16|PER LEI

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GIORGIO

Stiamo parlando per passare il tempo, e per non annoiarci. E devo dire che non né male stare qui, in fin dei conti è per una buona causa. E poi il mio amico, ne ha bisogno, ha bisogno di qualcuno che lo aiuti e gli dia sostegno.

So quello che ha fatto, so che si sente in colpa per quello che è successo e che non riesce a darsi pace e che si dà la colpa. Però il fatto che Zoe sia in ospedale, non è assolutamente colpa sua anzi nessuno ne ha colpa.

-Quello che penso, e che lui sia una spia sotto copertura e che stia cercando informazioni su di noi- è il mio amico a parlare, e alza il mento fiero.

Aggrotto le sopracciglia in modo confuso, e sposto lo sguardo alla ragazza al suo fianco, la sua espressione è tra il confuso e il divertito.

-Mi sa che hai guardato troppi film- le fa notare lei, e il fratello scuote le testa negando tutto.

-Concordo con lei, e poi se non ti dispiace vorrei sapere di che cavolo stai parlando- indico la ragazza, che mi sorride e io ricambio.

Non mi sono mai soffermato a guardarla, però posso dire che sia una bella ragazza e che anche se adesso è così, lei non si fa buttare giù.

È molto forte.

-Ma ci conosciamo?! Andiamo ragazzi, di Trevor stavo parlando. Come avete fatto a non capirlo subito!?- ci chiedo lui sbuffando.

Alzo le sopracciglia e alzo gli occhi al cielo.

-Amico, da quanto non dormi?- gli chiedo io mettendogli una mano sulla spalla, e lui mi guarda male.

-Scemo! Non sto delirando- mi urla contro, e io alzo le mani in alto, veniamo interrotti dal suo telefono che vibra e lui lo prende guardandoci negli occhi.

-Chi è?- domanda la sorella, e lui subito sussulta.

Ma che gli prende?

-Ehm.. posso parlarti un secondo?- mi chiede in un sussurro, e io annuisco anche se incerto.

-Enrico- lo chiama Zoe, e lui la rassicura che sarebbe tornato presto e di stare tranquilla.

Sorride e lui le lascia una carezza sulla guancia.

Una volta fuori lo vedo passarsi una mano sui capelli, e quando fa così vuol dire che è nervoso e che non sa che fare.

-Ehi, che succede? Tutto bene?- gli chiedo preoccupato ancora di più.

Scuote la testa, e mi mostra lo schermo del telefono. Lo prendo in mano e leggo il nome, scritto a caratteri cubitali.

"Mamma
So che sei con lei, e vorrei poterla vedere e scusarmi di persona. Vorrei vedere come sta, e poterle parlare di quello che è successo"

Ecco che cosa dice il messaggio, che a leggerlo così, sempre veramente dispiaciuta e che le interessi veramente. Ma la realtà è ben lontana, tanto lontana.

-Che cosa pensi di fare?- gli chiedo alzando lo sguardo dal telefono per guardarlo, e lui alza le spalle.

-Non dovresti farla venire qui, e nemmeno fargliela vedere. Almeno non ora- gli dico quello che penso e che credo sia giusto.

Ora non né il momento giusto, e non credo che Zoe la voglia vedere.

-Non era quella la mia idea, anzi credo proprio che andrò io da lei a parlarle- mi spiega lui serio, e io annuisco.

Gli passo il telefono, e nel prenderlo lo fissa più del dovuto.

Sembra stia riflettendo su qualcosa, e vorrei sapere che cosa. Anche se una mezza idea, c'è l'ho già.

 ZOEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora