11. «Finiritete tutti in una bara, mes frères.»

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*Capitolo scritto dal punto di vista di Amine
Tenevo le mani strette in due pugni, cercando di trattenermi il più possibile. Anas e Mattia erano sull'orlo di picchiarsi, Valerio e Aziz avevano provato a dividerli più volte, con scarsi risultati.
Sami si teneva la testa fra le mani, così come Zaccaria e Mohamed, che molto probabilmente non stavano capendo ciò che stava succedendo, visto che quest'ultimi due sono entrati nel giro da poco.

«Mia sorella non si tocca Mattia.» disse a denti stretti Anas, a pochi centimetri dal volto di Mattia, che stava seduto su una sedia, sorridendo senza mostrare i denti. «Faranno una brutta fine, questo è certo.»

«La famiglia non si tocca, è una delle regole.» disse Valerio, sedendosi al fianco di Aziz. «È stata solo una minaccia di merda, si aspettano che li ripagheremo con la stessa moneta.»

«Per poi dare inizio alla vera guerra.» finii la frase Aziz, scambiandosi degli sguardi con Anas e Valerio.

Mi sedetti su una sedia e portai le mie mani in faccia, rielaborando tutto quello che era successo nel giro di 1 ora. Il mio respiro era irregolare, mentre la mia testa cercava di trovare una via d'uscita per questa situazione. Dovevo riuscire a controllare le mie emozioni: tenere a freno il mio cuore e lasciare che la testa riuscisse a pensare.

«Occhio per occhio, dente per dente.» disse Mattia, osservando un punto indefinito della stanza, attirando l'attenzione di tutti noi.

«No.» dissi, alzandomi in piedi. «Noi non rischieremo ancora la vita per la tue idee folli Mattia. Non possiamo andare a minacciarli così su due piedi, non programmando un piano.»

«Che c'è Amine, hai per caso paura?.» disse Mattia, alzandosi anche lui, in modo da potermi guardare in faccia. «O forse l'accaduto di stamattina ti ha fatto scongelare quel cuore di ghiaccio che hai?.»

«Che cazzo vorresti dire?.» dissi, a denti stretti.

«Sei debole Amine, non ti riesce il ruolo da duro. O almeno, se proprio vuoi farlo, impara a tenere più a freno le tue emozioni quando sei con Marika.» disse, sorridendo senza mostrare i denti, mentre sentii le mie mani tremare dal nervoso e la voglia di spaccargli la testa al muro cresceva dentro di me.
«Che c'è? Tremi al solo pensiero che a quest'ora poteva già essere morta.»

Gli sferrai un pugno in faccia, facendogli girare la testa dal lato opposto della stanza. Cadde a terra, mentre io mi posizionai sopra di lui e lo riempii di pugni, vedendo il suo volto colorarsi di rosso.
Le mie mani si colorarono in fretta del suo sangue, mentre lui sorrideva ancora, in modo da farmi innervosire ancor di più.

Sentii le braccia di Valerio cercare di spostarmi, ma con scarsi risultati. Lo spintonai via, per poi finire di picchiare Mattia.
Lo guardai, cercando di regolarizzare il mio respiro, mentre il ragazzo aveva ormai perso i sensi.

Mi alzai, guardando le mie mani, sotto lo sguardo sconvolto dei miei amici.
Mi scambiai uno sguardo d'intesa con Anas, per poi dirigermi verso la porta.

«Io non prendo più ordini da Mattia, il patto ormai non vale più, non siamo più i ragazzi uniti di prima.» dissi, aprendo la porta. «E dovreste farlo anche voi, altrimenti finirete tutti in una bara, mes frères.»

𝗣𝗮𝘂𝗿𝗮 𝗱𝗶 𝗮𝗺𝗮𝗿𝗲 ; 𝗡𝗲𝗶𝗺𝗮 𝗘𝘇𝘇𝗮Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora