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Margherita

Fabio mi aveva chiesto di vederci, doveva parlarmi e onestamente non avevo idea di che cosa potesse trattarsi. Forse di tutta questa assurda situazione che circondava noi, la nostra assurda relazione e quello che ne rimane della nostra famiglia, probabilmente voleva trovare un accordo per tutto questo. Era davvero arrivato il momento di concludere tutto?

A questo pensiero provai una strana sensazione strana, come se in realtà qualcosa dentro di me volesse impedire questa possibilità. Non capivo perché, sapevo che se così fosse stato sarebbe stata la decisione giusta, per me, per Mohamed, per Fabio e la sua nuova fidanzata. Dovevamo ricominciare daccapo e creare un rapporto stabile per il bene del piccolo Sofiane. 

Arrivai alla Barona, scesi dalla macchina di Emiliano e mi avvicinai al palazzo dove abitava il moro. Suonai al citofono e dopo pochi secondi la porta si aprì, entrai dentro al palazzo e presi l'ascensore schiacciando il numero corretto del piano. Appena arrivai di fronte alla sua porta, esitai qualche istante prima di suonare il campanello, presi un grande respiro e cercai di dimenticare tutti i miei pensieri, qualsiasi cosa avesse voluto dirmi l'avrei affrontata come sarebbe dovuto accadere. Fabio mi venne ad aprire e mi sorrise lievemente mentre entravo all'interno di quella che un tempo era anche casa mia.

«come mai mi hai chiamata? E' successo qualcosa?» domando guardandolo mentre lui mi fa segno di seguirlo in cucina. Ci sediamo al tavolo e lui unisce le mani su di esso, guardando altrove tranne che me. Cosa stava succedendo?
«Fabio, mi vuoi dire che hai?» domando iniziando a preoccuparmi. Lui sospira e si decide - finalmente - di guardarmi.

«sono stato da Cosimo - dice - abbiamo parlato di tutta questa situazione tra noi due, sai, non avrei mai potuto dirlo ad Emiliano, o mi avrebbe spaccato la testa ancor prima di finire» ride e io con lui
«mi ha detto che mi sto comportando da egoista, e penso abbia ragione. Insomma, ho cercato di trattenermi per tutto il tempo lì, da Fabrizio, ma Marghe ti giuro che ci sono riuscito a stento. Volevo davvero spaccare la testa al tuo tipo.»
Rimango in silenzio, tutto questo in parte me lo aspettavo, Fabio si è sempre mostrato geloso nei miei confronti, e tutt'ora non ne capisco il motivo.

«per questo sono andato da lui, sapevo che mi avrebbe aperto gli occhi su tutta questa vicenda. E penso... che se è davvero finito tutto tra noi, dobbiamo lasciarci andare. E smetterla di vederci come se fossimo due amanti o due sconosciuti. Quello che c'è stato, o che c'è ancora, tra di noi è qualcosa che niente e nessuno potrà portarmi via. E spero che sia la stessa cosa anche per te.» non rispondo, so già dove voleva arrivare e - infondo-  me lo aspettavo, anche se la parte irrazionale dentro di me nega tutto quello che sta accadendo.

«non volevo trascinarti per l'ennesima volta in un mio casino, sono stato uno stupido quando ti ho mandato via pensando di fare la cosa migliore. Ma pensandoci adesso, forse avrei dovuto raggiungerti e starti accanto, come tu con me quando c'è stato bisogno... mi dispiace» l'ultima parola la dice quasi in un sussurro, i miei occhi inevitabilmente iniziano a diventare lucidi, e combatto contro le lacrime cercando di non farle uscire, Fabio distoglie il suo sguardo dal mio come se volesse non farsi vedere in questa situazione, anche lui è in difficoltà.
Mi alzo e mi avvicino a lui dall'altra parte del tavolo, lo abbraccio e lui mi stringe a sé come se avesse il terrore che potessi andarmene da un momento all'altro.

Vorrei rimanere così per sempre, se solo fosse possibile.

Restiamo in silenzio per qualche minuto che, per me, sembrano infiniti. Così, abbracciati senza dire una parola. «potessi tornare indietro.. - sussurra al mio orecchio - vorrei non ferirti così tanto» continua. Chiudo gli occhi e mi lascio andare alla lacrime che decidono finalmente di uscire liberamente, Fabio mi accarezza la schiena dolcemente «non piangere, ti prego, lo sai che non lo sopporto» sussurra lasciandomi un bacio sulla guancia. 

