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Morgan

Le due cose fondamentali nella vita, dopo tutto,

Sono evitare il dolore e dormire bene la notte.

Giusto?

-Charles Bukowski

''Forza Morgan, danne un altro!'' Alexandra urlava, mi incitava a continuare, e feci sul serio.

Diedi un calcio al sacco da box, poi un altro e un altro ancora.

''E questo lo chiami combattere? Andiamo, puoi fare meglio di così'' ringhiai, immaginando la faccia di mia sorella al posto del tessuto nero. Le mani mi sudavano più del solito all'interno dei guantoni. La rabbia repressa delle ultime ore aveva bisogno di uscire fuori, in un modo o nell'altro.

Alex lo sapeva, ecco perché mi aveva portato in palestra, ecco perché mi stava provocando: cercava di farmi sfogare, in un modo quantomeno salutare.

''Sembri un orsacchiotto, quando fai così'' potevo sentirla sorridere dal tono della voce, senza nemmeno il bisogno di guardarla.

''Hai intenzione di star li a guardare, o vuoi fare sul serio?'' la sfidai.

Se c'era qualcosa da cui mia sorella non si tirava mai indietro, quella era una sfida.

''O hai paura di farti male, principessa?'' il colpo finale.

Usare il suo titolo, per prenderla palesemente in giro, era sempre il punto di non ritorno.

Non mi diede neanche l'opportunità di vedere il colpo arrivare, almeno non fino a un secondo prima che la sua gamba si scontrasse col mio stomaco.

Senza darmi il tempo di riprendermi, mi girò attorno e mi afferrò per i capelli, scaraventandomi per terra.

Ahi.

''Sleale, vostra maestà''

''Dovresti smetterla di usare la bocca solo per darle aria, sorellina'' il luccichio nei suoi occhi verdi, come quelli di nostra madre, era tutto ciò che mi serviva. Sfogare la frustrazione serviva a me quanto a lei.

Negli ultimi mesi la pressione della corona era diventata, per Alexandra, estenuante.

Lo sapevamo entrambe, eppure lei continuava a sorreggerla, continuava a svolgere il suo ruolo in maniera ineccepibile.

Era l'erede al trono della corte dei vampiri, dopotutto.

I nostri genitori erano sempre stati l'emblema del puro potere.

Dopo l'abdicazione di mio nonno, quasi cinquecento anni prima, mio padre salì al trono e al suo fianco non ci fu mai altra donna se non mia madre.

In un mondo in rovina, degradato dalla guerra, i miei genitori erano stati uno spiraglio di luce per il popolo ed al tempo stesso un esempio lampante di come l'amore possa davvero durare per sempre.

Avevano combattuto per la pace, avevano sacrificato tutto pur di rendere questo mondo il migliore che riuscissero ad immaginare. Per me e mia sorella.

Una pace tra le corti, tra le specie, tra Firegulch, Drakewich, Elmland e Mythmire non si vedeva da millenni.

Una così duratura poi non c'era mai stata fin dall'alba dei tempi.

Re e Regina ci misero due secoli per ristabilire uno stato di equilibrio tra le varie fazioni, per rimediare ai danni inflitti dagli sconti passati e per erigere una nuova e più potente monarchia. Una volta ritenuto stabile il regno, provarono ad avere dei figli.

Regine Di SangueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora