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Fabio

«dobbiamo sistemare queste ultime cose e poi dovremmo esserci» comunico a Paola mentre lei legge i gli aggiornamenti riguardanti il disco a cui sto cercando di dedicare tutto me stesso. Lentamente sembra che ogni suo pezzo stia andando al suo posto.

Fabrizio entra nella sala, sorridendo come al suo solito
«buongiorno!»
«era ora Fabri!»
«scusami, Paola, ho avuto dei problemi»
«sì, certo» risponde la donna alzandosi e uscendo dalla stanza
«non credergli! Ha lo stesso vizio della figlia!» rido mentre Fabrizio mi tira un pugno scherzoso sul braccio e si siede sulla poltroncina bianca, dove prima stava seduta Paola.

«quindi? Come vanno le cose?» indica i fogli
«oh, beh, diciamo, pare siano a un punto. Non so se è l'ennesimo o verso la fine, vedremo» alzo le spalle e lui annuisce infilando le mani nelle tasche del giubbotto nero
«tu?»
«credo di essere ancora all'inizio, vedremo, non so nemmeno perché mi ha fatto venire qua. Onestamente»
«credo lo saprai presto» sorrido.

Cala un silenzio, sembra quasi che Fabrizio si aspetti che io dica qualcosa, ma onestamente, non saprei che dirgli. D'altronde le cose tra me e Marghe, per quanto i continui sali e scendi, stanno andando bene ed entrambi ne siamo felici dopo la lunga crisi che abbiamo dovuto sopportare.

«a casa tutto bene? Mia figlia e i miei nipoti?»
«stanno tutti bene, fortunatamente. Martina sta organizzando la sua partenza. Chi la vede più ormai, a volte la vede Marghe io sono praticamente sempre in studio. A volte viene a trovarmi e mi sembra di tornare indietro nel tempo. Quando le cose erano una merda, ma mi piaceva così» alzo le spalle e Fabrizio annuisce

«Sofiane cresce sempre di più. Diventa anche esuberante a tratti»
«farà strada, sicuramente»
«glielo auguro»
Cala nuovamente il silenzio, come se il discorso non era ancora concluso.

«le cose con lei stanno andando decisamente bene. Sono felice di aver cercato si tenere ancora i redini di questa relazione, e ringrazio lei per avermi assecondato»
«mi fa piacere che le cose siano state sistemare. Quindi sei riuscito a farle cambiare idea?»
«se parli del cane, no, è ancora convinta della sua scelta e Martina l'asseconda! Assurdo»
Fabrizio sorride e scuote la testa
«no, non quello. Intendo, lei voleva tornare a Parigi. Ha cambiato idea, giusto?»

Rimango in silenzio.
Parigi?
Com'era possibile? Quando è successa questa cosa? Perché non mi ha detto nulla? Non era possibile, me ne avrebbe parlato. Diamine si, lo avrebbe fatto.
Sono il suo fidanzato, il padre dei suoi figli. Non poteva davvero dirlo, davvero farlo.

Scatto in piedi facendo spaventare l'uomo di fronte a me
«non lo sapevi?»
«no, merda, no!» urlo
Fabrizio si alza in piedi
«magari te ne parla appena torni, non andarci incazzato»
«Dio, ma ti senti? Come credi che possa sentirmi? Dopo che mi aveva giurato che andava tutto bene. Non va tutto bene.»
Fabrizio rimane in silenzio

«devo sistemare la situazione» dico prendendo la giacca e dirigendomi verso l'uscita nonostante i continui richiami di Paola che mi pregava di tornare. Raggiungo a passo svelto la mia auto, l'apro e mi getto al suo interno, metto in moto e sfreccio verso la Barona.

Come poteva farmi questo? Perché non me ne aveva parlato, non si fida più di me e la capisco, ma non può portarmi via nostro figlio, non può separarmi da lui per un suo capriccio immotivato. Non poteva andarsene ora che finalmente avevo preso la decisione più importante della nostra vita. Non poteva ritornare a Parigi, e io, non potevo perderla di nuovo.

Nemesi|| Marracash Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora