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Torno a casa, apro la porta e il silenzio mi avvolge. Era a casa? Chissà.
« Fabio ?» lo chiamo chiudendo la porta e posando le chiavi sul mobiletto affianco.

«dimmi» risponde lui da un punto della casa che non capisco «dove sei?» domando iniziando a cercarlo con lo sguardo
«in camera» risponde, cammino verso la nostra stanza, entro e sul letto è presente una valigia. Lui è seduto al suo fianco.

L'ansia inizia a far battere il mio cuore talmente tanto forte, che per qualche istante, sembrava volesse uscire dal petto.
«parti? » domando nella speranza che annuisca e mi dica, come sempre, che fosse per una questione di lavoro.
«possiamo parlare?» domanda indicandomi un piccolo angolo del letto a fianco a lui

«va bene» sussurro sedendomi affianco a lui, porto le mani sulle ginocchia iniziando a muoverle nervosamente. Lui se ne accorge e posa una mano sulla mia accarezzando la pelle.
Mi stringe la mano, sento che qualcosa non va, cosa sta succedendo? Non riesco a spiegarmelo.

«vedi, è difficile per me. E indubbiamente lo è anche per te in questo momento, ma forse... È la scelta migliore, e poi chissà, magari cambierà qualcosa. E questa volta davvero» inizia, non mi sento nelle condizioni di interromperlo. Sento l'ansia mangiarmi all'interno, forse è paura. Paura che qualcosa che sembrava qualcosa di lontano tornasse. Paura che fossimo tornati al punto di partenza.

«voglio dire: le cose tra noi stavano andando bene, ovviamente con i suoi problemi. Se così non fosse stato non avremmo mai intrapreso questa relazione - ride amaramente - eppure, fin dal suo inizio c'è sempre stato qualcosa che rompeva tutto. E questa volta non è nessuna persona esterna, questa volta la colpa è di entrambi. E ci tengo che tu mi perdoni, come tu tieni al fatto di trovare il problema che ti affligge e quindi...»

Dal suo fianco compare un biglietto, me lo porge. Guardo lui e poi il biglietto
«non voglio essere alcun tipo di problema per te.»

«Fabio...» sussurro
«ti conviene prepararti, il volo è dopodomani, e sappiamo entrambi che finisci sempre per dimenticare qualcosa» sorride e si alza per poi uscire dalla stanza dopo aver lasciato il biglietto del volo per Parigi sul letto.

Non era possibile, perché stava facendo tutto questo?

[...]

Dopo il suo discorso non sono riuscita a rispondere, a formulare un discorso vero che abbia un senso. Che potesse spiegare che, se fossi davvero dovuta andare, avrei preferito che lui venisse con me. Che stesse al mio fianco, che era soltanto ciò che desideravo. Che lui fosse al mio fianco.

Eppure sapevo che se fosse venuto con me, che se avessimo affrontato assieme questa cosa, ci sarebbero state altre complicazioni che ci avrebbero allontanato definitivamente. Forse più di adesso.

Mi infilo sotto le coperte e poco dopo lui mi raggiunge, siamo ancora in silenzio, gli do le spalle anche sentivo il bisogno di conforto.
«Fabio» dico girandomi verso di lui
«dimmi» risponde guardandomi, vedevo dai suoi occhi lo stesso dolore che provavo io.

Mi avvicino lentamente, il suo sguardo è fisso su di me, porto una mano sul suo volto, lo accarezzo e lo guardo quasi cercassi un cenno di assenso.
Le mie labbra si avvicinano alle sue, si uniscono in un bacio lento, bisognoso e pieno d'amore, tutto quell'amore che in queste settimane non siamo mai riusciti a dimostrarci.

Mi sfila la maglia, la mia pelle viene a contatto con la sua calda, accarezza ogni parte del mio corpo, lentamente, assaporando ogni singolo istante di quel momento.

«Fabio - sussurro - ti amo»
«anche io Marghe» risponde tra un bacio e l'altro

[...]

Mi appoggio sul suo petto, lui mi sistema i capelli mossi e accarezza il volto, mantre il ripercorro il disegno dedicato alla Barona.
«tutto questo cosa significa per noi?» domando, luiprende in grande respiro evita il mio sguardo
«l'unica cosa che ci può permettere di non soffocarci a vicenda» risponde
«e dopo? Cosa succederà?»
«non lo so Marghe, non potremo saperlo fino a quando non arriverà il momento»

«vieni con me»
«non posso amore, non posso. È una cosa che devi risolvere tu. Io sono qui, ti aspetterò»
«e Sofiane?»
«ci organizzeremo, non ti preoccupare»
«va bene» sussurro
«tu abbi cura di essere felice»

Nemesi|| Marracash Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora