Le piccole cose hanno la loro importanza:
È sempre per le piccole cose che ci si perde.
-Charles Bukowski
Ero incazzato, ansioso, confuso, e cazzo più di tutto ero terrorizzato.
Non appena uscimmo dalla camera del palazzo, lo stregone -Carter mi pare avesse detto di chiamarsi- fece dei movimenti strani con le mani e in pochi secondi una sfera irregolare comparve davanti a noi.
‘’Andiamo, non durerà molto’’ gli sentii dire, e per poco non ghignai.
‘’Che c’è, non sei così potente quanto credi?’’
Lui mi fulminò con lo sguardo.
‘’I portali potenti hanno bisogno di tempo per essere creati, non vanno improvvisati in quattro e quattr’otto, idiota. E adesso sbrigati ad oltrepassarlo prima che sia costretto a trascinarti di forza. Per tua fortuna mi servi intero ’’
Dovetti stringere i pugni per non spaccargli la testa seduta stante.
‘’Se ti azzardi-’’ ma il suo sguardo predatorio fu abbastanza da indurmi a star zitto, almeno per il momento.
Mentre oltrepassavo il portale non potei far a meno di pensare ad Alex.
L’Alex che ci aveva fatto credere di essere morta per più di un mese.
L’Alex che era stata per chi sa quanto con un mago da quattro soldi e che, a differenza mia, aveva avuto uno straccio di contatto con lei.
L’Alex che non era mai venuta a trovarmi in sogno, che non aveva mai pensato che dopo una vita passata a sostenerci avrei avuto bisogno di vederla. Di parlarle.
L’Alex per cui avrei dato la mia stessa vita, per cui stavo seguendo un perfetto sconosciuto dandogli il via libera per prosciugarmi tutto il sangue se fosse servito a farla star bene.
L’Alex che avevo amato con ogni cellula del mio corpo per anni.
Serrai la mascella, il senso di vertigine mi colse alla sprovvista. La risata amara di Carter mi arrivò come un fulmine a ciel sereno.
‘’Pensavi fosse una passeggiata?’’ mi superò dandomi una spallata.
Dio, voleva proprio un pugno su quel faccino che si ritrovava.
Ma non appena mi guardai intorno ogni istinto scomparve, tranne quello di correre da lei.
Seguii lo stronzo fino alla tenda montata male -probabilmente di fretta e furia-: l’unica in mezzo alla vallata mediamente grande. E non appena varcai la soglia il mio cuore smise di battere.
Lei era lì: viola in viso, su una barella e agonizzante. Lei era lì, viva -anche se per poco-, ma era lì.
Respirava, era cosciente. Lei era viva.
Mi paralizzai sul posto, incapace di muovere un passo.
Urlai, urlai alle mie gambe di muoversi, urlai alle mie braccia di afferrarla e non lasciarla andare più, urlai al mio cuore di ricominciare a battere normalmente, ma non successe niente.
E allora provo a parlare, provai a dire il suo nome, ma fu come se la mia voce fosse sparita: nascosta da qualche parte lontano da me.
Che ironia la sorte.
Tutto il rancore e tutto l’astio sparirono, lasciando il posto al più profondo e totalizzante terrore che avessi mai provato. Perché se lei in quel momento era viva, se lei era stata viva per tutto quel tempo, adesso sarebbe potuta morire.
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Regine Di Sangue
FantasiDicono che il male si nasconda alla luce, che quello di cui abbiamo più paura sia in mezzo a noi: in agguato, incompreso. E se i mostri esistessero davvero? E se il male combattesse, amasse e vivesse come tutti gli altri? E se fosse nascosto al mond...