19.

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Amo i solitari, i diversi,

Quelli che non incontri mai.

Quelli persi, andati, fottuti.

Quelli con le anime in fiamme.

-Charles Bukowski

 

Stavo ansimando.

Non avrei mai pensato che l'allenamento sarebbe davvero servito a qualcosa, ma questo lupo non si dava proprio per vinto.

Quando ritornò ad attaccare lo afferrai per la coda e sfruttai la forza centrifuga per spedirlo un po' più in la. Mi fecero male le mani per lo sforzo.

Il cagnolino però non si arrese, e con poche falcate mi raggiunse. Mi saltò addosso, facendomi perdere l'equilibrio, e provò a sbranarmi. Potevo sentire il suo alito fetido pervadermi le narici. Gli afferrai il collo per tenerlo lontano, quel tanto che bastava per non farmi staccare la faccia a morsi.

Non volevo certo essere l'antipasto.

Con una mano tastai il terreno, in cerca di qualcosa, qualsiasi cosa, che potesse aiutarmi.

Non appena toccai un bastone quasi sospirai di sollievo. Lo afferrai e in un batter d'occhio lo infilai nel fianco del lupo, che si allontanò ululando dal dolore.

Quando riuscii ad alzarmi da terra però, la bandana che fino a quel momento avevo tenuto sul viso mi cadde, strappata dagli artigli del lupo durante la lotta.

Dannato cane.

Cercai di coprirmi il viso con la manica, ma gli occhi sgranati del lupo mentre si ritrasforma confermarono l'inevitabile. Mi aveva vista.

Mi aveva riconosciuta.

''Se urli, giuro che finisco il lavoro '' lo minacciai, ma non sembrò accorgersene tanto era concentrato sul mio volto. Il lupo provò a parlare, ma ne uscì fuori solo un balbettio.

''Tu... t-tu sei...'' gli occhi erano corrosi dalla paura, con la mano si tenne il fianco, cercando di fermare l'emorragia. Sbuffai e mi accasciai accanto a lui. Quando le mie mani entrarono in contatto con la sua pelle lui si ritrasse, quasi fosse percorso da una scossa elettrica.

''Vuoi morire dissanguato o ti lasci aiutare?'' sbraitai.

''Ironico, visto che sei stata tu a ferirmi'' fece di rimando.

''Non mi sembra normale attaccare una persona solo perché cammina'' lo sfottei, e lui fece una smorfia di puro dolore.

''Beh scusa se quando ci trasformiamo i sensi sono tutti amplificati. Non lo comando io, l'istinto. E comunque, non ti conviene sfidare un lupo'' cercò di non urlare dal dolore, le sue parole erano cariche di frustrazione.

Mi assicurai di fargli il più male possibile mentre premevo per fermare l'emorragia, così da permettergli di guarire da solo.

Prima di cambiare idea, diedi voce ai miei pensieri:

''Riesci a trasformarti senza luna piena. Ho letto di te '' sussurrai, lui sembrò confuso.

''Ne dubito. Al massimo avrai letto di mio padre''

Rimasi esterrefatta.

''Ce n'è più di uno?'' domandai sbigottita. Lui annuì

''Ce n'è un'intera famiglia''

Tyler, o almeno così aveva detto di chiamarsi, mi precedette di qualche metro mentre ci dirigevamo verso una baita in legno a due piani, in mezzo al bosco, lontana da qualsiasi altro essere vivente.

Regine Di SangueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora