SLEEPLESS NIGHT

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Piangere, piangere e ancora piangere.

Quello stava facendo Ginevra quella notte, e non aveva fatto altro. Aveva dormito forse neanche mezz'ora, per poi svegliarsi in preda ai singhiozzi e non smettere più.

Io e Matteo avevamo provato di tutto. Le avevamo fatto il latte ma non lo aveva voluto, avevo provato ad attaccarla al seno pensando volesse il mio di latte ma niente, le avevo cantato qualcosa mentre la cullavo un po', Matteo l'aveva tenuta in braccio per più di un quarto d'ora cercando di farla addormentare, e aveva anche passeggiato per il salotto per dieci minuti, spingendola nel passeggino.

Ginevra però non smetteva di piangere, e ormai non sapevamo più cosa fare.

«Dobbiamo chiamare qualcuno» disse Matteo mentre io passeggiavo per la stanza con in braccio Ginevra.

«Non possiamo chiamare la pediatra, è notte fonda» gli feci notare io scuotendo la testa.

Matteo sospirò.

«Allora chiamo mia madre, avrà una soluzione» disse.

«Ma starà dormendo» gli feci notare di nuovo io con aria ovvia.

«Non abbiamo alternativa, Ceciu. Non possiamo passare tutta la notte così» disse però Matteo con il mio stesso tono.

Volevo fermarlo, perché non volevo che sua madre si spaventasse nel vedere una chiamata a quell'ora, e soprattutto non volevo svegliarla, ma non c'era altra soluzione.

«Mamma...» sentii dire allora da Matteo, mentre saliva le scale per non disturbare ulteriormente Ginevra.

Poco dopo tornò in salotto con una soluzione.

«Mia madre dice che potrebbero essere coliche» disse «Sai, mal di pancia» precisò.

«Sì, sì, le conosco. Le avevo anche io quando ero piccola» dissi io annuendo «E cosa consiglia di fare?» chiesi poi.

«Qualcosa di caldo. L'ideale sarebbe la tisana al finocchio, ma se non ce l'abbiamo va bene anche una camomilla» rispose Matteo.

«Abbiamo la tisana al finocchio, io me la faccio ogni tanto la sera» dissi io, aprendo un cassetto della cucina, da cui tirai fuori una bustina di tisana al finocchio.

«È quella roba che sembra piscio?» mi chiese Matteo con aria schifata.

«Teo!» lo rimproverai io.

Ma insomma!

Che schizzinoso!

Che poi la tisana al finocchio è buona.

«Metti su l'acqua?» chiesi io a Matteo, continuando a cullare Ginevra.

Aveva smesso di piangere, ma era evidentemente non tranquilla, quindi prima facevamo la tisana prima le passava il male alla pancia.

«Sì, ma poi ci pensi tu, perché a me fa solo schifo a pensarci, figurati prepararla» mi rispose Matteo, mettendo effettivamente sui fornelli un pentolino con dell'acqua, sempre con aria schifata.

Infatti subito dopo aver acceso il fuoco si avvicinò a me, prese Ginevra dalle mie braccia e si prese il compito di cullarla, lasciando a me quello di farle la tisana.

Io sospirai e scossi leggermente la testa divertita.

Quanto era schizzinoso!

Comunque, una volta fatta la tisana la misi nel biberon di Ginevra, che poi passai a Matteo.

Lui nel frattempo era riuscito a sedersi sul divano senza far scoppiare a piangere di nuovo Ginevra, e le portò il biberon alla bocca per farla bere.

Inutile dire che lei non fece una piega, e iniziò a bere la sua tisana con gli occhi puntati su Matteo, come imbambolata.

I Girasoli di Van Gogh 3 //Matteo PessinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora