12. Contatti.

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Sono in camera a sistemare qualche vestito sparso ascoltando un po' di musica con l'mp3.
La voce di Justin Bieber sulle note di 'Stay' rimbomba nelle mie orecchie da qualche minuto ormai e, appena termina, la rimetto da capo.
È ciò che faccio ogni volta che penso di non aver prestato abbastanza attenzione ad una canzone che mi piace particolarmente, oppure quando credo di non aver assaporato bene quella parte che per me è la più bella di tutte.
Il brano ricomincia e nella mia mente si susseguono tutte le immagini di questa estate appena passata, è questo quello che mi ricorda questa canzone: il mare, il sole, il vento sulla pelle.
Quando l'ascolto, un velo di malinconia mi avvolge, ma non una malinconia triste; la definirei più una malinconia allegra, un ossimoro perfetto.
Mi soffermo ad osservare la parete vicino al mio letto e comincio anche a staccare tutte le fotografie che ho con lui, una ad una. Rimuovo la gomma appiccicosa rimasta attaccata dietro di esse e le raggruppo tutte insieme.
Apro l'armadio alla ricerca di una piccola busta per lettere dove poterle sistemare, ma non ne trovo, così esco dalla camera provando a chiedere a qualcuno.
Raggiungo Nicol, Rea ed Aisha e comincio da loro.

"Ragazze?" dico, bussando alla porta e mi fanno cenno di poter entrare. "Avete per caso una busta che non utilizzate più?" chiedo, mostrando gli oggetti da mettere all'interno.
Rea fa per pensarci su, ma poi scuote la testa in segno negativo, seguita da Aisha.
"Io, forse" dice Nicol, prima di alzarsi e raggiungere l'anta del suo armadio.
Sposto il peso da una gamba ad un'altra mentre aspetto accanto l'ingresso della camera delle ragazze.
"Grandi passi avanti, oggi" continua Nicol, facendo riferimento a ciò che sto per fare.
"Ci provo" rispondo facendo spallucce.
"È già qualcosa" aggiunge Rea, bevendo del tè dalla tazza fumante che ha tra le sue mani.
Indugio un po' sul da farsi, prima di cacciare fuori ciò che pensavo da un po' di giorni.
"Mi dispiace che mi abbiate conosciuta in questo periodo della mia vita. Di solito non passo il mio tempo a piangere e lamentarmi, anzi. Tendo ad essere sempre solare e felice, non mi piace star male in pubblico" comincio, spostando lo sguardo da una ragazza ad un'altra.
Ne frattempo, Nicol viene accanto a me porgendomi una piccola busta per le lettere. Le sorrido.
"Grazie."
"Non devi giustificarti, Lidya. Momenti 'no' capitano a chiunque" afferma convinta Aisha, ma io scuoto la testa.
"Il mio non è stato solo un momento 'no'" dico, facendo ridere tutte.
"Stai affrontando il tuo dolore, nessuno può giudicarti per questo."
"Abbraccio di gruppo?" interviene Rea ed io annuisco, ritrovandomi tutte e tre avvinghiate al mio corpo.
Cominciamo a ridere in quel piccolo spazio che si è creato ed una voce alle nostre spalle attira la nostra attenzione.
"C'è una riunione di sleepover club e non mi avete invitato?" chiede Luca alle nostre orecchie, tuffandosi praticamente nel nostro abbraccio.
"Non potremmo mai fare una riunione così importante senza di te, Luchino" gli dico divertita dandogli un bacio sulla guancia.

Ci stacchiamo tutti dall'abbraccio ed io torno in camera per poter posare il materiale che ho tra le mani e che, onestamente, non voglio vedere più.
"Le conservi?" la voce di Alex seduto sul mio letto mi fa prendere un colpo, facendomi portare una mano sul petto per lo spavento. "Scusa" ridacchia poi, vedendo la mia reazione.
"Non t'avevo visto" gli dico, richiudendo le ante e sedendomi accanto a lui. Sposto i capelli dietro la schiena mentre lo osservo. "Non mi piace buttare via le foto."
Lui sembra corrugare la fronte come se avessi detto qualcosa di assurdo e ricomincia a parlare.
"Non ti faciliterà a dimenticarlo."
"Non voglio dimenticarlo, Alex" sospiro, giocherellando con l'anello dorato che porto all'indice. "È stato comunque una parte fondamentale della mia vita, mi ha fatto bene e mi ha fatto male..."
"Tanto male" mi interrompe, ma non lo lascio continuare.
"Sì, tanto male, è per questo che non voglio dimenticare."
Lui osserva ogni singolo movimento che faccio e comincia ad accarezzarmi la mano con cui prima smanettavo, percorrendo ogni centimetro di pelle con il suo indice.
Chiudo gli occhi a quel contatto, stringendogli la mano a mia volta.
"Ho paura che se dimenticassi, potrei commettere di nuovo lo stesso errore" confesso abbassando lo sguardo, ma lui porta le sue dita sotto il mio mento per farmi rialzare la testa verso di lui.
"Non lo farai, non commetterai lo stesso sbaglio perché ci sarò io con te" dice ed io rimango sorpresa dalle sue parole. "Come a-amico, intendo, io sarò sempre con te" spiega in imbarazzo.
Sorrido a quell'affermazione, ma quasi trattengo il respiro quando comincia ad avvicinarsi pericolosamente al mio viso.

Ammirare tutto - Alex Wyse Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora