13.

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Morgan

 

Io faccio sempre ciò che non posso fare,

in modo da imparare come farlo.

-Pablo Picasso

Dovevo ammetterlo: gli umani, quando volevano, sapevano fare dei vestiti davvero comodi. Quella mattina avevo messo una tuta nera che avevo rubato dall’armadio di Alexandra qualche mese fa, così da averla più vicina a me.

Dopo la notte appena trascorsa avevo proprio bisogno di aggrapparmi a qualcosa di suo.

Non feci colazione, ero già tremendamente in ritardo, e corsi verso il bosco dietro l’accademia.

Hunter mi aveva detto che ci saremmo visti li e che avremmo combattuto.

Non stavo più nella pelle: ogni volta che mi riusciva bene qualcosa, lui mi sorrideva compiaciuto e io sentivo un calore espandersi per tutto il corpo. Quella sensazione stava diventando pian piano la mia preferita.

Quando arrivai alla vallata della volta scorsa però non lo trovai, come invece aveva promesso.

1 a 0, Lewis.

Mi sedetti su un tronco e chiusi gli occhi, concentrandomi sul cinguettio degli uccelli. La sensazione di sonnolenza dovuta a una notte per lo più in bianco iniziò a farsi strada dentro di me. Sentii le palpebre pesanti, il cervello che pian piano si allontanava dalla realtà…

‘’Tieni sempre gli occhi aperti’’

Scattai in piedi e mi guardai attorno, dietro gli alberi e più lontano che potevo, ma ero sola.

Eppure, mi è sembrato di sentire la voce di mia sorella.

Le poche ore di sonno mi stavano giocando un brutto scherzo.

Presi il termos con il sangue da dentro lo zaino e ne bevvi un sorso.

‘’Sei qui per fare colazione o per allenarti?’’ quasi mi strozzai. Mi voltai e vidi Brooke con due spade in mano.

‘’Mi hai fatto prendere un colpo!’’ gli urlai contro

‘’Per così poco’’’ alzò un angolo della bocca mentre mi passa accanto, ad un millimetro, per posare le spade dove poco prima ero seduta.

‘’Dov’è Hunter?’’ gli chiesi con poca cordialità, sperando che non capisse quanto effettivamente ero stupita.

‘’Il mio fratellino mi ha supplicato di venire ad insegnarti qualcosa di utile prima che ti faccia ammazzare’’

 Cosa?

‘’Non sono in vena di scherzi stamattina Brooke’’ lo guardai storto.

‘’Ok ok, forse non ha precisamente usato queste parole’’ il suo sorrisino arrogante si allargò ‘’Ma il succo del discorso era questo’’ sghignazzò, e io mi ritrovai a sbuffare.

Dio, se esisti, manda un fulmine e trafiggi questo sciagurato.

‘’Perciò non lamentarti e prendi la spada’’ ordinò tornando serio

‘’Non darmi ordini’’ lo sfidai.

‘’Non ti sopporto quando fai la bambina’’ mi ringhiò addosso, prima di prende una spada e lanciarmela addosso.

Era il mio turno di ridere ‘’Beh benvenuto nel club, io non ti sopporto proprio’’

‘’Ed io che pensavo ti struggessi ogni notte per me’’ disse, allontanandosi e prendendo posizione nel campo.

Regine Di SangueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora