Mi sentivo finalmente felice, dopo molto tempo. Sentivo di aver finalmente trovato pace con me stessa, lasciando da parte tutto il mio orgoglio e le paure, facendo vincere per la prima volta il cuore contro una lunga e faticosa battaglia con la testa.
Eravamo io e lui, al nostro solito posto, seduti uno affianco all'altro; io avevo la testa sulla sua spalla e e lui teneva un suo braccio lungo le mie spalle.
Eravamo avvolti dal silenzio più totale, ma non ci davamo peso, anche perché a noi piace non parlare.«Ormai penso che gli altri l'abbiano capito, sono quasi 3 settimane che siamo fidanzati segretamente.» disse Amine, puntando il suo sguardo verso di me, per poi tornare a guardare il cielo. «Tu credi di aspettare ancora un po' ad ufficializzare tutto?.»
«No, lo sai bene che per me dal primo giorno potevamo ufficializzare tutto, ma ho voluto lasciarti il tuo tempo.» dissi, alzando lo sguardo verso il moro, che fissava un punto indefinito del cielo, mentre i suoi capelli corti marroni si muovevano leggermente a causa del vento.
«Anas non fa altro che farmi domande, sta diventando assillante.» disse, lasciando trasparire un po' di nervosismo dal suo tono di voce.
«Se vuoi ci posso parlare io, se ti da fastidio.» dissi, alzando la testa dalla sua spalla, in modo da poterlo guardare bene negli occhi. «Eppure io quando si è fidanzato con Margherita me ne sono stata al mio posto, facendomi i cazzi miei.»
«Tranquilla, è tipico da fratello maggiore geloso.» disse, scompigliandomi leggermente i capelli e avvicinandosi al mio volto, rubandomi un bacio.
«Tra quanto vai in ferie? L'estate è vicina.»«La prima settimana di Giugno lavoro, poi fino all'ultima mi lasciano a casa.» dissi, posando una gamba su quella del moro, sorridendogli. «Mamma voleva partire per il Marocco, ma io ho rifiutato, voglio stare qui con te.»
Mi fece un sorriso senza mostrare i denti, per poi baciarmi ancora, questa volta un po' più passionalmente; portai una mano fra i suoi capelli, mentre l'altra era sulla sua spalla. Lui teneva salde le sue mani sui miei fianchi, che ogni tanto accarezzava dolcemente.
«Torniamo dagli altri?.» chiese, una volta staccati, con il fiato corto.
Io annuii e mi alzai, per poi dirigerci insieme verso l'uscita del tetto, scendendo le scale del palazzo velocemente, per poi sbattere la porta alle nostre spalle.
«Vi davamo per dispersi!.» esclamò Anas, appena fummo vicini al nostro gruppo.
«Che carino, da quando ti preoccupi per me?.» chiesi ironicamente, posandogli una mano sulla spalla, mentre lui mi posò un bacio sul capo. «Ero con Amine, non preoccuparti.»
«Passate molto tempo insieme ultimamente.» disse.
«Già.» dissi, ridendo, vedendo l'espressione confusa sul suo viso.
«Pensavamo di andare a ballare all'Old Fashion stasera, ci siete?.» chiese Mattia, guardando tutti.
Mi diedi un rapido sguardo con Amine, che scosse la testa in segno di rifiuto. «Io non posso, sono con le altre.» mentii, sorridendo.
«Ho il turno di notte, nemmeno io posso.» disse Amine, appoggiandosi con la schiena al muro.
I ragazzi si guardarono fra loro e poi annuirono, tornando a parlare tutti allegramente fra di loro.
A un tratto vidimo una macchina entrare nella piazza, mai vista prima, quindi vidi i ragazzi irrigidirsi subito. La macchina nera si fermò davanti a noi, dove un ragazzo seduto al sedile del passeggero, affianco al guidatore, abbassò il finestrino, puntando una pistola contro Amine. Lì capii che dovevo fare qualcosa e mi buttai su di lui, per poi sentire un dolore lancinante alla schiena.
E dopo solo buio, mischiato alle urla.
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𝗣𝗮𝘂𝗿𝗮 𝗱𝗶 𝗮𝗺𝗮𝗿𝗲 ; 𝗡𝗲𝗶𝗺𝗮 𝗘𝘇𝘇𝗮
FanfictionAmine e Marika: amici da sempre, fratelli da una vita. Ma loro vivono una "storia d'amore" seppur non stiano insieme: una storia difficile, dove entrambi sono rimasti al fianco dell'altro nei momenti momenti più bassi che alti. Questo era amore per...