<<Dai vieni qui, non ti facciamo niente!>> questi due ubriachi continuano così da ormai dieci minuti. Mi stanno seguendo, non ne posso più.
Provo a svoltare l'angolo, sperando di averli seminati. Mi fermo per due secondi, per fare ritornare il mio respiro di nuovo regolare.
Sento una persona che mi prende per le braccia e un altro mi prende le gambe, sono gli uomini che mi seguivano. Mi portano in un posto dove di certo non si può chiedere aiuto.
Mi sbattono contro il muro e un ragazzo inizia a togliermi la gonna che avevo addosso, l'altro invece mi lecca il collo. Riesco a sentire la puzza di alcool.
Provo a ribellarmi, a muovermi in qualche modo, ma non ci riesco. Mi hanno bloccato.
<<Devi stare ferma!>> un ragazzo mi tira uno schiaffo così forte che mi fa cadere.
Non potendo fare niente, decido di chiudere gli occhi. Iniziano a cadere delle lacrime sul mio volto.
<<Vi prego lasciatemi stare>> continuo a ripetere questa frase, ma non mi ascoltano.
Mi alzo di colpo, ho fatto di nuovo lo stesso incubo. Sono passati cinque anni, ma è difficile da dimenticare quella sera.
Per colpa di quella sera, ora non ho più la vita di prima. Non sono più aperta con la mia famiglia, non mi faccio toccare più da nessuno, solo perché ho paura.
Vado in bagno a lavarmi la faccia per svegliarmi e mi preparo per andare a pugilato, lo sport che pratico ormai da quattro anni. Faccio questo sport per sfogare tutta la mia rabbia sulle persone.
Mi metto un pantaloncino nero, molto aderente e indosso un top sportivo, anche questo nero. Infine mi metto il bendaggio al polso per la mia distorsione, consigliato dal mio fisioterapista. Ha detto che dovrei fare una pausa da pugilato, ma non lascio il mio sport preferito solo per una distorsione, riesco comunque a muovere il polso.
Infine preparo la borsa, mettendoci: i guanti da boxe, l'acqua e delle fasciature sportive.
Scendo le scale e trovo mio padre che è appena ritornato da lavoro.
<<Stai andando al centro sportivo?>> mi chiede poggiando la sua valigetta per terra.
<<Si>> rispondo mentre tiro dritto.
<<Lo sai che io e tua madre non vogliamo che tu faccia questo sport>> me ne frego di quelli che dice, apro la porta ed esco prima che dica un'altra cazzata.
Come ogni giorno, faccio dieci minuti di camminata per andare al centro sportivo. È un quartiere abbastanza isolato il mio, ma proprio oggi vedo un ragazzo dall'altra parte della strada che mi fissa dall'alto al basso.
Noto che si avvicina attraversando la strada, io accelero il passo. Mi blocca, lo guardo dritto negli occhi.
<<Ti dispiace toglierti, devo andare>> provo a passare, ma continua a bloccarmi la strada.
<<Un po' si, mi dispiace spostarmi>> sorride come un ebete. Non può succedere un'altra volta.
Gli tiro un pugno forte sul viso, facendomi anche male. Dal suo naso inizia a colare del sangue.
Corro più veloce che posso e noto che sulle mie nocche c'è il suo sangue.
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Ci Basta Il Pugilato
RomanceSarah fa pugilato da quando c'è stato quel brutto incidente, ma a capovolgere la sua vita è Alex. Un nuovo ragazzo che inizierà a fare pugilato insieme a lei, su di lui c'è tanto da scoprire. Cosa succede se entrambe queste persone con un brutto pas...