14. «Quel maledetto tatuaggio.»

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«Non ci credo che tu stia uscendo con quel coglione, davvero Marika.» mi disse Amed, il fratello di Markos, mentre io sistemavo le ultime cose nella borsa. «Spera che tuo fratello non lo venga a scoprire, non so che cosa succederebbe.»

«Amed, ci esco solo in amicizia.» dissi, guardando il ragazzo dalle iridi marroni, per poi prendere la mia borsa e avviarmi verso la porta. «Non credo chiederanno di me, ma tu digli che sono con Alice a cena fuori.» mi abbassai alla sua altezza e gli porsi il mignolo, che lui strinse tra il suo.

Gli mandai un bacio volante e uscii di casa, scendendo velocemente le scale, sbattendo la porta d'uscita. Fuori vidi Alice in macchina ad aspettarmi, così feci una piccola corsa ed entrai in macchina, salutandola con due baci per guancia.

«Non l'avrei mai detto che avresti accettato l'invito di Luigi a cena, perlopiù proprio a Rozzano.» disse Alice, mettendo in moto l'auto.

«In amicizia, a-m-i-c-i-z-i-a.» dissi, scandendo bene le lettere, provocando una risata alla mora.

Passai una mano fra i miei capelli marroni, cosa che facevo spesso quando ero in ansia o agitazione.

«Luigi mi ha parlato molto di suo cugino, è interessato a te.» dissi, prendendo il telefono dalla borsa, aprendo Whatsapp e cercare la foto del cugino di Luigi, Marco. «È lui, sembra carino.» gli tesi il telefono verso di lei, in modo che potesse vedere.

«Mh non so, è carino.» disse, arricciando il naso, facendomi ridere. «Ha degli occhi azzurri stupendi però.»

Annuii, posando nuovamente il telefono in borsa, prendendo una sigaretta dal pacchetto.
«Ha detto che mangiamo qualcosa in un ristorante di Rozzano e poi, se vogliamo, Luigi e Marco ci portano a fare un giro da qualche parte.»

«Dopo decidiamo, ma non sparire con Luigi chissà dove a fare chissà cosa.» disse, meritandosi un'occhiata da parte mia, mentre lei soffocava una risata. «Dovremmo essere arrivate, vedo la torre.»

Guardai dinnanzi a me e vidi l'enorme torre di Rozzano, che alla fine è fatta per le telecomunicazioni, siccome era buio era illuminata da delle luci rosse.
Indicai ad Alice la strada per il ristorante e dopo poco lo trovammo, vedendo alcuni ragazzi fuori da esso.

«Non dirmi che siamo le uniche ragazze, per favore.» disse Alice, osservando il gruppo di ragazzi davanti al ristorante.

«Doveva essere una cosa tranquilla, non pensavo portasse tutti.» dissi, buttando la sigaretta ormai finita dal finestrino. «Alcuni stanno andando via.»

Scendemmo dall'auto solo quando alcuni ragazzi andarono via, in modo che solo Luigi e Marco rimanessero davanti al ristorante.

«Buonasera.» disse Luigi, facendo trasparire il suo fantastico accento napoletano, salutando entrambe con un bacio per guancia, così come Marco. «Entriamo?.»

Annuimmo entrambe con la testa ed entrammo, sorridenti più che mai.

•••

«Quindi lavori in una profumeria?.» chiese Marco ad Alice, mentre io e Luigi ci scambiavamo degli sguardi d'intesa.

«Si, ad Assago.» disse, posando i gomiti sul tavolo, regalandomi un'occhiata fugace.

«Tu? Lavori ancora al bar a San Siro?.» mi chiese Luigi e io annuì, mentre Marco posò immediatamente lo sguardo su di noi.

«San Siro?.» chiese Marco a Luigi, sorpreso.

Luigi annuì, mentre Marco sospirò, io e Alice ci guardammo confuse, anche se in cuor mio avevo capito a che cosa si riferisse Marco, ma decisi di non dir nulla.

«We *fratm! (*fratello).» disse un ragazzo, avvicinandosi al nostro tavolo, seguito da un altro. «Ciao ragazze.»

Gli sorridemmo e ci scambiammo un ulteriore sguardo, facendo trasparire il nostro disagio e imbarazzo.

Il primo ragazzo ci diede due baci per guancia a testa. «Vincenzo.» disse, per poi ritornare a parlare con Luigi e Marco.

«Andrea.» disse, porgendomi la mano. La mia attenzione ricadde subito su un tatuaggio, che mi sembrava stranamente familiare: M.O.

Deglutii e iniziai ad agitarmi, ma cercai di rimanere il più calma possibile, temendo che Andrea potesse accorgersi che lo avevo riconosciuto.

Quel maledetto tatuaggio.

𝗣𝗮𝘂𝗿𝗮 𝗱𝗶 𝗮𝗺𝗮𝗿𝗲 ; 𝗡𝗲𝗶𝗺𝗮 𝗘𝘇𝘇𝗮Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora