Da qualche giorno facevo dei sogni strani ma la mattina seguente, non riuscivo mai a ricordare cosa avessi sognato, l'unica cosa che mi restava impressa, una volta sveglia, era il buio e tanto freddo.
Avevo deciso di non pensarci, dopotutto erano soltanto dei sogni e nessuno ci fa caso più di tanto.
Amavo aprire gli occhi prima del suono della sveglia, sentivo di poter passare un po' di tempo con me stessa anche poter fare una semplice doccia senza fretta mi faceva stare bene.
Era bello affacciarsi alla finestra e guardare la città prendere vita, vedere i vicini uscire di casa per andare al lavoro e provare ad immaginare la loro vita, mi è sempre piaciuto fantasticare sulla gente.
Quel giorno era speciale, erano già sei mesi da quando io e Christian ci eravamo messi insieme. Non riuscivo a crederci, era il mio primo ragazzo e volevo che quella giornata fosse perfetta in ogni suo dettaglio.
Volevo indossare un bel vestito si prospettava una bella giornata e non faceva molto freddo per essere marzo.
Christian era il più carino della scuola, alto poco più di me, circa 1,70, capelli biondi e occhi di ghiaccio; ero davvero presa da lui e sentivo di potermi fidare.
Andavamo al cinema, in pizzeria, conoscevo tutti i suoi amici e andavo alle sue partite di calcetto, mi faceva sentire parte della sua vita, ed era divertente anche fare il tifo per lui; anche se di calcio non ne ho mai capito nulla.
Ero arrivata a scuola molto presto, Christian non mi aveva ancora scritto: era in ritardo come sempre.
Quando, da lontano, era entrato dal cancello gli ero corsa in contro urlandogli:
<<Auguri piccolo principe>> (lo chiamavo così per via dei suoi tratti chiari, ogni favola ha sempre narrato i principi con occhi azzurri e capelli biondi).
<<Ma oggi non è il mio compleanno>> disse sbadigliando. Lo aveva dimenticato, non riuscivo a crederci, ne avevamo parlato fino a due giorni prima.
<<Sei davvero un cretino, mi sono pure fatta bella per te, vedi che stupida>> avevo risposto sentendo una lacrima che mi percorreva il viso.
<<Scusa ma non ti seguo>> disse sbalordito dalla mia risposta,
<<Sei mesi fa mi hai chiesto di diventare la tua ragazza>> dissi non riuscendo a trattenere le lacrime, e adesso non sentivo scenderne solo una, ma ero un fiume in piena.
<<Scusami piccola, per adesso il mister ci fa allenare fino allo sfinimento e alle volte non ricordo neanche il mio nome>> aveva inventato una scusa così banale che mi vergognavo per lui, ma non volevo litigare proprio quel giorno, dopotutto può capitare di scordare una data importante.
<<Per farmi perdonare, più tardi andiamo a prendere un gelato?>> aveva continuato,
<<Devo studiare per due interrogazioni, quindi se per te va bene andiamo a casa mia>> avevo proposto provando a non piangere più.
<<Si va bene, ma devo correre agli allenamenti per le quattro>> disse con aria di sufficienza, si stava giustificando, avrei voluto dirgli tantissime cose in quel momento ma non ci ero riuscita, così avevo solo fatto un cenno di approvazione con la testa; ero troppo accondiscendente con lui, ma non riuscivo a fare diversamente.
C'erano giorni in cui lo sentivo distante ultimamente e non ne capivo il motivo, alle volte mi sentivo quasi sottomessa a lui. Non riuscivo ad essere del tutto naturale e spontanea e non era da me, tutto quello che avevo sullo stomaco dovevo tirarlo fuori altrimenti rischiavo di sentirmi male sul serio.
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Ti Ho Già Incontrato " La Realtà Dentro Di Me"
RomanceAndy è sempre stata una ragazza normale, non sognava il principe azzurro e probabilmente dopo la sua unica esperienza con i ragazzi, aveva perso fiducia nel genere maschile. Il suo più grande sogno è quello di diventare un'attrice, è determinata a f...