Ero sull'orlo delle lacrime. Le sentivo punzecchiarmi gli occhi, mentre cercavo di mandare giù il magone che mi attanagliava la gola.
No, non mi veniva da piangere per la tristezza, anzi, tutto il contrario. Ero commossa, e molto anche.
Era una domenica sera, e io ero a casa dei miei con Filippo e Arianna, tutti davanti alla televisione a guardare la partita della nazionale italiana. Non era chissà cosa, era solo il quarto match delle qualificazioni all'Europeo dell'anno successivo, a cui tra l'altro l'Italia era già sicura di partecipare, perché eravamo i primi del girone. Quella partita era semplicemente di conferma, ma nulla che avesse lasciato con il fiato sospeso l'intera penisola.
Nonostante tutto però, Matteo aveva appena segnato un goal, il secondo per la nostra nazionale, che aveva raddoppiato il vantaggio, e la cosa era già emozionante di per sé. Era sempre bellissimo vederlo fare goal, e don la maglia della nazionale era un'emozione unica.
Ad aggiungersi a tutta la mia emozione cera stata Ginevra, che, mentre inquadravano Matteo che esultava per il goal facendo un cuore verso la telecamera, si era illuminata in un sorriso smagliante, aveva iniziato a fare dei versi evitarti e aveva allungato le mani verso la TV, come se volesse toccare Matteo.
«Hai riconosciuto papà?» le chiesi sorpresa.
In risposta si voltò verso di me con un sorriso sdentato e, con una mano in bocca iniziò a ridacchiare.
Scoppiai a ridere, come tutti intorno a me, e mi strinsi Ginevra ai posto lasciandole un bacio sulla fronte e poi una su una guanciotta.
«Quando lo diciamo a papà secondo me inizia a saltare per casa e poi ti riempie di baci» le dissi divertita.
I miei, Filippo e Arianna scoppiarono a ridere di nuovo.
«Ce lo vedo Matteo a saltare per casa dalla felicità» disse poi mio fratello annuendo.
Io feci una risatina.
«L'ho detto perché si che succederà» dissi poi «Conosco i miei polli» aggiunsi.
Mentre dicevo queste parole Ginevra si agitò di nuovo verso la televisione, che mostrava ancora Matteo, che però ormai era tornato in campo pronto a ricominciare il gioco.
Sorrisi, in parte per il goal che aveva assieme fatto mio marito, in parte per la sua esultanza, in parte per la reazione di Ginevra quando lo vedeva inquadrato e in parte perché ero felicissima della mia famiglia e dei bellissimo rapporto che avevano Ginevra e Matteo.
Avevano una chimica speciale, una chimica che, ne ero convinta, poteva esistere solo tra padre e figlia, e che, ne ero certa, avrebbero mantenuto per sempre. E io non potevo esserne più felice.
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Nonostante le qualificazioni per gli Europei fossero ormai finite i ragazzi sarebbero stati ancora in trasferta con la nazionale per una settimana, durante la quale avrebbero giocato due amichevoli.
Essendo libere dai meriti quindi, io, Benni e Thessa avevamo deciso di incontrarci per passare una giornata insieme a Torino. Era novembre, e non faceva più caldo, ma quel giorno c'era il sole, e la temperatura era decisamente gradevole nonostante la stagione.
Così io e Ginevra ci mettemmo in macchina dirette alla capitale del Piemonte, prontissime a vedere le nostre amiche e Theo.
Ci trovammo in un bar in centro per fare colazione, prima di fare due passi e poi fermarci a mangiare nel ristorante preferito di Benni e Thessa.
«Ceci! Matteo ha fatto goal ieli sela!» esclamò a un certo punto Theo, spalancando gli occhi verso di me e facendomi un sorriso.
Sorrisi anche io.
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I Girasoli di Van Gogh 3 //Matteo Pessina
Fanfiction"Avanti e indietro. Avanti e indietro. Tutta la vita, tutti i giorni, tutte le ore. Avanti e indietro. Avanti e indietro" Esattamente così è la mia vita, così come lo è quella di tutti. Ed esattamente così è anche la mia relazione con Matteo, come l...