CAPITOLO 25

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<<Andiamo in farmacia a prendere il test>> mi afferra la mano per provare di tirarmi su.

<<Non so se voglio sapere il risultato>> lui si abbassa alla mia altezza. <<Sarah allora come facciamo? Vuoi stare con il dubbio per nove mesi, aspettando che questo bambino cresca dentro di te?>>

Ok, mi ha convinto. Andiamo in farmacia e acquisto un test, Josh mi porta a casa sua e non appena entro mi dirigo in bagno. Faccio questo test e aspetto i due minuti come dice la scatola.

<<Fatto?>> bussa alla porta Josh. Giro la chiave e lo faccio entrare. <<Non lo so, sono passati due minuti?>>

<<Si ormai già da un po'>> e non me ne ero accorta, faccio segno a Josh di controllare il test. Si avvicina e lo alza, lo gira. Due linette. Due.

Come dovrei reagire? Non so se in questo momento sono felice o triste, o anche disperata. Mi avvicino a lui e gli prendo la testa tra le mani. <<Andrà tutto bene, ripetimelo tante volte>>

<<Tu lo sai che crescerà senza un padre?>> vorrei rispondergli di si, ne sono a conoscenza.

<<Non dire così, perchè non è vero>>

<<Sarah, guarda un po' la realtà. Sono malato, felicissimo di questa notizia, ma non riesco a non pensare che dovrai crescerlo da sola. Sono sicuro che ci riuscirai, ma volevo esserci>> asciugo le lacrime mie e le lacrime sue. <<L'hai detto tu...godiamoci questi momenti>> lo bacio per non farlo piangere ancora, almeno provo a placare quelle lacrime che continuano ad uscire.

Dopo ciò che ci siamo detti, ho chiesto a Josh se mi poteva accompagnarmi a casa per dire la notizia anche ai miei genitori. <<Tranquilla, io sarò qui che ti aspetto>> un ultimo bacio e scendo dalla macchina.

Busso alla porta più di una volta, dopo qualche qualche minuto mia madre apre. <<Da un po' che non ti vedevo, dove sei stata?>> mi fa entrare e chiudo la porta alle mie spalle.

<<Vi devo dire una cosa, dov'è papà?>> mi siedo sul divano del soggiorno, come fa anche lei. Afferra il tablet che era posato sul comodino e inizia a maneggiare.

<<A lavoro, che succede?>> continua a guardare il tablet, sembra non mi dia attenzione. Forza Sarah dillo comunque.

<<Sono incinta>> lei alza finalmente la testa e mi fissa. <<Dimmi che non è vero>> rimango in silenzio e capisce che non le sto mentendo.

<<Esci>> aggiunge. <<Cosa?>> rimango allibita dall'ordine che mi ha dato. <<Ho detto vai via, ho già da occuparmi al mio lavoro non posso pensare a te e a un bambino!>> si alza dal divano. Quindi sarei un peso.

<<Ma che madre sei? Dovresti aiutarmi e appoggiarmi come sta facendo Josh, un ragazzo che ha altre vere preoccupazioni nella testa perchè ha il cancro.

 Tu ora pensi al lavoro. Non si fa così con una figlia, mi fai schifo>> salgo in camera per prendere il borsone e mettere dentro qualche vestito velocemente, non voglio stare altro tempo in questa casa che mi porta solo brutti ricordi. Ritorno al piano di sotto e vedo che si trova con la testa tra le mani.

<<Io a 13 anni sono stata stuprata da degli uomini e tu non te ne sei mai accorta. Non ci sei mai stata>> la lascio e per l'ultima volta vedo che si mette le mani davanti alla bocca sorpresa. 

Ci Basta Il PugilatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora