Giovani d'emozioni
desideriamo la vertigine,
saltare impetuosi
instabili impalcature
e morirne travolti.
Sogniamo di nascere,
noi già annoiati di vivere
la lacerante monotonia
di cadere ogni giorno
e non volersi rialzare mai.
Tu sei la mia medicina,
la risata che rende leggeri,
la nuvola che ti piace guardare
per dimenticare tempo e spazio
mentre socchiudi gli occhi
e riposi un poco.
Sarà domani l'ultimo caffè?
Rumore solitario
in un silenzio tombale:
io, fesso, perderò le parole
e tu di nuove me ne dovrai regalare.
Promettimi, quindi, di non essere seria
anche se cambieranno i tuoi piani,
il mattino ci sorprenderà ancora:
due rondini si ritrovano sempre
quando splende la primavera.
Quando ti ascolto parlare
non ho molto da ridire;
anche se avessi torto
mi hai già reso felice
e tanto basta per darti ragione.
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Poesie e Orrori Quotidiani
PuisiLe mie poesie sono un inascoltato e angosciante grido d'aiuto contro l'indifferenza, caratteristica comune dell'odierna società. Qui troverete temi e argomenti differenti tra di loro, ma tutti con unico filo conduttore: l'orrore. State ben attenti a...