Vorrei davvero smettere di piangere, ma non riesco, vedo tutta la nostra relazione in quei attimi, tutti i momenti belli e tutti quelli brutti che credevo di aver cancellato. Vedo il nostro primo incontro, il nostro primo appuntamento, vedo il primo bacio e la decisione di metterci insieme. Vedo l'inizio della nostra convivenza una volta che -finalmente - Fabio era riuscito a comprare la casa che tanto desiderava e a sistemarla come lui voleva. Vedo l'arrivo di Martina e l'inizio di quella che sembrava essere una vera e propria famiglia, vedo il tradimento di Fabio e l'inizio della nostra fine. La guerra e poi, inaspettatamente, l'arrivo di Sofiane che sembrava aver messo tutto al suo ordine.

Ci stacchiamo di poco, Fabio mi asciuga le lacrime e mi sorride lievemente mentre nei suoi occhi riesco a vedere gli stessi sentimenti che provavo anche io in quel momento. Perché ci stavamo facendo così tanto male? Perché stavamo negando a noi stessi il poter essere finalmente felici?

Le sue labbra si appoggiano sulle mie, e in quel bacio risento tutti i sentimenti della prima volta. Forse era tutta una nostra illusione, forse siamo noi che siamo semplicemente cambiati e non vogliamo accettarlo, ma quello che c'è tra noi è indistruttibile nonostante tutto. 

Probabilmente le cose non sarebbero dovute andare in questa maniera, forse sarei dovuta andar via invece di abbracciarlo e finire, inesorabilmente a baciarlo. Forse sarei dovuta tornare a Vimercate da mio figlio e quello che dovrebbe essere il mio compagno, e non restare qui, per finire nuovamente a letto con la persona che, tra tutte, resterà per sempre il mio primo e unico vero amore.

[...]

« non sarebbe dovuta andare così» sussurra Fabio mentre porta alle labbra una sigaretta, rimango in silenzio mentre il fumo inizia a riempire l'aria «finisce sempre così tra di noi, ogni volta che pensiamo di farla finita, ricomincia sempre» continua mentre mi accarezza i capelli
«perché forse non è destinata a finire Fabio» rispondo alzando la testa dal suo petto per guardando negli occhi, lui mi fissa, serio, mentre porta nuovamente la sigaretta alle labbra ed aspira.

«ci facciamo più male che bene, lo vedi?» alzo le spalle
«probabilmente, ma ci facciamo ancora più male da lontani. Sei il mio primo amore Fabio, e non sto scherzando» lo guardo seriamente, la sua espressione diventa indecifrabile.

«tu sei e sarai per sempre l'ultima persona che amerò in questa maniera» risponde dopo un po', si avvicina di poco e lascia un bacio a stampo sulle mie labbra
«non possiamo trovare una soluzione?» domando, lui alza le spalle e sospira
«tu sei ancora disposta a sopportarmi?» domanda quasi sorpreso
«io sì, ma tu sei disposto ad amarmi sul serio?» domando, lui non risponde, e questo fa ancora più male.

Aspetto ancora per qualche istante la sua risposta che sembri non voler arrivare.
«Fabio...» sussurro quasi come se potesse darmi una risposta. Ma niente, il moro rimane in silenzio, impassibile mentre conclude la sua sigaretta, mi rivolge una piccola occhiata. Delusa dalla sua reazione e consapevole che forse tutto questo era solo l'ennesima farsa inventata, tolgo le coperte e mi alzo, iniziando a raccogliere ed a indossare i miei indumenti, sotto lo sguardo attento del padre di mio figlio. Mi rivesto e cerco di sistemarmi come meglio mi è possibile prima di rivolgere uno sguardo deluso nei suoi confronti, che adesso è seduto sul bordo del letto mentre anche lui si riveste. Esco dalla stanza e afferro la maniglia della porta d'ingresso, consapevole che, se ora dovessi uscire da qui, non avrei dovuto rimetterci piede se non per Sofiane.

«Marghe...» la sua voce mi blocca, giro lentamente il capo per vedere la sua figura appoggiato alla porta della camera da letto con indosso solo i pantaloni della tuta.
«io sono disposto ad amarti seriamente» dice infine, lo guardo, non capendo più quello che davvero desiderasse da me
«dimostramelo Fabio» rispondo infine per poi uscire di casa.

Nemesi|| Marracash Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora