2

222 8 0
                                    

«non credi sia stressante questa situazione?» chiedo a mio padre, il quale mi ha ascoltato fino ad ora in silenzio, annuendo di tanto in tanto

«certo Marghe, lo è. Però perché tu non cerchi di viverla in un'altra maniera? D'altronde hai molte altre cose a cui pensare, il lavoro, la tua famiglia e il piccolo Sofiane»

«lo so papà, lo so, ma non sono io che decido. A te è mai successo?»
«sì, molte volte, ma non mi hai mai visto in stati di sofferenza e tristezza. Pensi che sia stupido mio nipote?»

«non ti ho mai visto? Nemmeno sapevo chi fossi. Ti prego, pensa prima di parlare - scuoto la testa sbuffando - e lo so, la mia priorità è lui. Ma non so come comportarmi e non so a chi rivolgermi. E non capisco, soprattutto, perché Fabio ha parlato così a Martina, perché glielo ha detto? Lo sa che non voglio darle preoccupazioni, tra poco parte per la Norvegia e voglio che parta serena»

Mio padre fa una piccola risata e afferra la mie mani
«Martina partirà lo stesso. Lo sai no? Comunque non vederla in modo così negativo, vedila positivamente magari lo stava facendo per te. Perché sai benissimo quanto ci tenga che tu e lei manteniate il vostro rapporto»

«non ce n'è bisogno. Sarebbe accaduto anche con tutta la distanza di questo mondo» alzo le spalle sorridendo poco

«su una cosa, però, sono d'accordo con te» dice mollando la presa dalle mie mani per accendersi la seconda sigaretta
«hai fatto bene a dire a Fabio di lasciarla andare. Con tutto il casino che si porta dietro quella povera ragazza - scuote la testa - è il minimo che possa fare»

«mi sono sentita come se fossi tornata indietro cercando di convincerti che andare a Parigi sia la scelta giusta per me. Ed effettivamente lo è stato» sorrido

«oh no, lo conosco quello sguardo» si alza sistemandosi la maglia
«quale sguardo?»
«quello che hai fatto. Ci stai pensando sul serio? Vuoi davvero tornare a Parigi?»

«non ho mai detto questo» inclino la testa leggermente guardando mio padre. Indubbiamente mi manca la vita nella capitale Francese, ma al contempo non posso permettermi di ricominciare la mia vita da zero come se non avessi responsabilità. Tra cui quella di un bambino.

«credi che sia stupido? Te lo leggo in viso»
«mi manca, e non l'ho mai negato, ma non credo ci andrei»
«dimmi la verità»
«te l'ho detta la verità. Sofiane non è adatto a quel posto, nemmeno se ci fosse nato»
«come se poi non ci è nato, vero?» alza un sopracciglio e io sorrido
«era d'accordo anche Fabio» alzo le mani

«comunque vorrei dirti un'altra cosa...»
Mio padre mi guarda, non so se dirglielo. Come si spiega quella insolita sensazione di aver bisogno di sentire di star per perdere tutto per dare il vero senso al tutto? Come posso ammettere a voce alta, e quindi anche a me stessa, che sarei disposta a perdere anche la mia famiglia per quella sensazione.

Decido di rimanere zitta, è così assurda questa cosa che nemmeno la parte meno razionale di me può ammetterla
«Marghe?»
«no, nulla, devo andare» dico alzandomi e uscirendo velocemente da casa di mio padre

[...]

« grazie fratellone» dico lasciando un bacio sulla guancia ricoperta dalla barba ben curata
«di nulla lo sai, com'è andata da Fabrizio?»
«il solito - alzo le spalle - abbiamo parlato del più e del meno»
«immaginavo, lo sanno tutti che ti diverti solo con me»
«certo Emiliano, come no. Dov'è mio figlio?»
«in camera con sua cugina» risponde indicandomi il piano superiore e delle piccole vicine che ridono.
Mi avvio verso la stanzetta rosa di Perla Blue, mi affaccio senza far rumore e vedo i due che giocano con i mattoncini colorati facendoli cadere poi. Sorrido.

« proprio come me e te» interviene Emiliano posandomi una mano sulla spalla, annuisco e continuo a guardare i nostri figli giocare assieme
«chi lo avrebbe mai detto che saremmo arrivati ad avere due angeli»
Emiliano annuisce e sul suo volto noto la malinconia

«sono due miracoli»
Rimango in silenzio e sento il cuore agitarsi, e un senso di ansia farsi spazio nel mio petto
«che hai?»
«c'è che sarei capace di perdere anche lui, pur di sentire quella maledetta sensazione, quel brivido, di star vivendo qualcosa»
«ti capisco, ma abbiamo loro Marghe. Non seguire il tuo istinto»
«è difficile... Così maledettamente difficile»
«Fabio? Che dice?»
«non lo sa, non sa niente»

«vi state allontanando. Di nuovo»
Rimango in silenzio, l'ultima volta che è accaduto ci siamo lasciati, a causa sua, questa volta la causa è solo ed unicamente mia.
«non voglio rovinare tutto» sussurro
«fallo per Sofiane almeno, lui merita di essere felice e di vedere i suoi genitori che si amano»
«come faccio? Ho bisogno di qualcosa...»
«non so Marghe, sai tu che ti serve»
«voglio tornare a Sevran»
«cosa?»

«devo ricominciare da dove è iniziato»
«cazzo, no! Fabio non ti permetterà mai di andartene nemmeno se ti portassi il bambino, soprattutto»
Rimango in silenzio e abbasso il capo, Emiliano sospira

«Marghe, senti, ascoltami. Lo so, lo so benissimo come ci si sente. Ma guardali, guardali bene - mi indica i due bambini che giocano assieme - li vedi? Ti ricordi noi? Abbiamo mai avuto tanta spensieratezza?»
Scuoto la testa
«non meritano la nostra fine, non separarli»
«non voglio»
«vedi? E allora perché stai combattendo contro qualcosa che, sai benissimo, ha precedenza, su tutto e tutti»
«non lo so Emiliano, non lo so. Ho bisogno di capire, ho bisogno di essere capita»
«e io lo sto facendo e ti sto spiegando come non farlo, come io non l'ho fatto e come Tiffany non lo ha fatto»
Resto nuovamente in silenzio sentendo le lacrime agli occhi
«parlane con Fabio, chi meglio di lui può capirti. Parlagli, vedrai che troverete assieme una soluzione»
«va bene... D'accordo» sussurro ormai sconfitta

Nemesi|| Marracash Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora