CAPITOLO 14

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Ci fermiamo davanti a una casina bianca, presumo sia casa sua. Fa entrare prima me e la curiosità prende il sopravvento. Inizio ad esplorare tutta la casa, a destra c'è la cucina con mobili bianchi di legno e una piccola isola al centro della stanza. Poi c'è una porticina che porta al giardino.

A sinistra c'è il salotto, con un divano attaccato al muro e davanti una televisione. Un piccolo corridoio porta alle scale, ma evito di salire per aspettare che entri a casa Alex.

Poggia il casco sull'isola in cucina e mi prende per mano portandomi al piano superiore. Trovo un altro corridoio con più stanze con porte chiuse. Noi raggiungiamo l'ultima porta in fondo al corridoio e Alex la apre. Una stanza tutta azzurra con scrivania e libreria arancione. Bell'abbinamento.

<<Vieni qui>> si toglie le scarpe e si getta sul letto.

Anche io mi tolgo le scarpe e mi perdo prima a guardare le foto incorniciate che ha in uno scaffale. Aveva una faccia dolcissima da piccolo.

<<Sono bello anche adesso, sai>> nota che stavo guardando le sue foto e sembra che mi abbia letto nella testa.

Io mi sdraio come lui sul letto e guardo il soffitto. Lui si appoggia sul suo fianco destro e mi fissa.

<<Cosa è successo qualche minuto fa?>> io giro il mio viso e lo guardo, è arrivato il momento delle spiegazioni.

<<In quella stradina non sono successe delle cose molto belle. Mi hanno portato a ricordi del passato>> dico guardandomi le mani.

Lui si siede con le spalle attaccate al muro e mi prende per i fianchi, mi fa mettere sopra di lui.

<<Ti ha ricordato quando quelle persone hanno fatto quelle cose su di te?>> mi prende le mani e le bacia.

Mi toglie dal viso quelle lacrime che non pensavo stessero uscendo.

<<Io non me lo meritavo quello>> scoppio a piangere, non riuscivo a tenere tutto dentro. Mi appoggio sul suo petto e piango.

Lui mi stringe tra le sue braccia. <<Odio avere questa immagine nella mia testa>> stringo forse i bordi della sua maglietta e sento già che la sto bagnando a causa delle lacrime.

<<Non va via>> lui stringe più forte la presa su di me. Mi dà dei baci sulla testa, dopodiché mi stacca dal suo petto e mi guarda in faccia.

<<Farò passare a loro le pene dell'inferno se me li trovassi davanti, ma non voglio vederti così. Non riesco, perchè ho notato che ci tengo troppo>>

<<Perchè piangi?>> lui non appena si accorge che delle lacrime gli rigano il viso, se le toglie.

<<Nessuno si merita questo>> mi viene spontaneo prendergli il viso tra le mani e baciarlo. Le nostre lingue iniziano a danzare tra loro. Questo ragazzo mi fa un effetto strano, un effetto che non ho mai provato. Chissà dove mi potrà portare.

Lui si sposta con me sopra e mi ritrovo sdraiata sotto di lui, continuando a baciarci. Mi viene una scossa di brividi su tutto il corpo, non ho mai provato una sensazione simile. Mi trovo bene se sono a contatto con la sua bocca e la sua lingua, accende quel desiderio in me.

Ci stacchiamo per guardarci. I suoi occhi. Sono un qualcosa di stupendo, azzurri come il cielo. L'azzurro, oltretutto è sempre stato uno dei miei colori preferiti.

<<Ti sei incantata>> dice Alex sfoggiando quel suo sorriso.

<<Hai degli occhi bellissimi>> dico accarezzando il suo viso dolcemente.

<<L'azzurro si intona bene con il colore dei tuoi occhi>>

<<Riesco a specchiarmi>> aggiunge infine.

Dopo essere stati ancora sul letto baciandoci e coccolandoci, scendiamo per preparare qualcosa da mangiare per cena.

<<Cosa ti piace?>> nel mentre che lo dice apre il frigo per vedere cosa c'è.

<<Io farei una carbonara>> mi avvicino a lui e vedo che nel frigo gli ingredienti ci sono. Quindi tiriamo fuori tutto e ci mettiamo a cucinare.

Ci Basta Il PugilatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora