9

114 7 0
                                    

[Due mesi dopo...]

«mamma, esattamente, da quanto tempo non vedi Sofiane?» domanda Martina interrompendo il discorso mio e di Mihaja
Ci rifletto su, credo intendesse fisicamente, da quanto tempo non sento la sua manina stringere la mia, da quanto tempo non lo sento chiamarmi per qualsiasi singola sciocchezza.

«da quando sono arrivata, non sono riuscita ad organizzarmi assieme a Fabio. Forse sta cercando di evitarmi»
«che strano» commenta ridendo
«si tu veux, je peux te acheter un billet pour l'Italie  » interviene il treccinato di fronte a noi dopo aver capito la natura del nostro discorso
«merci, mais je peux m'acheter un billet » rispondo
« ouais mais ne t’énerve pas du tout » risponde sistemandosi gli occhiali Versace
«désolé  »

« quindi ? Che intendi fare? Restare qua ancora per molto e vedere tuo figlio da un telefono?» riprende mia figlia
«no, di certo. Scrivo a Fabio e vediamo» dico prendendo il telefono, Martina posa una mano sul braccio
«ma allora non hai capito un cazzo. Devi tornare a Milano mamma, papà non ti lascerà stare qua ad aspettarlo. Lo sai anche tu, prendi quel cazzo di biglietto e muovi il culo»

[...]

«parfait, nous t'attends avec Sofiane, d'accord ?  » sorride Walid
« oui, je retourne avec mon fils, je suis super heureux »
« je sais petite, ma fille a hâte de le rencontrer  »
« il aussi! Bien, je vais- lo abbraccio - à bientôt »

Salgo sull'aereo, lentamente si solleva e in quel momento la mia mente iniziava a riportarmi alla mente i ricordi che avevo nascosto con cura. Ero consapevole che tornare non avrebbe fatto altro che riaprire una porta che avevo faticato a chiudere.
Ma andava bene così, stavo tornando indietro per mio figlio.

[...]

Da lontano vedo mio padre, afferro il mio trolley e corro verso di lui
«papà!» dico abbracciandolo
«ciao amore»
«come stai?»
«molto bene, sono felice di rivederti» risponde posandomi un braccio attorno alle spalle
«io non vedo l'ora di rivedere Sofiane» rispondo, lui rimane in silenzio

«vuoi andare direttamente?» mi chiede una volta entrati in macchina
«sì grazie» rispondo allacciando la cintura.

Nel silenzio interrotto solo dalla radio ci avviamo alla Barona, ma ho come l'impressione che ci sia qualcosa che io non sappia e che ben presto avrei scoperto.

Arriviamo nella periferia sud di Milano, scendo dall'auto e mi avvio nel mio vecchio palazzo, prendo l'ascensore e arrivo all'ultimo piano.
Una volta che le porte di aprono, a passo svelto arrivo di fronte alla porta blindata, suono il campanello e attendo che mi venisse ad aprire.

Fabio apre la porta e spalanca gli occhi
«Marghe? Che cazzo ci fai qua?»
«ciao Fabio - rido - tutto bene?»
«sì, sì tutto bene. Ma tu...?»
«volevo fare una sorpresa a Sofiane» rispondo
«Sofiane.. Oh, si, adesso lo chiamo»
«posso entrare?» chiedo
«in realtà... - sussurra abbassando lo sguardo - va bene, entra» apre la porta permettendomi di entrare.
Era strano il suo comportamento, ma forse era dovuto al mio ritorno improvviso e non programmato.

Mi avvicino alla cameretta di mio figlio e apro lentamente la porta sorridendo e immaginando la reazione del bambino
«guarda chi c'è» esclamo una volta che la porta è aperta.
Ma ciò che vedo non era esattamente ciò che volevo.
«mamma!» urla felice il ricciolino correndomi contro, sorrido e lo abbraccio, mi era infinitamente mancato.

La ragazza seduta a terra si alza, si sistema i pantaloni della tuta e la felpa che mi pareva familiare e si avvicina a me
«ciao» sorride
«ciao» rispondo sollevando mio figlio e stringendolo a me

«dove vai?» domanda Fabio
«c'è mio padre che mi aspetta di sotto, credevo di poter andar a fare un giro con Sofiane»
«oh, sì... Certo, va pure»

Mi soffermo sulla porta
«comunque, dì alla tua amica che ha davvero una bella felpa.» sorrido
Apro la porta e faccio per andare, Fabio mi ferma

«Marghe... Mi dispiace» sussurra
«no, va bene così. Alla fine io sono in Francia, chissà quando potevo tornare. E poi, avevi ragione tu, le cose potevano davvero cambiare»
Lui rimane in silenzio, io mi libero dalla sua presa e riprendo l'ascensore per tornare da mio padre

Nemesi|| Marracash Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora