CAPITOLO 6

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Mi siedo agli ultimi banchi, come al solito. Ho lezione di fisica, quindi anche Alex oggi dovrebbe esserci.

Parlo del diavolo...

Entra in classe, nel momento esatto in cui lo stavo pensando. Ci sono tanti banchi vuoti, ma lui si mette vicino a me.

Questo è un esempio di come iniziare bene la giornata, una rottura di coglioni come vicino di banco.

Mentre io provo a dormire, lui mi ruba quelle poche penne che ho per prendere appunti.

B<<Non hai le tue penne?>> dico alzando la testa dal banco.

<<No, mi dispiace ma devo prendere appunti>>

<<Tu non prendi mai appunti>> non studia mai, figuriamoci se ora si mette a prendere appunti.

<<Lo faccio anche per ricevere la tua attenzione>> dice ammiccando un sorriso.

Io ritorno ad appoggiare la testa sul banco, mentre lui prova a capire qualcosa della lezione. Mi fa pena.

Noto che il mio comportamento è proprio cambiato. Prima avevo tante amiche, ora invece mi ritrovo con una sola persona che pensa a portarmi fuori a cena.

<<Come ti vestirai questa sera?>> sento dire da lui mentre scrive sul quaderno quello che c'è scritto sulla lavagna, facendomi smettere di pensare ai miei cambiamenti.

<<Sto già pensando di non venire>>

<<No, ti prego>> incrocia le mani, smettendo ormai di seguire la lezione.

<<Allora ti prego non infastidirmi>>

Anche lui si mette con la faccia attaccata al banco per guardarmi meglio negli occhi.

<<Non vuoi mai essere toccata, vuoi che nessuno ti parli...tu mi nascondi qualcosa>>

<<Non è vero che non voglio essere toccata>> provo a mentirgli, non voglio che sappia quello che ho vissuto. Chissà con quante persone potrebbe prendermi in giro.

Lui avvicina la sua mano al mio viso per spostarmi i capelli, ma riesco a prendere il suo polso e riposarlo sul banco.

<<Vedi...non vuoi essere toccata>>

<<Da te non voglio essere toccata>> suona la campanella.

Sono stata tutta l'ora con la testa sul banco e purtroppo ho parlato con Alex, non so se ci andrò ancora all'appuntamento. Non voglio che sia troppo invasivo.

Chiudo lo zaino e me lo porto in spalla. Attraverso il corridoio facendomi spazio tra la gente per andare a mangiare qualcosa nel bar della scuola. Per poi andare a casa e stendermi finalmente sul mio amato letto.

Arrivo a casa e senza togliermi le scarpe e niente, mi butto sul letto sperando di svegliarmi il più tardi possibile.

Ci Basta Il PugilatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora