Capitolo 33

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                                                                             DARYL

"Daryl" dice una voce. Mi giro di scatto e vedo Rick sulla porta.

"É ora" si limita a dire. Non c'é bisogno che dica altro. Afferro zaino e balestra e lo seguo.

Rimaniamo in silenzio fino alla sala comune e sono davvero grato a Rick per questo. Parlare é l'ultima cosa che ho voglia di fare in questo momento.

Svoltiamo l'angolo e troviamo gli altri giá tutti pronti per partire.

Non perdo tempo in convenevoli e dico: "dobbiamo dividere le zone"

Gli altri, abituati ormai da tempo al mio carattere, non si sorprendono della mia scontrosità e annuiscono.

"Noi potremmo andare verso il rifugio del suo ex comandante" propone Rosita.

Annuisco, mi sembra una buona idea.

"Bene, allora noi andremo verso la cittá, magari é passata per di lá" annuncia Glenn.

Annuisco nuovamente.

"Noi invece andremo verso il ruscello" dico deciso. Kate adorava quel posto, me lo ha detto durante una delle nostre conversazioni. Le trasmetteva tranquillità.

" Quel posto é molto vicino alla comunità che abbiamo visto qualche tempo fa" annuncia Rick. Mi guarda con aria preoccupata. So che teme di perdere qualcun altro. Ha giá perso molto da quando ci conosciamo. Essendo il capo del nostro gruppo, si preoccupa sempre, ma sinceramente in questo momento della sua preoccupazione, me ne infischio.

"Lo so" dico guardandolo negli occhi. Mi guarda e vedo che ha capito, infatti dice: "fate attenzione"

Annuisco e mi volto verso Paul dicendo: " Sei ancora sicuro di voler venire o hai paura di fartela addosso?"

"Più deciso che mai" dice guardandomi con aria di sfida. Faccio una smorfia di disgusto misto a disprezzo. Sinceramente non ho niente contro di lui, ma non posso fare a meno di provare fastidio nei suoi confronti. Sembro una cazzo di feminuccia gelosa. Cazzo Daryl. Smettila. Sei patetico. Conserva un po' di virilità.

"Bene, andiamo" dico e ci separiamo nei nostri gruppi.

Salutiamo gli altri che rimangono alla prigione e mentre sto per uscire, Liam mi si piazza davanti e dice, abbozzando un sorriso: " so che la troverai"

Mi fermo davanti a lui non sapendo che dirgli. Crede veramente che la troverò e io voglio crederci tanto quanto lui. Quindi scaccio via dalla mia mente tutti gli orribili scenari che mi stanno affliggendo da ore e mi concentro solo sulla speranza. La stessa che ripone in me questo bambino. Lo guardo e imbarazzato come non mai, oltre che in modo estremamente impacciato, gli arruffo i capelli e sentendomi estremamente stupido per quel gesto, esco velocemente dalla sala comune, dirigendomi verso il cortile.

KATE
Mi sveglia la luce del sole che entra dalla finestra. Controvoglia e mugugnando come un orso polare, mi alzo dal divano, che devo ammettere é estremamente comodo. Vorrei riavere indietro le mie armi e soprattutto voglio sapere di più su questa comunità. Non so perché ma ho un brutto presentimento. Forse perché l'altra volta stavo quasi per essere mangiata viva insieme a mio fratello da una comunità di cannibali, ma dettagli. Per un attimo comincio a pensare a Liam, ma poi penso che forse non lo rivedrò più e smetto di pensarci. Non posso pensare all'idea di perderlo. Devo impegnarmi per uscire da qui ancora intera possibilmente.

Per farlo devo guadagnarmi la loro fiducia e anche alla svelta. Determinata a fare questo, esco fuori dalla casa e mi ritrovo nella strada di questa comunità. Tutto attorno a me vedo qualche persona mattiniera che sta passeggiando o conversando animatamente. Li guardo attentamente come uno stalker, il che inquieta alcuni di loro, ma francamente me ne infischio. Non sembrano come i due uomini che facevano da guardia ieri notte; non hanno l'aria di combattenti. Anzi, tutto il contrario. Forse la situazione non é critica come pensavo; se non sanno tutti combattere, ho una speranza in più di uscire da questo posto.

"Bene bene, guarda un po' chi abbiamo qui" dice una voce profonda alle mie spalle. Mi giro e vedo mr. manie di protagonismo di ieri sera.

"Ah colui che si fa chiamare Governatore, che onore" dico sarcastica.

Lui fa un mezzo sorriso.

"Vedo che qualcuno qui é in vena di fare del sarcasmo". Wow. Che acuto.

Lo guardo senza nessuna reazione. Lui per tutta risposta sembra leggermente divertito, ma c'é qualcosa in lui che non mi piace per niente.

"Seguimi, dobbiamo parlare" mi dice e si gira. Fantastico. Il suo "dobbiamo parlare" suona come un "ti trapasso con una lancia".

Lo seguo silenziosamente e ogni tanto sento che mi guarda come per vedere se lo sto seguendo o meno. Alla terza volta che lo fa, vorrei tanto dirgli "che cazzo guardi", ma poi ci ripenso concludendo che nella mia situazione, non mi sembra proprio il caso.

Arriviamo davanti ad una casa con una grande porta nera. Ecco questa sará l'ingresso verso l'inferno.

L'era dei morti || DARYL DIXON ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora