CAPITOLO 13

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Ieri dopo la partita di Alex mi sono allenata un po' e mi è venuto uno strappo al muscolo. Perciò, invece di andare a casa a piedi come faccio sempre, mi ritrovo davanti alla fermata dell'autobus. Il problema è che sono qua da più di mezz'ora e l'autobus non si decide ad arrivare.

Sono seduta sulla panchina e vedo una moto fermarsi davanti a me, subito mi agito pensando al peggio. Magari è una di quelle persone che mi hanno violentata, ma invece la persona sulla moto si toglie il casco ed è...Alex.

<<Sali sulla moto e andiamo>> mi porge un altro casco.

<<Io non vengo da nessuna parte con te>>

<<Da quanto stai aspettando il bus?>>

<<Da poco>> non sono per niente credibile, si sa che in questa piccola città gli autobus ci mettono tanto.

<<Tra un po' farà buio e non voglio pensare che tu sia ancora qui>> farà buio tra un po'? Guardo il mio orologio e noto che sono ancora le due di pomeriggio. Il buio calerà solo tra tre ore.

Mi alzo e vado verso di lui infilandomi quel casco, altrimenti starebbe qui fino a sera e non mi lascerebbe stare.

Salgo sulla moto e timidamente appoggio le mani sui suoi fianchi. Lui afferra entrambe le mie mani e mi fa circondare con le braccia tutto il suo bacino.

Va troppo veloce con questa moto, menomale che con le braccia sono ben stretta, altrimenti sarei già volata.

Si ferma in un parcheggio vicino a un parco. <<Io non credo che sia casa mia questa>> dico togliendo il casco. Io volevo solo essere portata a casa e riposarmi.

<<Lo so, ma devo dimostrarti che mi piaci>> Io rimango immobile cercando di capire se mi sta prendendo in giro. Lui mi afferra la mano e mi guida all'interno di questo parco.

<<Mamma mi portava sempre qui, è diventato il mio luogo del cuore e ora potrà esserlo per un altro motivo>> mi guarda facendo riferimento a me.

<<Tua madre è morta?>> la mia curiosità non si placa.

<<No, è in Spagna, lavora lì dopo la separazione con mio padre>>

<<Quindi tu ora abiti solo con tuo padre?>>

<<Si e sto bene. Tra uomini ci si capisce, però qualche volta mamma mi manca>>

<<Sto vedendo davvero Alex vivace?>>

Lui mi prende i fianchi e mi tira su prendendomi in braccio. <<Vuoi vedere quanto sono vivace?>> sento la mia schiena appoggiarsi a un muro e lui avvicina il viso al mio.

Parte un bacio passionale tra noi, un bacio acceso, è il fuoco. Assaggio le sue labbra morbide. Dio quanto mi piacciono, faccio così fatica a staccarmi.

<<Mi piace il tuo sapore>> appoggia la sua fronte alla mia e rimaniamo così per riprendere fiato. Ritorno di nuovo con i piedi per terra e torniamo a camminare mano nella mano.

Svoltando l'angolo vedo una stradina stretta e mi ricordo che qui ci sono già stata. Mi fermo di colpo, inizio ad avere un respiro affannato e sento le mie mani tremare.

<<Sarah cos'hai?>> Alex mi prende il viso tra le mani e lentamente mi appoggio per terra.

<<V-v...oglio...>> non riesco a finire la frase per la mancanza di fiato.

<<Si andiamo via>> fortunatamente Alex capisce, mi prende a mo' di sposa e mi porta di nuovo alla moto.

Ci Basta Il PugilatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora