22.

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Morgan

 

Hai le braccia in cui voglio morire

E gli occhi in cui voglio abitare.

-Charles Bukowski

 

Mi svegliai all’istante, come succedeva ogni volta che Alex mi entrava in sogno. Solo che fino a qualche giorno prima non ne sapevo il motivo e, come ogni volta, sapevo che non sarei riuscita a riaddormentarmi.

Mi alzai e andai in cucina. Avevo bisogno di un po’ d’aria, e da li potevo uscire in veranda. Quando arrivai però c’era già qualcuno seduto sulle poltroncine, intento a scrutare il bosco attorno a noi.

‘’Non riesci a dormire?’’ chiesi a Brooke, che si voltò a stento per guardarmi: troppo concentrato sul pensiero che gli frullava per la testa prima che lo interrompessi. Lo vidi rimpicciolirsi nelle sue iridi piene di emozioni.

‘’I miei sogni non sono certo istruttivi come i tuoi, non è vero?’’ mi domandò.

‘’Non ne sarei così sicura’’ ribattei ridacchiando, e mi sedetti nella poltroncina accanto alla sua.

Il fiume, le lucciole ed il bosco mi davano una sensazione paradisiaca.

‘’Se potessi, non imbottiglieresti questo momento?’’ diedi voce ai pensieri prima che il cervello acconsentisse, e quando Brooke mi guardò confuso me ne pentii a tal punto da voler sprofondare.

I suoi occhi ti entravano dentro, ti leggevano l’anima, ti spogliavano di tutti gli scudi che avevi eretto a forza e sudore e ti divoravano.

‘’Questo momento in particolare? No’’ rispose ‘’Ma ci sono dei momenti che avrei voluto portare con me per sempre’’ ammise.

‘’Davvero?’’ ero stupefatta. Lui annuii senza mai distogliere lo sguardo. Non ebbi il coraggio di chiedergli alto sull’argomento.

‘’L’hai vista?’’ Mi domandò, e seppi bene a chi si stesse riferendo.

‘’Ho un piano’’ risposi alla domanda che mi aveva posto, e alla successiva che mi avrebbe fatto.

Delle scintille gli attraversarono gli occhi: ne doveva essere felice. Perlomeno, non eravamo nel panico più totale.

‘’Che cosa ci facevi qua fuori da solo, comunque?’’ cambiai argomento.

‘’Tu cosa sei venuta a fare?’’ mi domandò lui di rimando, rompendo finalmente il contatto visivo. Tornò a fissare il bosco, lasciandomi interdetta per qualche secondo.

‘’Touché’’ risposi, seguendo il suo sguardo fino al gruppo di abeti al di la del fiume.

‘’Non sei curioso?’’ mi sentii dire dopo qualche istante.

‘’Mmh?’’

‘’Non so molto del mondo, devi averlo notato’’ ironizzai ‘’Ma averne un pezzo qui a portata di mano, e non poterlo vivere… Mi fa sentire ancora più piccola’’ ammisi con un sospiro.

Sentii i suoi occhi bruciarmi la pelle. Giudicarmi.

Un secondo dopo Brooke si alzò ed entrò dentro.

L’avevo annoiato così tanto? E come si permetteva a lasciarmi così, dopo che avevo abbattuto un pezzetto del muro che mi ero eretta attorno al cuore?

È sempre stato un gran cafone, ma pensavo che stessimo migliorando. Forse mi sbagliavo. C’era un limite a tutto.

Brooke uscì dalla stessa porta attraverso cui era entrato, con uno zaino in spalla.

Regine Di SangueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora