(Questo capitolo non contiene dialoghi; è fatto interamente per entrare a fondo nei pensieri di Amine e cercare di capirlo più a fondo. Spero vi piaccia.)
*Capitolo scritto dal punto di vista di Amine
Sono felice, finalmente sono riuscito a confessare i miei sentimenti alla donna che amo più di me stesso.
E sapere che lei prova lo stesso per me, mi fa sentire vivo e amato, emozioni che poche volte ho provato in vita mia. Stare tra le braccia di Marika mi fa sentire al sicuro e protetto da tutto il mondo, creando una specie di "bolla" attorno a noi due, facendoci scomparire dal resto del mondo, rimanendo solo noi.Però, anche se cerco di non farlo notare, ho una tremenda paura.
La paura di affezionarmi e legarmi troppo a qualcuno è sempre stata presente in me, fin dalla tenera età. Quando avevo esposto questa mia paura a mia madre, qualche anno fa, mi aveva detto che il motivo era perché sono cresciuto senza un padre, ma io non credo sia per questo motivo.
Credo che il reale motivo di questa mia "paura" è essere cresciuto in un ambiente dove i legami sono destinati a spezzarsi; ho visto fin troppe persone morire, andare in carcere o ammazzarsi, fin da piccolo. Crescere in un quartiere popolare non è facile, è una realtà completamente diversa da chi vive in un quartiere ricco. Ma per fortuna, se trovi le persone giuste, vivi serenamente, se non dai fastidio a nessuno e resti al tuo posto.Ho avuto la fortuna di trovare dei ragazzi, i quali ad oggi sono come dei fratelli per me, con i quali sono cresciuto insieme, sia fisicamente che caratterialmente. Ma purtroppo, il crimine ha preso possesso anche delle nostre vite, risucchiandoci al suo interno, non facendoci mai trovare una via d'uscita.
La prima volta che presi una pistola in mano è stato all'età di 14 anni; un po' per gioco e un po' perché lo facevano anche i miei amici, ma era solamente per scherzare.
La prima volta che ho usato una pistola contro qualcuno è stato all'età di 16 anni; avevamo appena rapinato un negozio in centro e c'era un uomo che voleva fermarci, così gli ho sparato. Ma mai avrei voluto ucciderlo, non mi era mai passato per la mente. Sono rimasto fermo a guardare il suo corpo in una pozza di sangue per qualche minuto, poi il pianto di un bambino mi ha risvegliato dai miei pensieri, solo allora avevo capito di aver ucciso un papà davanti suo figlio.
Non me lo sono mai perdonato, non potrò mai farlo.
Da allora mi sono promesso che non avrei mai più usato una pistola, se non scarica.Il mio primo arresto, come scordarselo. Era Giugno, faceva un caldo che poteva spaccarti le vene.
Eravamo tutti quanti in piazza, c'era anche Marika, era così bella anche se visibilmente stanca, appena uscita da lavoro.
Avevamo udito le sirene ancora prima che entrassero, ma avevo troppa roba addosso e avevo deciso di non far niente, o almeno, non potevo fare niente.
Ricordo bene le mani della guardia su di me, poi aveva estratto una busta con all'interno della droga; mi aveva letteralmente sbattuto contro il muro, ammanettandomi.
Gli occhi mori di Marika pieni di lacrime per me, non me li sono mai scordati;
Gli occhi di mia madre delusi, non me li sono mai scordati;Forse è questo, il quartiere che mi ha portato ad avere paura di legarmi alle persone.
Io credo proprio di sì, è sempre stato il fulcro di ogni mio male.
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𝗣𝗮𝘂𝗿𝗮 𝗱𝗶 𝗮𝗺𝗮𝗿𝗲 ; 𝗡𝗲𝗶𝗺𝗮 𝗘𝘇𝘇𝗮
FanfictionAmine e Marika: amici da sempre, fratelli da una vita. Ma loro vivono una "storia d'amore" seppur non stiano insieme: una storia difficile, dove entrambi sono rimasti al fianco dell'altro nei momenti momenti più bassi che alti. Questo era amore per...