa conto che si fosse alzato e si fosse avvicinato così tanto.
Lo guardo dritta negli occhi mentre mi sposta una ciocca di capelli dalla fronte. Deglutisco rumorosamente a quel tocco che mi provoca una scarica di brividi per tutto il corpo e mi maledico mentalmente per non aver messo nulla addosso, perché deve aver notato le mie braccia che gli fanno spuntare un sorriso soddisfatto sul volto.
“Hai freddo?” mi stuzzica divertito.
“Sì” provo a dire, cercando di convincerlo che non fosse a causa sua.
Si sporge ulteriormente verso di me e sussulto facendo un passo indietro, andando a sbattere contro la parete gelida della stanza.
Prende il mio giubbotto che si trovava sull’appendiabiti dietro la mia schiena e me lo porge.
“Così non avrai più freddo” commenta beffardo.
“Grazie” dico in un sussurro, indossando l’indumento.
Sfiora con le dita il perimetro di quest’ultimo maneggiando poi con la zip che richiude totalmente, rimanendo con le dita in quella posizione.
Mi attira ancora più vicino a sé tirando il piccolo oggetto di metallo nero e trattengo il fiato quando i suoi capelli sfiorano la mia fronte.
“Andiamo a casa?” domanda silenziosamente.
“Mh mh” rispondo, non riuscendo neanche ad aprire bocca. La voce mi si blocca ancor prima di provare a parlare.
La sua mano destra si posa sulla mia guancia e comincia ad accarezzarmi di poco quel pezzetto di pelle, finchè qualcuno si schiarisce la voce, facendoci allontanare di colpo.
Noto Albe che è appena entrato in sala, seguito da Rea e Dario.

“Interrompiamo qualcosa?” chiede la bionda, guardando nella nostra direzione con fare malizioso.
“No, nulla, stavamo andando a casa” mi affretto a rispondere, prima di salutare tutti velocemente lasciando Alex indietro.

Avrei dovuto staccarmi da lui e invece i miei piedi erano completamente incollati al pavimento, così come il mio sguardo verso di lui.
Non mi piace per niente questa situazione e odio me stessa per ritrovarmici ogni volta, senza evitare neanche che succeda.
Non posso lasciarmi umiliare ogni volta in questo modo, Alex si sta prendendo gioco di me e gli piace da morire il fatto che io cadi continuamente in questa sua trappola.
Cosa vuole dimostrare, che può ottenere quello che vuole con quella sua finta faccia d’angelo che si ritrova o con quello sguardo malinconico sempre presente sul suo volto? Beh, si sbaglia di grosso se pensa che possa cascarci.
Non accetto di essere presa in giro in questo modo, non da lui.
La sera prima è lì in camera che mi abbraccia e mi asciuga le lacrime e il giorno dopo è il che mi provoca con i suoi maledettissimi sguardi.

Vado a farmi una doccia calda per sciogliere i nervi e scacciare dalla mente il pensiero di Alex.
Mi metto comoda e comincio a cucinare qualcosa, nonostante quello di oggi non fosse il mio turno, voglio rendermi utile e preparare qualcosa di buono.
Taglio qualche verdura, della cipolla e metto tutto in una pentola a cuocere.
Il moro è ancora sotto la doccia e ringrazio Carola e Cristiano che hanno appena messo piede in cucina, così da evitare l’imbarazzo con lui più tardi.

Ammirare tutto - Alex Wyse Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora