Il magico mondo di Shrek 3

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Il nostro magico eroe ci ha lasciato tutti con il fiato sospeso nello scorso capitolo; infatti egli era indeciso se uccidere brutalmente i ragazzini, o se andare con loro in città.
Naturalmente la sua natura da orco lo spingeva sulla prima opzione, ma nonostante questo c'era qualcosa che lo bloccava.
Quel qualcosa era la mancanza di civiltà, umanità e di cibo che non fosse merda.
Al giorno d'oggi è più semplice prendere le decisioni, chiedi a Siri di fare testa o croce e lei non capisce.
Chiedi ad Alexa e ti insulta.
Chiedi a Google Assistant e ti canta faccetta nera.
Decidi così di buttarti a sentimento.
Mentre negli anni 80, ovvero l'età in cui questa storia è ambientata, non esistevano questi particolari oggetti elettronici, quindi molto spesso si tirava una moneta in aria.
Ed effettivamente così Shrek fece, infatti tiro una moneta, ma sbaglio mira e colpi un cervo, uccidendolo.
Improvvisamente gli passò il pensiero dalla testa, ormai era focussato sulla coscia succosa del cervo.
Quella sera lui e i ragazzi banchettarono con il cervo, e Shrek continuava ad avere un indecisione più grande di lui.
I giorni a seguire furono un inferno; si avvicinava una bufera di neve, e il nostro protagonista era sprovvisto di un copri orecchie, fondamentali per sopravvivere all'inverno insieme agli immancabili calzini di Hello Kitty.
Decise così di fabbricarne uno, fai da te, fatt demmerd, come diceva Ungaretti.
Ma Shrek non aveva neanche le materie prime, dato che aveva passato gli ultimi mesi a cagaschizzare sugli alberi e a parlare con dei ragazzini.
"Questo è un motivo in più per andare in città" pensò pensieroso pensando a pensieri ancor più pensierosi.
Ma poi si ricordo degli avanzi del cervo; dato che uno dei ragazzini era vegano, e quindi non poteva mangiare il cervo, ne era rimasto un pezzettino.
"Beh anche questo è un buon motivo per uccidere I bambini, eccheccazzo come fai a dire di no all'anca succosa di un cervo" suppose Shrek.
Il dubbio lo tormentava, e da ormai un po' di giorni vedeva delle possibili soluzioni improponibili, come accontentare entrambe le parti, quindi mangiare i bambini in città.
Questa era la più gettonata dal suo cervello, ma purtroppo si ricordò che non poteva tornare dalla città da solo, perché si sarebbe perso.
Così sfumava anche questa opzione, ormai era una questione di vita o di morte, fino a quando si rese conto di avere uno strumentopolo misterioso che poteva aiutarlo.

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