Margherita
«mamma, Mohamed dov'è?» mi chiede Sofiane
«è dovuto tornare a casa per dei piccoli problemi, come mai tesoro?» gli chiedo accarezzandogli la testa
«volevo giocare a calcio con lui!» sbuffa posando a terra la palla
«amore, mi dispiace tantissimo, ma se vuoi possiamo giocare assieme con zio Emi» gli sorrido, lui annuisce e mi alzo in piedi
«allora inizia ad uscire, vado a chiamare lo zio»Sofiane annuisce e corre verso il grande giardino.
«Emiliano! Vieni a giocare con tuo nipote, sbrigati» lo chiamo ricevendo dall'altra parte della casa una risposta positiva, prima che potessi avviarmi anch'io verso il giardino, il campanello suona. Cambio direzione e vado verso la porta d'ingresso. La apro e dall'altra parte ci trovo Fabio.
«che succede?» domando preoccupata vedendo il suo viso agitato
«niente.. -sussurra - più o meno» lo guardo confusa
«vuoi entrare? Sofiane mi aspetta in giardino, voleva giocare a calcio» sorrido, speranzosa che Fabio potesse dedicare un attimo del suo tempo a nostro figlio.
«perfetto allora, andiamo» sorride timidamente indicandomi la porta finestra aperta, annuisco e assieme ci avviamo verso l'esterno. Mi fermo a guardare il mio bambino che palleggia al centro del giardino, sorrido e Fabio si avvicina a me. Posa una mano sulla mia spalla accarezzandola.«è proprio un bel miracolo, vero?» gli domando senza distogliere lo sguardo dal bambino, Fabio sospira
«forse è anche più di un miracolo» risponde, poso la mia mano sulla sua, e quasi lui sembra sorpreso dalla mia reazione. Mi volto verso di lui e i nostri occhi si incrociano.
«perché sei qua? - domando - voglio sentire la verità»Fabio sospira e toglie la sua mano dalla mia spalla, guarda per qualche istante le sue scarpe e poi i suoi occhi severi ritornano a puntarsi su di me
«lo so che molto probabilmente ti incazzerai e non vorrai più vedermi, e non ti biasimo neanche in questo caso. Ho parlato, nuovamente, con Cosimo e ti giuro che mai come prima mi sono sentito in colpa per tutto quello che ti ho fatto, per tutte le sofferenze che ti ho causato. Non avrei dovuto lasciarti andare quel giorno, sarei dovuto venire con te. Così...magari...avrei conosciuto anche i tuoi amici e avrei capito che non c'è niente di male in loro, e probabilmente avrei anche capito perché per te sono così speciali.»Lo guardo attentamente negli occhi sostenendo il suo sguardo, una parte di me sapeva che non si sarebbe arreso così facilmente, l'altra invece avrebbe preferito che tutto questo non fosse mai accaduto. Da quando sono tornata a casa ha sconvolto - nuovamente - tutta la mia vita e il precario equilibrio che ero riuscita a trovare con Mohamed, con la sua sola presenza. In questa assurda situazione e con la confusione che mi ritrovo in testa non ho idea di quale sia la scelta migliore: tornare con Fabio e pregare che questa volta sia davvero quella giusta o costruire qualcosa con l'Algerino?
«Fabio...» sussurro distogliendo lo sguardo dal suo
«no Marghe, davvero, sono serio questa volta. E' da quando mi hai chiesto se fossi disposto ad amarti sul serio che ci sto pensando, e sto valutando davvero anche se tu saresti disposta a tornare assieme a me. Perché anche se non ci credi, io ti amo, ti ho amato e probabilmente ti amerò ancora per molto. Vorrei soltanto che tu mi dessi la possibilità di poterti dimostrare che tutto quello che sto dicendo è vero»«non lo so Fabio, è tutto così complicato» continuo sospirando, lui posa entrambe le mani sulle mie spalle
«per favore, un'ultima possibilità. Soltanto questa volta, se andrà male ti prometto che ti lascerò stare, che tu voglia stare qua in Italia o in Francia. Ma ti prego, non abbandonarmi così, perdonami...» sussurra posando poi la sua fronte contro la mia, un magone improvviso mi constrinse a chiudere gli occhi per evitare di scoppiare a piangere«ti prego amore mio...» sussurra lui ancora facendo sfiorare i nostri nasi, posa la mano destra sulla mia guancia accarezzandola con il pollice, le nostre labbra si sfiorano, un rumore improvviso ci fece sussultare e staccare improvvisamente, mi girai e dopo poco comparve Emiliano. Il moro alzò lo sguardo dal cellulare e fissa Fabio al mio fianco
«e lui che ci fa qui?» domanda squadrandolo dalla testa ai piedi
«è venuto per Sofiane, ha finito prima oggi e gli ho chiesto se potesse unirsi a noi» rispondo prima che Fabio potesse farlo, Emiliano annuisce
«basta che non faccia cazzate perché i piedi glieli taglio» sorride il moro, Fabio ricambia
«scommettiamo che sei tu quello che rientra senza una gamba» risponde in tono provocatorio. L'altro annuisce
«vieni allora» continua uscendo in giardino.Mi volto per guardare i tre. Sorrido.
Sofiane appena si accorge della presenza del padre corre a braccia aperte verso di lui, si abbracciando e noto nello sguardo di mio figlio la felicità che tanto desideravo vedere, era sereno e glielo leggevo negli occhi. Sapevo che probabilmente sarebbe stata una scelta contestata, ma sapevo anche che sarebbe stata la migliore.
«belli, vero?» mi domanda Martina, la fidanzata di mio fratello
«molto» rispondo asciugando rapidamente l'unica lacrima che era sfuggita dai miei occhi
«lo vedo che ami ancora Fabio, perché non gli dai un'altra opportunità?» domanda, alzo le spalle
«sono stanca Marti, stanca di dover ogni volta litigare, stare sulla difensiva e stare attenta a come parlo perché potrebbe capire altro. A volte Fabio è ingestibile e non riesco a capirlo»
rispondo, lei annuisce e si sistema i capelli color cioccolato dietro le spalle «vero, lo noto che è difficile stare con lui - ridacchia- come se stare con Emi fosse semplice. Ma se ti stesse prendendo in giro, perché è ancora qua? Perché è lì che sta giocando a calcio con il mio fidanzato e vostro figlio? Poteva essere ovunque e con chiunque»Annuisco d'accordo e consapevole che anche lei avesse ragione.
«solo... Non essere troppo esigente con te stessa. Il tuo cuore ha già scelto, devi solo esserne consapevole» dice per poi uscire anche lei in giardino. Io rimango ferma nella mia posizione guardando Martina andare in giardino e sedersi su una sedia. Ero consapevole che in realtà, fosse già tutto deciso, avrei dovuto soltanto accettarlo e poter finalmente sistemare la mia vita. Ma non sarebbe stato così facile, Mohamed probabilmente ci sarebbe rimasto male, ma - spero- che col tempoavrebbe capito che era la soluzione migliore per tutti quanti, e forse soprattutto per lui. Ne abbiamo parlato diverse e volte e discusso altrettante, nessuno sarebbe stato come lui. Nessuno avrebbe mai potuto avere il suo posto, e per quanto ci abbia provato, Fabio è sempre stato la mia scelta in qualsiasi situazione, e sicuramente lo sarà anche adesso.