2. «È sempre stato geloso di te.»

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«Giuro, Anas sembrava più morto che vivo.» disse Aziz, mentre Sami mi spiegava che cosa avessero fatto ieri sera. «Gli unici che non hanno toccato alcool siamo io e Amine.»

«I santi del gruppo, direi.» commentò Anas, facendo scoppiare una risata generale, mentre posò il suo braccio sulle mie spalle. Si passò una mano sul volto, mentre i suoi occhi erano incorniciati da due grandi occhiaie, che non passavano inosservate.

«Hai preso l'antidolorifico che ti ho lasciato sul comodino?.» gli sussurrai, cercando nelle tasche del mio giubbotto il mio pacchetto di sigarette.

«Si, grazie mon cœur, non saprei cosa fare se non ci fossi.» disse, posandomi un bacio sulla tempia e prendere la sigaretta che gli avevo offerto, per poi accenderla a me e lui.

Feci il primo tiro, osservando tutti i ragazzi, che parlavano allegramente. Mi soffermai su Amine, che rideva insieme ad Aziz e Naha e sorrisi leggermente.

Il suono di una notifica mi riportò alla realtà, così presi il mio cellulare dalla tasca del giubbotto e vidi che Luigi mi aveva appena scritto, un ragazzo con cui mi sentivo* da qualche settimana.

«Ancora non hai mollato questo!.» esclamò mio fratello, attirando l'attenzione di tutti, mentre io lo maledii mentalmente.

«Chi?.» chiese Aziz, avvicinandosi a me. Spensi il telefono e lo riposi nella tasca del giubbotto, mentre sul volto di Aziz comparve un broncio. «Ti senti con qualcuno e non c'è lo dici?.»

«Fra' fidati è meglio se non lo sai.» disse Anas, risvegliando ancor di più la curiosità di Aziz, così come quella di tutti.

«Di che zona è?.» chiese Mattia, guardando prima Anas e poi me.

«Rozzano.» dissi, mentre il viso di tutti si colorò di stupore e disgusto.

Non so per quale motivo, ma i ragazzi nutrivano un odio non indifferente per il quartiere di Milano Sud.
Loro non osavano andare a Rozzano e quelli di Rozzano non osavano venire a San Siro, nessuno sa cosa sarebbe successo se qualcuno avesse infranto questa regola.

«Non ci credo.» sentii sussurrare da Valerio, che era vicino ad Amine, del quale non riuscii a capire ciò che pensava.

«Non mi sento con lui.» dissi, incrociando le braccia al petto, guardando male mio fratello. «Ogni tanto mi scrive e io gli rispondo, fine.»

«Certo, ti crediamo tutti.» commentò Naha, facendo ridere tutti. «Non scorre buon sangue tra noi e i ragazzi di Rozzano, lo sai.»

Annuii, mentre gli altri ricominciarono a parlare allegramente. «Ma vie, quando inizierai a capire che non ho più 10 anni?.» chiesi a mio fratello, buttando la sigaretta ormai finita per terra.

«Non mi piace la gente di quella zona Marika, tutto qui, non voglio che ti succeda nulla.» disse, posandomi un bacio sul capo, posando la sua testa sulla mia.

Vidi Amine venire verso di noi, con uno sguardo diverso dal solito. «Io vado, ho una consegna da fare.» disse, guardando prima Anas e poi me.

Diede una pacca sulla spalla ad Anas e un bacio per guancia a me, posando la sua mano sul mio fianco.

«Non pensare agli altri, se tu sei felice lo sono anch'io jolie.» mi sussurrò, per poi sorridermi.

«Amine, non stiamo insieme. Lo sai, non voglio una relazione seria.» dissi, scuotendo la testa. Il mio amico alzò le mani in segno di resa, per poi scomparire.

«Credo che sia geloso.» commentò Anas, mentre io lo guardai confusa. «Andiamo, è sempre stato geloso di te.»

«Si preoccupa per me, è la stessa gelosia che hai tu e tutti i ragazzi, non farti film fratellino.» dissi, dandogli una leggera spallata, ridendo leggermente.

«Convinta tu.» disse, chiudendo lì l'argomento.

* "Sentirsi" qui a Milano è usato quando una persona si sta conoscendo con un'altra, non essendo fidanzati ufficialmente!

𝗣𝗮𝘂𝗿𝗮 𝗱𝗶 𝗮𝗺𝗮𝗿𝗲 ; 𝗡𝗲𝗶𝗺𝗮 𝗘𝘇𝘇𝗮Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora