A te

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Giovani d'emozioni

desideriamo la vertigine,

saltare impetuosi

instabili impalcature

e morirne travolti.


Sogniamo di nascere,

noi già annoiati di vivere

la lacerante monotonia 

di cadere ogni giorno

e non volersi rialzare mai.


Tu sei la mia medicina,

la risata che rende leggeri,

la nuvola che ti piace guardare

per dimenticare tempo e spazio

mentre socchiudi gli occhi

e riposi un poco.


Sarà domani l'ultimo caffè?

Rumore solitario 

in un silenzio tombale:

io, fesso, perderò le parole

e tu di nuove me ne dovrai regalare.


Promettimi, quindi, di non essere seria

anche se cambieranno i tuoi piani,

il mattino ci sorprenderà ancora:

due rondini si ritrovano sempre 

quando splende la primavera.


Quando ti ascolto parlare

non ho molto da ridire;

anche se avessi torto

mi hai già reso felice 

e tanto basta per darti ragione.


Poesie e Orrori QuotidianiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora