3| IL BUIO

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Zoe:

La febbre mi è passata, per fortuna.

Ora mi sento decisamente meglio, e grazie a nonna e nonno ho passato una bella giornata. Senza pensare e nulla e senza chiudermi in camera mia, a piangere e a chiedermi che cosa io abbia fatto di sbagliato per meritarmi un rifiuto da parte di mamma e Enrico mio fratello.

Papà non ci fa neanche caso, anzi molte volte fa finta di niente come se non gli importasse proprio.

Credevo che almeno a lui importasse qualcosa da me, ma col tempo ho notato che non mi ha mai difesa o consolata.

Io ero sempre da sola, costantemente da sola. Nessuno che mi consolasse o abbracciasse.

Nessuno che mi stesse accanto.

Nessuno con cui parlare, o a cui confidare le mie paure o anche solo le mie idee o anche solo i miei pensieri.

-Sei sicura di stare bene, se resti ancora qualche giorno per noi non è un problema- mi dice nonna amorevole.

Le sorrido e poi l'abbraccio.

Loro si che mi vogliono bene veramente.

-Grazie dell'offerta nonna, ma mi sento molto meglio e poi non vorrei disturbare- la rassicuro.

-Va bene allora. Ci vediamo presto- mi stringe di più a se, e saluto pure il nonno.

Una volta uscita, l'aria mi arriva dritta in faccia e sono costretta a stringermi di più nel giubbotto. Sistemo meglio lo zaino e mi incammino versi casa.

Sono tranquilla e spensierata, ascoltando la musica quando sento prendermi per un braccio.

Mi giro subito, e davanti mi trovo l'ultima persona che non mi sarei mai aspettata di vedere.

Mi tolgo una cuffia e rimango li immobile, ferma a fissarlo senza dire una parola.

Enrico mi stringe forte un polso tanto da farmi male e farmi fare un smorfia.  -Mi fai male!- mi lamento e lui allenta anche se di poco la presa senza mollarmi del tutto il polso. -Ora tu vieni con me, è non provare a liberarti- lo dice con cattiveria e mi chiedo che cosa abbia fatto di male per meritarmi tutta questa rabbia. -No!- urlo e mi libero  dalla sua presa, mi metto a correre con lui che mi richiama,  di tornare lì ma io non lo ascolto è continuo a correre.

Voglio che mi lasci stare e se ne vada via.

Non voglio tornare da lui, soprattutto ora che è arrabbiato come tutte le volte che se la prende con me.

Arrabbiato per cosa poi?

Continuo a correre e mi accorgo di essere finita in strada.

Sento un rumore assurdo e poi delle luci che mi accecano,  costringendomi a coprirmi gli occhi. Non faccio in tempo a vedere, la macchina che mi viene addosso.

Sento solo una voce chiamarlo disperata e qualcuno prendermi in braccio.

Poi il buio mi avvolge e non sento più nulla.

Forse è giunta la mia ora, forse smetterò di soffrire e di essere un peso per tutti.

Enrico:

Mi blocco qualche secondo per la paura, è il mondo in torno a me sembra fermarsi. E non sento ne vedo nient'altro che lei, lei che è distesa sulla strada priva di sensi e sembra senza vita.

Cosa ho fatto!?

È tutta colpa mia, sono stato io a farle questo.

Io ha trattarla male e a urlarle contro con rabbia, costringendola a venire con me.

Io a deriderla, prenderla in giro, io a insultarla e a screditarla. Io a distruggerla fino a che non né ero contento. Fino a vederla distrutta.

-Zoe!!- urla correndo da lei.

La prendo tra le braccia e con le lacrime agli occhi, la stringo forte a me sussurrandole di non restare con me.

-Ti prego resta con me, non mi abbandonare-

Continuo a piangere, e le lacrime scorrono sulle mie guance per poi cadere sul viso. Pallido e sereno.

Da lontano sento le sirene dell'ambulanza, e sposto lo sguardo sul tipo che la investita che mi guarda con uno sguardo di scuse.

In mano tiene il telefono, probabilmente è stato lui a chiamare i soccorsi, ma in questo momento non credo che riceverà i miei ringraziamenti.

Io lo guardo male.

-Stronzo!!! Come ha fatto a non vederla?!- gli urlo contro arrabbiato più che mai.

Appena arrivano, trasportano la mia sorellina sull'ambulanza e io chiedo se posso salire che sono il fratello. Acconsentono, gli ringrazio e poi partiamo.

Per tutto il tempo le tengo la mano, e non la lascio un secondo.

Mentre i paramedici si occupano di lei.

Cosa che io non ho mai saputo fare.

 ZOEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora