“Ele, hai visto per caso le mie scarpette?” chiedo alla cantante di Zerbi chiusa in bagno.
“Se non sbaglio le hai lasciate nell’armadio” mi ricorda ed io mi sbatto una mano sulla fronte, pensando a quanto sia sbadata certe volte da dimenticarmi dove metto le cose.
Apro l’anta di quest’ultimo e le trovo in fondo, nella busta di plastica trasparente dove le avevo riposte giusto dopo la puntata al proprio posto.
“Grazie!” alzo di poco la voce, prima di uscire dalla stanza, mettere il giubbino e raggiungere gli studios per la lezione con la Celentano e la Pauselli.
Entro nella saletta già pronta: i capelli tirati in uno chignon basso, un top sportivo corto e le mie solite culotte che la maestra vuole indossi sempre per poter osservare meglio tutti i movimenti e potermi correggere.
“Ciao Lidya” mi saluta raggiante.
Non è usuale vederla sorridente, questo è da ammettere, ma con me lo è la maggior parte delle volte e mi solleva saperlo, perché significa sempre che qualcosa di buono l’ho fatto e continuo a farlo, portando sempre miglioramenti al mio corpo e, in generale, al mio studio.
“Buongiorno maestra” rispondo cordialmente, sistemandomi al centro della stanza.
“Oggi con Giulia preparerai la coreografia per la sfida, oltre a ripetere qualche tuo cavallo di battaglia” comincia e improvvisamente mi sale l’ansia.
La sfida.
L’avevo quasi rimosso.
Quasi vorrei cancellare quell’esibizione fatta sull’inedito di Luigi che mi ha portata a classificarmi ultima con un 3+, tutto a causa delle mille emozioni negative quel giorno che per cercare di nasconderle mi hanno fatta ballare malissimo.
“Tutto okay?” mi risveglia dai pensieri la Celentano, non ricevendo nessun tipo di risposta da parte mia.
“Sì, mi scusi. Stavo solo ripensando a quell’esibizione” rispondo rimettendomi composta.
“Non ti creare di nuovo le tue solite paranoie, sai già cosa penso di te e di quel voto” prova a rassicurarmi.
“Certo” dico, sorridendo leggermente. “Sono riuscita a mettere in ordine qualche cosa nella mia vita, sono pronta a dare il meglio di me e vincere la sfida.”
“La vincerai certamente, sei uno dei pochi elementi in questa scuola che si impegna davvero, non accetterei che tu possa andare via” commenta, voltandosi poi verso la porta d’ingresso che si è aperta, lasciando entrare la ballerina professionista.
“Ciao Giulia” la saluta, andando a posizionarsi accanto lo stereo in fondo la sala.
“Ciao” saluto anch’io.
“Allora Giulia” comincia la maestra. “Metto la base e cominci a fare una dimostrazione del pezzo che dovrà imparare, poi vi lascio lavorare da sole.”
“Va bene, maestra” risponde lei, mettendosi in posa pronta per ballare.
La base parte ed io osservo ogni singolo movimento della ballerina di fronte a me.
Il modo in cui si muove, le sue linee perfette, il suo fisico scolpito mi incantano sempre.
La coreografia non è troppo difficile, ma non è neanche un pezzo semplicissimo, devo prestare attenzione alla tecnica, oltre che all’espressività che richiede il pezzo.
Guardando Giulia sembra davvero una passeggiata, ma non lo è affatto e penso solo che un giorno vorrò essere brava quanto lei.Dopo tre ore di lezione intense ad imparare la nuova coreografia e ripassare quelle vecchie, torno stremata in casetta con l’unico scopo di lavarmi da dosso quello strato di sudore appiccicoso e mettere qualcosa sotto i denti.
Quando finisco di sistemarmi raggiungo la cucina che risulta essere però vuota a causa dell’orario: avranno sicuramente mangiato già tutti quanti.
Apro così il frigo per cercare qualcosa da poter mangiare e tiro fuori del salame già aperto da qualcun altro, sopra infatti ci trovo scritto il nome di Albe, quindi non gliene rubo troppo.
Metto a scaldare in una padella anche una piadina che ho trovato nel mobile in alto e aspetto pazientemente, versandomi un bicchiere d’acqua nel frattempo.
Appena è pronta, la farcisco e mi siedo a tavola, cominciando ad appuntare le varie correzioni della nuova coreografia sul mio quadernetto ed aggiungendo piccole note di lato che mi serviranno poi a memorizzare meglio il tutto.
Voglio arrivarci super preparata, non voglio uscire di qua e non voglio soprattutto che accada perché ho avuto un momento ‘no’ durante questo percorso. Anzi, è forse proprio per dimenticare tutto ed andare avanti che devo restare e stringere i denti.
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Ammirare tutto - Alex Wyse
RomanceÈ stato forse quando ha raccolto da terra i mille pezzi di me che ho capito davvero cosa fosse l'amore: l'esatto contrario di quello che avevo assimilato durante tutta la mia vita, durante gli ultimi tre anni, facendomi del male. Capirsi, accettarsi...