ZOE
-Mi dispiace Zoe, ma credo che per il momento tu non possa tornare a casa. Per tenerti sotto controllo, e soprattutto per monitorarti costantemente. È Meglio che tu rimanga qui. Anche perché se vogliamo avere anche un minimo di speranza, dovrai continuare a fare la chemio costantemente- mi dice il dottore, mentre tiene sotto braccio una cartella.
Sembra abbastanza serio, e il suo tono di voce non ammette repliche di nessun tipo.
Che poi, che cosa potrei mai per dire che sta sbagliando e che non ha assolutamente ragione?
Niente.-Capisco- la voce mi trema leggermente, e in questo momento vorrei solamente urlare e liberarmi. Ma non posso, non posso perché vorrebbe dire mostrarmi debole e sofferente.
E non voglio sembra questo agli occhi degli altri, se ti vedono così tutti cominceranno a trattarti in modo differente, con compassione e a farti passare tutto. Solo perché tu stai male, e di conseguenza pensano che non sia colpa tua, e che visto che sei fragile debbano trattarti così.
Sospiro in modo triste e sul mio viso, compare un piccolo sorriso amaro.
Questo sta a significare, che forse le mie condizioni sono ben peggiori di quello che mi aspettavo. Credevo che tutto stesse andando bene, e che sarei presto uscita da qui e tornata a casa con i nonni, che avrei vissuto tanti altri bei momenti co loro.
Invece mi viene detto che devo starmene qua, sotto controllo dove medici e infermieri si posso prendere cura di me e venire in mio aiuto sempre.
Ma non né sono neanche tanto sorpresa, me l'aspettavo da una parte ma mi aspettavo anche di ricevere notizie di un minimo di miglioramento.
-Grazie mille dottore- ringrazia nonna Teresa, e lui annuisce.
-Signora, è possibile scambiare due chiacchiere in privato?- le chiede lui, e nonna subito annuisce lasciandomi un bacio sulla guancia.
Una volta che mi trovo da sola, lascio che le lacrime scendano lungo il mio viso.
Non c'è speranza che io esca di qua, e che torni ad essere una ragazza normale che va a scuola come tutte.
Mi porto le mani sulla faccia, per nasconderla e la punta delle dita, sfiora la stoffa soffice della bandana che porta alla testa per coprirla.
Anche se so che è normale, mi sento come in imbarazzo e troppo esposta agli occhi altrui. Da sempre.
Sono talmente presa dai miei pensieri, che quasi non sento bussare alla porta ma mi asciugo in fretta le lacrime dalle guance.
Anche se si noterà lo stesso dagli occhi, rossi e gonfi che ho pianto sfogandomi da sola.
-Avanti- schiarisco la voce per farmi renderla il più normale possibile, ma risulta lo stesso leggermente rauca e giù di tono. La porta si apre rivelando la persona che meno mi aspettavo di incontrare.
Non ci vediamo da un bel po' di tempo, e non credevo di rivederlo così all'improvviso senza neanche avvertire magari. Ma poi penso che non sia molto necessario e scaccio via il pensiero.
Mi sorride e mi chiede se può accomodarsi, io ci penso qualche attimo e poi annuisco indicandogli la poltrona.
Noto che in mano, tiene un orsacchiotto con un fiocco bianco legato al collo e mi chiedo se sia per me. È una busta nell'altra.
L'orso me lo avvicina, mentre io rimango a fissarlo attentamente e sorrido accarezzandolo con le dita. È davvero bello.
-Ho pensato che ti avrebbe potuto tenere compagnia- mi dice riferendosi al peluche, e subito lo prendo in mano. E mi diventano lucidi gli occhi, però non piango.
-Grazie- dico quasi come un sussurro, e lui ricambia con un "figurati".
-Ciao- mi saluta in modo abbastanza imbarazzato, e poggia sul comodino vicino al letto una busta di carta. Piatta.
Mi chiedo che cosa contenga.
Sembra abbastanza felice, e meno impacciato dell'altra volta che ci siamo visti e parlati. Sembra che si sia preparato, tutto quello da dire e come comportarsi.
La guardo in modo confusa, e sento i suoi occhi che mi scrutano in ogni dettaglio.
-Volevo condividere, qualcosa con te su di lei- mi confessa in fine, e io mi giro verso di lui sempre più confusa.
E senza indugio, prende la busta e avvicinandosi di più a me la apre.
Quello che vedo mi lascia abbastanza sorpresa, e altre lacrime minacciano di uscire dai miei occhi.
Ora capisco a chi si riferiva.
~ME~
SCUSATE L'ENORME ASSENZA, E SCUSATE DI AVERVI TENUTE SULLE SPINE COSÌ A LUNGO. MA TROVO DIFFICILE, STARE AL PASSO CON I TEMPI. NON SO SE CAPITE.
COMUNQUE.. SPERO CHE IL CAPITOLO VI PIACCIA.🌷CUORE E COMMENTATE.♥️
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ZOE
Short StoryZoe è una ragazza timida e che sta sempre per le sue, ma per qualche strano motivo, i suoi genitori non la vogliono e non la trattano come lei vorrebbe o come dovrebbero. Su fratello Enrico non ne da meno, anche lui si comporta alla stesso modo. Si...